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EX-LIBRIS M. A. BUCHANAN

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STORIA

DELLA LETTERATI RA ITALLAXA

NEL SECOLO XV IH. 5 C B I T T A

DA ANTONIO LOMBARDI

PRIMO BIBLIOTECARIO

DI SUA ALTEZZA REALE

IL SjC duca di MODENA

Socio Si&detabio delia Società Italiaita

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Tomo I.

MODENA

PRESSO

LA TIPOGRAFIA CAMERALE

MDCCCXXTII.

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STORI A

DELLA LETTERATURA ITALIANA

NEL SECOLO XVIIL SCRITTA

DA ANTONIO LOMBARDI

PRIMO BIBLIOTECARIO

DI SUA ALTEZZA REALE

IL biC. BUCA DI MODENA

Socio k Sbgretabio della Società Italiana DELLE Scienze .

Tomo I.

MODENA

PRESSO ,

LA TIPOGRAFIA CAMERALE MDCCCXXVII.

I' P,EI' AZ I O N E.

l^e repLicate edizioni, h traduzioni in dii^ene Un" pie , ed i compendii chs e in vita e dopo morte del' V illustre Caoalier Girolamo Tirahoirhi comparvero della sua Storia della Letteratura Italiana^ hoAtereh- hero per se soli a comprOi>arne il merito, ed a mo- strar l' a fi f> rudimento con cui ricevette sempre quf^ st' Opera il colto Pubblico , quando in modo piìi chia- ro rum si ojvesse espresso il comune favorevol giudi- zio dei Dotti. ^ giudizio confermato e sostenuto dagli intrinseci luminosi pregi delV Opera stessa. Il Chiar. Autore Presidiente della Biblioteca Eiten^e avendo prese le mosse dai tempi degli Etruschi ^ siccome quelli fra i primi abitatori dell' Italia intomo ai quali per- tennero fino a noi alcune pili fctndate notizie , si ar- resto col suo lax/fjro ai primi armi del secolo XV 111; e quantìinque non molto dopo la sua morte annun- ciata ne "Lenisse una continuazione ^ che abbracciar dcjveva la storia medesima pel secolo XV HI. {i)^ pu- re sono ormai scorsi sei lustri ne vedesi ancor aderr^ pila una tale promessa. \on mancarono j> è v^o ^ in questo intervallo di tempo egregi Scrittori in tale mate' ria. Il Chiar. Conte Comiani Bresciano pubblico su ta-

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PREFAZIONE.

JLje replicate edizioni^ le traduzioni in diverse lin- gue , ed i compendii che e in vita e dopo morte del- l' illustre Cavalier Girolamo Tiraboschi comparvero della sua Storia della Letteratura Italiana;, bastereb- bero per se soli a comprovarne il merito, ed a mo- strar V aggradimento con cui ricevette sempre que- sf Opera il colto Pubblico, quando in modo più chia- ro non si avesse espresso il comune favorevol giudi- zio dei Dotti, giudizio confermato e sostenuto dagli intrinseci luminosi pregi dell' Opera stessa. Il Chiar. Autore Presidente della Biblioteca Estense avendo prese le mosse dai tempi degli Etruschi , siccome quelli fra i primi abitatori dell' Italia intorno ai quali per- vennero fino a noi alcune piìi fondate notizie , si ar- restò col suo lavoro ai primi anni del secolo XVIII; e quantunque non molto dopo la sua morte annun- ciata ne venisse una continuazione , che abbracciar doveva la storia medesima pel secolo XVIII. {i), pu- re sono ormai scorsi sei lustri ne vedesi ancor adem^ pita una tale promessa. Non mancarono , è vpy-o , in questo intervallo di tempo egregi Scrittori in tale mate- ria. Il Chiar. Conte Corniani Bresciano pubblicò su ta-

(i) Prefazione premessa al Tomo Vili, parte I. della edizion Veneta in 8." 1795-9S.

VI

le argomento (i) un* opera, nella quale ci presenta in tanti articoli separati le notizie biografiche e lettera- rie dei principali Autori Italiani dopo il risorgimen- to delle scienze fino alla metà del secolo caduto '^ ed avendogli la morte impedito di protrarre più oltre il concepito disegno , lo continuò il suo Concittadino Sig, Camillo Ugoni, ma finora non lo compì (2). Questi due Autori sono quelli che piti ampiamente hanno scrit- to di tale materia in generale per il sunnominato pe" riodo di tempo y mentre non si può qui ricordar V 0- pera del Francese Gingue?iè, poiché questa ha per og- getto soltanto l'amena Letteratura {S). Chi però conosce V abbondanza di buoni Scrittori d' ogni genere che fiorirono tra noi nella età passata, e ne istituirà il confronto col piano seguito dai Chiar. Signori tigo- ni e Cornianiy dovrà convenir meco aver essi lasciati non pochi vuoti nella storia della nostra Letteratura, al che aggiunger si deve il riflesso che gli articoli dai medesimi trattati, ed anche il metodo loro di scriverli così staccati a foggia^ direm così, di un Di- zionario biografico , non bastano a presentarci una compita idea delle vicende e dei progressi , che han fatto in Italia le scienze e le buone lettere nell'epo- ca posteriore a quella in cui termina la storia del

(i) I Secoli della Letteratura Italiana dopo il suo risorgimento i2." Brescia ap. Bettoni i8i3.

(2) Della Letteratura Italiana della seconda metà del secolo XVIII. la.** Brescia iSao.

(3) II Giiiguenè condusse la sua storia soltanto sino a tutto il secolo XVI. ma presentemente il Sig. Salfi Italiano abitante a Parigi 1' ha segui- tata fino al secolo XIX. Quanto ne duole che le massime erronee spars» qua e nell' opera del Ginguenè di singolari pregi adorna , abbiano ob- hligata la S. Sede a descriverla nell' Indice finché ven-a espwrgata e cor- retta.

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Cap. Ti^ahoschi. La quantità grande di sussidii che somministrar possono a quesf uopo, e le vite parti- colari degli uomini illustri^ specialmente la raccolta insigne di Monsignor Fabbroniy e gli elogi staccati di tanti Dotti:, e la storia Letteraria d' Italia dell' eruditissimo Padre Zaccaria, e V Opera degli Scrit- tori d' Italia del celebre Conte Mazzucchelli , non che quella dell' illustre Ah. Andres, e le Biblioteche de- gli Autori di varii Stati e Provincie, tali abbondanti sussidii invitavano , dirò così, ad accingersi al lavoro, alla cui redazione inoltre giovar può assai anche la non interrotta serie dei tanti Giornali e delle Effe- meridi letterarie durante V intiero secolo in varie parti d' Italia pubblicate. Confortato da questi rifles- si io l'ho intrapreso e condotto a termine , continuan- do la storia letteraria Italiana da quel punto dove finì la sua il Tiraboschi e conducendola sino ai pri- mi lustri del presente secolo.

È appunto perchè mi proposi di continuare la sto- ria del suUodato Autore , credetti pur conveniente di seguir le tracce da lui segnate, e quindi adottai l'or- dine stesso :, e la medesima divisione delle materie che in quella riscontrasi , all' oggetto ancora, che se non nelV intrinseco merito ( cosa che non mi era dato di ottenere ) nelV estrinseca forma almeno , il mio lavo- ro si accostasse a quello di così egregio esemplare. Soppressi solamente nel Libro I. il Capitolo dei viag- gi, perchè dall' un canto non mi venne fatto di rac- cogliere materiali copiosi abbastanza e di tanto inte- teresse, che meritassero di essere riuniti e presentati sotto un separato punto di vista, e dall' altro cantò poi avendo dovuto in alcuni luoghi parlare de' viag-

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gi di parecchi fra i Letterati Italiani i quali anclie per questa parte si distinsero nel passato secolo , co- me a cagion d' esemplo del Boscoi^ich e dello Spal- lanzani y non avrei fatto che ripetere inutilmente il già scritto , se avessi formato un capitolo a parte per i viaggi. Una giunta poi al piano dell' illustre mio Antecessore ho necessariamente dovuto introdurre in questa storia, accrescendo cioè il Libro III. di un ca- pitolo risguardante l' Antiquaria e la Erudizione, per- chè gli Italiani estesamente e con sommo frutto se ne occuparono nel secolo XVIII. Gli Autori sono sta- ti da me distribuiti nelle rispettive classi a norma della divisione delle materie adottate dal Tiraboschi^ e per disporre quelli di ogni classe poi , ho seguito per quanto ho potuto, V ordine cronologico secondo il quale essi vissero.

Seguendo le regole che la sana critica prescrive a coloro che scrivono la storia, io citerò sempre i fon- ti ai quali ho attinte le notizie biografiche e scientifi- che dei nostri Autori, dalla qual diligenza non ho creduto di potermi dispensare , ancorché il genio de- gli Scrittori e dei Lettori oggi giorno sembri alie- no piuttosto che dall' uso delle citazioni , e si ami di presentare dei quadri filosofici nei quali non si se- gnano che ben di rado le epoche; ed a seguir la mia massima arroge V altra considerazione , che le citazio- ni medesime potranno essere se non altro utili per coloro , cui piacesse di procurarsi intorno alle opere o intorno alle vite degli Autori notizie piìi estese di quel- le delle quali una storia generale deve appagarsi, of- frendo cioè soltanto ai Lettori le cose pili rimarchevoli e di maggior rilievo. Riferirò gli altrui giudizii sulle prO'

IX

diizioni più interessanti del nostri Scrittori j e quando variino le opinioni ^ ne informerò il Lettore; ma mi guarderò bene dal pronunziare in siìnili casi senten- za alcuna se appoggiata non sia a' piti validi fonda- ìuenti. E in modo particolare mi propongo di seguir questo contegno rispetto agli argomenti di buon gu- sto e di amena Letteratura, intorno ai quali sembra a temersi, che il così detto Romanticismo che Jia in- vaso V impero delle lettere , e lo stesso ardentissimo studio dell' Italiana favella, di Dante e degli Auto- ri del trecento , che impegnò nelle gare ed occupò se- rimneìite lo spirito di molti fra gli ingegni Italiani in questi ultimi tempi , possa insorgere a divider gli animi ed impedire la maturità di sicuri ed impar- ziali giudizii.

So che alcuni rimproverano al Cav. Tiraboschi il difetto di essersi diffuso nella Biografia degli Autori^ di aver poi trascurato di esaminar piìi a fondo le loro opere, di analizzarle , e di presentarne direm co- sì lo spirito. Io non discuterò una tal questione che richiederebbe lungo ragionamento , e potrebbe sommi- nistrar argomento per una dissertazione sul miglior metodo di scrivere la storia letteraria ; dirò bensì che chiunque leggerà l'Opera del Cav. Tiraboschi, vedrà che il Chiar. Autore non ha sicuramente trascurato di ca- ratterizzar maestrevolmente gli scrittoj'i più celebri , e di offrir nella maniera più acconcia e concisa le co- se più interessanti che risguardano il merito ed i pre- gi delle loro produzioni. Chi vorrà poi considerare la vastità delle materie da un uomo solo trattate in questa storia, che abbraccia un periodo di presso che tremula anni, le tante questioni scientifiche , lettera-

X

rie y e cronologiche dottamente nella medesima discus- se j e le accuse degli stranieri contro le lettere Ita- liane con vigor ribattute, convenir meco dovrà, che se V Autore non si e in pili incontri diffuso a parlar lungamente delle Opere di coloro di cui scriveva la storia j lo ha fatto per conciliare quant' era possibile con la estensione dell' argomento la rapidità tanto raccomandata , onde non generar noja in chi legge. Non volle egli perciò , come si espresse nella prefazione al J.j dare una Biblioteca di Autori, ma bensì la Storia della Letteratura Italiana ; e giustificò viep- piii questo suo contegno y recando V esempio dei Dot- ti Maurini y i quali avendo voluto congiungere insie- me Storia e Biblioteca degli Autori Francesi, non condussero a termine l'Opera loro, quantunque vi coo- perassero contemporaneamente pili Soggetti, Opera che per li primi dodici secoli occupa dodici voluminosi tomi. Cercando io però di soddisfare al gusto del se- colo •, che ama piìi di conoscere ciò che hanno pensa- to gli Autori, anziché le vicende della lora vita , e volendo ad un tempo seguir la giusta massima del piti volte nominato Chiarissimo Autore , ho procurato di estendermi qualche poco di piìu di quel eli ei fece alcuna volta, nel dar conto delle produ7Àoni degli Scrittori Italiani^ quando ho avuto mezzo di farlo, ma non ho tralasciato di tessere in breve la vita dei pili rinomati, e di notarne ognora con precisione le epoche della nascita e della morte, perche lo storico cercar deve che i suoi lettori possano coordinar be- ne in mente i fatti , al che giova assai l' esattezza nella cronologia ^ che andar deve indivisa campagna della narrazione.

XI

Siccome io prendo a scrivere come già dissi , la storia della Letteratura Italiana e non la Bibliote- ca dei nostri Scrittori j mi sarà forza di ommet- - ter, come pratichò anche il Tiraboschi , tutti quei Letterati che non levaron di se un certo grido, nel che fare però ho procurato di attenermi alla sen- tenza del Chiar. Abate Lanzi il quale si esprime co- sì (i). Tacere il mediocre è industria di buon Ora- tore, non uffizio di buono storico. Sarà però facil cosa che io non incontri il genio di alcuni per aver taciuto certi nomi , e quello di altri per aver parla- to di Soggetti , che giusta V opinion lor non merita- van forse di venir ricordati in quest'Opera ; ma cono- scendo ben io quanto variino in ciò i giudizii degli uomini , dirò sin d' ora agli uni che agli altri: accor- datevi prima fra toì^ ed allora si toglierà ogni dif- ficoltà e mi servirà di norma il vostro consenso. Sic- come questa mia storia contiene quel periodo d' anni in cui l'Italia provò i terribili effetti della rivoluzione e dello spirito di partito , così avverrà talvolta che volendo tracciare il carattere morale di alcuni Scritto- ri vissuti in quesf epoca, si corra pericolo di non po- ter dire il vero ; poiché dipinti dalla penna di un partito , vi si presentano sotto un aspetto , mentre se di essi ragionò alcuno di opinione contraria, fanno al- lora ben diversa figura. Quando mi accada di incon- trar questa ambiguità di sentenze , procurerò , se non avrò potuto accertarmi da qual parte realmente pen- da la bilancia del vero , o di tacere o di esporre

(i) Storia pittorica T. I. Prefazione pag. XV. Edi;;. III. Bassano i8oo-

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XII

V una e V altra sentenza y lasciando ai Lettori il giii~ dizio della cosa.

Ma io potrei chiamarmi fortunato se altre criti- che non fosse per incontrare questa mia storia , e se altre ommissioni non mi venissero rimproverate . Ben consapevole però a me stesso della mia tenuità y mi recherò ad onore se i Dotti Italiani vorranno esser- mi cortesi nel r accennarmi quei difetti nei quali sarò incorso j e quelle ommissioni importanti che rendesse- ro manchevole quest' opera ^ e mi farò un dovere di rettificare que' luoghi che ne abbisognassero , e di in- trodur quelle giunte che riconosciute venissero indis- pensabili onde render men difettoso il presente lavo- ro ; poiché usò già questo contegno il Cav. Tiraboschi nella seconda edizione della sua storia fatta in Mo- dena V anno 1787.^ e tanto più. seguir lo debbo io che mi conosco per ogni riguardo di cognizioni e di talenti sommamente a lui inferiore. Protesto però fin d' ora che non risponderò ad alcuna critica i perche quando crederò die sia essa ragionevole , mi prevar- rò all'uopo degli avvertimenti e delle notizie che mi verranno somministrate , e se giudicherò che manchi d' appoggio y abbandonerò me stesso e la cosa all'al- trui imparziale giudizio.

Siccome io ho condotta questa mia storia sino all' epoca attuale, così ho procurato di inserirvi le noti- zie di quelli ancora che sono ultimamente mancati di vita , quando ho avuto mezzo di procurarmele. Debbo tuttavia con mio rincrescimento ommettere i nomi di alcuni illustri soggetti che avrebbero figurato assai in quest'Opera y o^ppunto perche non mi e riuscito finora di raccogliere a tempo quanto occorre per par-

XIII

lare di essi come esigono i loro meriti letterarii. Af- finchè però non vengano questi defraudati delle lodi ben loro do<:utey io ne registro qui i nomi, e qualora i Dot- ti Italiani mi vorranno esser cortesi delle opportune relative notizie biografiche e letterarie , potranno i lo- ro articoli j o dar argomento ad un' appendice in fi- ne della presente opera j o accrescer materia per una successiva edizione. Intanto ecco i nomi di que' Lette- rati Italiani che a mia notizia da poco tempo in qua sono defunti: Cav. Alessandro Volta, Cav. Prof Già. Battista Venturi, Cav. Leonardo Salimbeni, Conte Pie tro Moscati, Conte Simone Stratico, Conte Giulio Per- ticari , Prof. Pietro Tamburini , Prof Brocchi, Cav. Belzoni , Cav. Alessandro Malaspina , Cav. Isimbar- di , Cav. Luigi Rossi , Padre Onofrio Boni , Conte Angelo Delci, Prof Gio. Antonio C assito. Prof Lui- gi Brugnatelli, Prof Gio. Battista Guglielmini, Prof Luigi Laghi, Prof Gaetano Uttini , Ah. Francesco Ve- nini , Annibale Mariotti, Padre Ermenegildo Pini , Ab- bate Mari, Benedetto Del Bene, Luigi Castiglioni , Prof Breislach, Padre Giuseppe Racagni, Prof. Giu- seppe Avanzini, Padre Ignazio Rossi, Pietro Ferroni Cav. Giovanni Fabbroni , Ab. Francesco Cancellieri.

Quantunque io abbia raccolti abbondanti materiali nei libri stampati per tessere quest'Opera, tuttavia debbo attestare la piìi viva e speciale riconoscenza a' miei rispettabili Colleghi nella Società Italiana delle Scienze, li Signori Cav. Abate Angelo Cesaris, Prof. Floriano Caldani, e Matematico Pietro Ferroni de- funto r anno 1826.^ come pure alli Chiarissimi Aba- te Francesco Cancellieri e Signor Canonico Filippo Schiassi, i quali tutti mi hanno somministrato diverse

xrv notizie che mancavanmi a compiere la presente storia, la quale qualunque siasi, mi faccio coraggio di of- frire all'Italia in continuazione e compimento di quel- la dell' illustre mio Antecessore.

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XV

INDICE E SOMMARIO

DEL PRESENTE TOMO.

LIBRO L

Stato dell' Italia nel secolo XVIII. e sul principio del secolo XIX.

Mezzi adoperati a promuovere gli Studii.

CAPO I.

Idea generale dello stato d' Italia in questo secolo.

J. JXistretto di ciò che nel corso di questo secO' lo avvenne di novità a diverse parti d'Italia. II. Bre- ve notizia della condotta tenuta dai Romani Ponte- fici in questo secolo. III. Vicende del Piemonte e deh le altre Provincie dei Duchi di Savoja. IV. Cambia" menti avvenuti nella Toscana in questo secolo. V. Sta- to delle Repubbliche di Venezia e di Genova in que- sto Secolo. VI. Vicende degli Stati di Lombardia. VII. Regno delle Due Sicilie. Vili. Stati Estensi e

di Parma. ^

CAPO IL

Favore e munificenza de' Principi e di altri illustri Personaggi verso le lettere.

/. Difficoltà incontrate da prima e poi superate dai Principi per favorire le lettere. II. Sovrani di Na-

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XVI poli e Sicilia. III. Pontefici Romani e Cardinali Pro^ tettori delle Lettere. IV. Continuazione di ciò che ri- guarda i Pontefici ed i Cardinali. V. Altri Cardina-' li protettori de^ buoni studii. VI. Cardinal Riminal- di. VII. Cardinali Ottohoni Pietro ed Albani Ales- sandro. Vili. Valenti Card. Silvio. IX. Altri Perso- naggi distinti che protessero i buoni studii. X. Fosca- ri Senator Francesco ed altri Uomini insigni.

CAPO III.

Università, Scuole pubbliche ed Accademie.

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I. Università del Regno delle Due Sicilie. II. Uni- versità di Roma e di Ferrara. III. Università di Bo- logna. IV. Università della Toscana. V. Continuazio- ne di quanto riguarda la pubblica istruzione in To- scaìia. VI. Università di Padova. VII. Università di Modena e di Parma. Vili. Università e Scuole su- periori della Lombardia Austriaca. IX. Scuole pub- bliche elementari. X. Scuole dei Sordi e Muti. XI. Accademie . XII. Istituto delle Scienze di Bologna. XIII. Accademie di Siena e della Crusca. XIV. Ac- cademia di Torino. XV. Società Italiana delle Scien- ze. XVI. Accademie di Napoli- XVII. Accademie in Firenze. XVIII. Continuazione di ciò che riguarda le Accademie Fiorentine. XIX. Accademie dello Sta- to Ecclesiastico. XX. Accademie Bolognesi. XXL Ac- cademie di Modena e di Parma. XXII. Accademie Lucchesi^ Genovesi e dello Stato Veneto. XXIII. Ac- cademie di Milano. XXIV. Accademie di Mantova. XXV. Istituto Nazionale Italiano»

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CAPO IV.

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Biblioteche e Musei d'Antichità e di Storia naturale.

/. Proemio. II. Biblioteche di Palermo, di Roma e degli Stati Pontificii. HI. Musei degli Stati Pon- tificii. IV. Biblioteclie e Musei in Toscana. V. Biblio- teche del Regno di Napoli e dello Stato Veneto. VI. Biblioteche dei Regolari e di N. Veneti in Venezia. VII. Musei Veneziani. Vili. Biblioteche di Milano e Torino y Biblioteche di Parma e di Modena.

LIBRO li.

SCIENZE

C A P O [. Studii Sacri.

/. Proemio. II. Teologi strettamente detti. Benedet- to XIV. S. P,III. Sua elezione al Pontificato ec. IV. Continuazione di ciò che risguarda Benedetto XIV.

V. Opere teologiche di Lodovico Antonio Muratori.

VI. Bertolli Gio. Maria Servita ed altri Teologi. VII. Concina Padre Damele. Vili. Ricchini Padre Mae- stro Tommaso. IX. Berti Padre Gio. Lorenzo. X. Ope- re del Padre Berti. XI. Ballerini Pietro e Girolamo Fratelli. XII. Incontri Monsig. Francesco ed altri Teologi. XIII. Teologi controversisti ossia polemici. XIV. Grimaldi Costantino ed altri Autori. XV. Got- ti Cardinal Vincenzo. XVI. Sue opere. XVII. Altri scrittori polemici. XVIII. Ghezzi Niccolò ed altri Teo- logi. XIX. Migliavacca Don Celso ed altri Teologi.

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poli e Sicilia. III. Pontefici Romani e Cardinali Pro^ tettali delle Lettere. IV. Continuazione di ciò che ri- guarda i Pontefici ed i Cardinali. V. Altri Cardina- li protettori de' buoni studii. VI. Cardinal Riminal- di. VII. Cardinali Ottoboni Pietro ed Albani Ales- sandro. Vili. Valenti Card. Silvio. IX. Altri Perso- naggi distinti che protessero i buoni studii. X. Fosca- ri Senator Francesco ed altri Uomini insigni.

C A P O III.

Università, Scuole pubbliche ed Accademie.

/. Università del Regno delle Due Sicilie. II. Uni- versità di Roma e di Ferrara. III. Università di Bo- logna. IV. Università della Toscana. V. Continuazio- ne di quanto riguarda la pubblica istruzione in To- scana. VI. Università di Padova. VII. Università di Modena e di Parma. Vili. Università e Scuole su- periori della Lombardia Austriaca. IX. Scuole pub- bliche elementari. X. Scuole dei Sordi e Muti. XI. Accademie . XII. Istituto delle Scienze di Bologna. XIII. Accademie di Siena e della Crusca. XIV. Ac- cademia di Torino. XV. Società Italiana delle Scien- ze. XVI. Accademie di Napoli- XVII. Accademie in Firenze. XVIII. Continuazione di ciò che riguarda le Accademie Fiorentine. XIX. Accademie dello Sta- to Ecclesiastico. XX. Accademie Bolognesi. XXL Ac- cademie di Modena e di Parma. XXII. Accademie Lucchesi, Genovesi e dello Stato Veneto. XXIII. Ac- cademie di Milano. XXIV. Accademie di Mantova. XXV. Istituto Nazionale Italiano.

XVII

e A P O I V.

Biblioteche e Musei d'Antichità e di Storia naturale.

/. Proemio. IL Biblioteche di Palermo, di Roma e degli Stati Pontificii. III. Musei degli Stati Pon- tificii. IV. Biblioteche e Musei in Toscana. V. Biblio- teche del Regno di Napoli e dello Stato Veneto. VI. Biblioteche dei Regolari e di N. Veneti in Venezia. VII. Musei Veneziani. VIIL Biblioteche di Milano e Torino, Biblioteche di Parma e di Modena.

LIBRO II.

SCIENZE

C A P O I. Studii Sacri.

/. Proemio. II. Teologi strettamente detti. Benedet- to XIV. S. PJII. Sua elezione al Pontificato ec IV. Continuazione di ciò che risguarda Benedetto XIV.

V. Opere teologiche di Lodovico Atitonio Muratori.

VI. Bertolli Gio. Maria Servita ed altri Teologi. VII. Concina Padre Damele. VIIL Ricchini Padre Mae- stro Tommaso. IX. Berti Padre Gio. Lorenzo. X. Ope- re del Padre Berti. XL Ballerini Pietro e Girolamo Fratelli. XII. Incontri Monsig. Francesco ed altri Teologi. XIII. Teologi controversisti ossia polemici. XIV. Grimaldi Costantino ed altri Autori. XV. Got- ti Cardinal Vincenzo. XVI. Sue opere. XVIL Altri scrittori polemici. XVIIL Ghezzi Niccolò ed altri Teo- logi. XIX. Migliavacca Don Celso ed altri Teologi.

xvm XX. Moneglia Vincenzo Tommaso. XXI. Andruzzi Luigi Conte di S. Andrea , ed altri Autori. XXII. Noghera Padre Gio. Battista ed altri. XXIII. Que- stione fra il Bini e l'Adami ec. XXIV. MuzzarelU Ab. Alfonso, XXV. Cattaneo (de) Conte Gio{?anni ed altri. XXVI. Storici Ecclesiastici e sacri filologi. XXVII. Capassi Gherardo Servita. XXVIII. Aste Francesco Maria ed altri scrittori. XXIX. Benedet" ti Pietro. XXX. Scrittori diversi di liturgia e di sto- ria ecclesiastica particolare. XXXI. Altri Scrittori di sacra biografia e di storia ecclesiastica particolare. XXXII. Altri Scrittori simili. XXXIII. De-Bossi Pa- dre Bernardo Maria. XXXIV. Mansi Monsignor Gio. Domenico. XXXV. Suoi lavori. XXXVI. Orsi Car- dinal Giuseppe. XXXVII. Opere del Cardinal Orsi. XXXVIII. Altri Storici ecclesiastici. XXXIX. Trom- belli Padre Abbate Gio, Crisostomo. XL. Altri Scrit- tori di storia ecclesiastica, o editori di opere altrui. XLI. Sajanelli Padre Gio. Battista, Massini D. Car- lo Ignazio. XLII. Altri Scrittori di storia ecclesiasti- ca particolare. XLIII. Bianchini Canonico Giuseppe. XLIV. Gattico Canonico Gio. Battista e Florio Fran- cesco. XLV. Mittarelli Padre Ab. D. Benedetto y Co- stadoni Padre Abate Anselmo ec. XLVI. Altri Scrit" tori di storia ecclesiastica e di sacra filologia. XLVII. Zaccaria Padre Francesco Antonio. XLVII I. Conti- nuazione delle notizie dello stesso. XLIX. Sue opere. L, Continuazione di ciò che risguarda le stesse. LI. Altri Scrittori sacri. LII. Frediani Ildefonso ed altri Scrittori. LUI. Passini Padre Vincenzo Maria. LIV. Altri Scrittori od editori di opere altrui. LV. Marna- chi Padre Tommaso Maria. LVI. Gallicciolli Abate

XIX

Gio. Battista ed altri Storici ecclesiastici. LVU. Scrit- tori Biblici. LVin. Continuazione degli Scrittori Bi- blici. LIX. Ansaldi Padre Casto Innocente, Correale Padre D. Casimiro. LX. Ebrei Scrittori di cose Bibliche.

C A P 0 1 1.

Filosofia, e Matematica.

/. Gabrielli Pirro Maria, Bichi Galgano. IL Tre- visani Bernardo, Vico Gio. Battista. IH. Si conti- nua a parlare delle opere del Vico. IV. Peggi Pier Francesco ed altri Filosofi. V. Zanetti Francesco Ma- ria. VI. Continuazione dei lavori del Zanotti. VII. Continuazione di ciò che risguarda lo stesso. Vili. StelUni Giacomo. IX. Barkovich Francesco ed altri Scrittori di filosofia. X. Buonafede Padre Abbate Ap- piano. XI. Spugni Padre Andrea ed altri Scrittori di metafisica. XII. Soave Padre Francesco. XIII. Sue opere. XIV. Genovesi Antonio. XV. Zorzi Alessandro. XVI. Miceli Vincenzo. XVII. Grimaldi Vincenzo An- tonio ed altri Filosofi. XVIII. Fisici. XIX. Bertucci Gio. Battista. XX. Fromond Padre Claudio. XXI. Belgrado Padre Jacopo. XXII. Fisici diversi. XXIII, Scarella Padre D. Gio. Battista. XXIV. Bassi Lau- ra Maria. XXV. Algarotti Conte Francesco. XXVI. Beccaria Padre Gio. Battista, Bianchini Fortunato. XKVII. Altri Fisici. XXVIII. Corti Professor Bonon ventura. XXIX. ArdinghelU Maria Angela, da S. Mar^ tino Padre Gio. Battista. XXX. Gattoni Canonico Giu- lio Cesare ed altri Fisici. XXXI. Torre (della) Pa- dre Giammaria. XXXII. Cigna Dottor Gio. France- sco, Cardini Francesco. XXXIIL Canini Maria, Corsi

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Conte Giulio, Vassalli Anton-Maria. XX KIV. Scrittori di Economia civile. XXXV. Altri Economisti XXXVI. Carli Conte Gio. Blnahlo. XXXVII. Opere economi- che dello stesso. XXX Vili. Verri Pietro. XXXIX. O- pere di economia civile dell' Abate Genovesi. XL. Neri Pompeo ed altri Scrittori di Economia. XLI. Presta Giovanni. XLII. Galiani Ab. Ferdinando. XLIII. Al- tri Economisti. XLIV- Paradisi Conte Agostino, Ric- ci Cav. Lodovico ed altri Economisti. XLV. Matema- tici. XLVI. Geometri. XLVII. Grandi Padre Abate Guido. XLVIII. Opere del Padre Grandi e sue que- stioni letterarie. XLIX. Continuazione delle notizie del Padre Grandi. L. Altri Geometri e Matematici. LI. Torelli Giuseppe. LII. Aritmetica e Algebra. LUI. Riccati Padre Vincenzo Gesuita. LIV. Piccati Conte Giordano LV. Manfredi Gabriele. LVL Fagnani Con- te Giulio e suo Figlio. LVII. Raìnpinelli Padre Ra- miro. LVIII. Pagani Paolo ed altri. LIX. Agnesi Maria Gaetana. LX. Altri Algebristi. LXI. Grange (la) Luigi. LXII. Opere e memorie di La Grange. LXIII. Lavori di Lagrange sulle equazioni e intorno alla Matematica mista. LXIV. Valperga di Caluso Ab. Tommaso, Cossali Padre D. Pietro. LXV. Mas- cheroni Ab. Lorenzo. LXVI. Canterzani Sebastiano. LXVII. Raffini Prof. Paolo. LXVIII. Continuazione di quanto riguarda la vita e le opere dello stesso. LXIX. Altre opere dello stesso. LXX. Saladini Ca- nonico Girolamo , De Antoni Alessandro ed altri . LXXI. Astronomia, Bianchini Francesco. LXX li. Ope- re e lavori astronomici del Bianchini. LXXI li. Ma- raldi Giacomo Filippo. LXXIV. Marinoni Jacopo ed altri Astronomi. LXXV. Stancar i Vittorio Francesco.

XXI

LKXVl' Manfredi Eustachio. Ll^X VII. Continuazio- ne di ciò che riguarda il Manfredi. LXXVIII. Sorel- le del Manfredi ed altri Astronomi. LXXIX. Zanot- ti Eustachio. LXXX. Boscoi^ich Padre Ruggiero Giu- seppe. LXXXI. Altri lavori del Boscoi^ich e suoi viag- gi. LXXXII. Continuazione di detti viaggi. LXXXIII. Altri Astronomi. LXXXIV. Toaldo Abate Giuseppe. LXXXF. Chiminello Abate Vincenzo. LXXX VI. Ca- it itoli Cav. Antonio. LXXXVII. Frisi Padre Paolo. LXXXVIII. Continuazione dei lavori del Padre Fri- si. LXXXIX. Vicende dello stesso al suo ritorno in Ita- lia. XC. Contese del Padre Frisi. XCI. Ultimi periodi della, sua vita. XCII. Reggio Francesco , Rizzi-Zanno- ni Antonio. XCI II. Filiasi Conte Jacopo. XCIV. Piazzi Padre Giuseppe Astronomo. XCV. Osservatorii Astrono- mici eretti in Italid nel XVIII. Secolo. XCVI. Idrau- lica. XCVII. Zendrini Dottor Bernardino. XCVIIL Continuazione di ciò che riguarda il Zendrini. XCIX, Corradi d' Austria Domenico, Bertaglia Romualdo. C. Poleni Marchese Giovanni. CI. Lavori idraulici del Poleni. GII. Altri Idraulici. CHI. Ximenes Pa- dre Leonardo. CIV. Lecchi Padre Antonio ed altri Idraulici. CV. Gaudio Francesco Maria Chier. Rego- lare, evi. Bonati Teodoro. CVII. Lorgna Cav. An- ton-Maria. CVIII- Temanza Tommaso ed altri Idrau- lici. CIX. Bacialli Giovanni, Michelotti Prof. Dome- nico Francesco. CX. Meccanica ed oggetti di Mate- matica mista. CXI. Soardi Conte Gio. Battista ed al- tri Matematici. CXII. Altri scrittori di Matematica mista.

STORIA

DELLA LETTERATURA ITALIANA

nel Secolo XVIII.

LIBRO L

Stato dell* Italia nel Secolo XVIII. e sul principio del Secolo XIX.

Ija morte di Carlo IL Re di Spagna e quella del Sommo Pontefice Innocenzo XII. le nobili e lodevo- li azioni del quale ne rendettero il nome rispettabi- le alla più tarda posterità , funestarono il principio di questo secolo memorabile quant'altri mai, specialmente per li strepitosi avvenimenti che nel suo tramonto agi- tarono tutto il mondo. Succeduto nella Cattedra Pon- tificale il Cardinale Albani che assunse il nome di Clemente XI. Sovrano di gran mente e protettore magnanimo delle lettere e delle arti, tentò egli, ma invano, di allontanare dall' Italia il turbine che la mi- nacciava per la guerra della successione di Spagna, guerra, che dopo essersi con varia fortuna combat- tuta dai contendenti Sovrani, terminò con la pace di IJtrecht segnata Fanno 1718. avendo Luigi XIV. sul finir de' suoi giorni veduto nuovamente trionfare le sue armi che assicurarono ai Borboni il trono delle Spagne. Dopo alcuni anni però rivide la nostra Peni- sola nuove soldatesche straniere, e ne provò il peso per le sempre incerte vicende guerriere che rendet- tero vittoriose ora le armate Galli-Spane ora le Austro- Sarde, finche stanchi i Potentati Europei della lunga lotta si ricomposero alla quiete col trattato di pace del 1749. stipulato in Aquisgrana . Epoca più fortu- Tomo I. i

1

Ristretto cii

a Storia della Letteratura Ital.

nata forse non vi fu mai per V Italia quanto questa in cui rassicurati i varj Principi dai quali è dominata , sui proprii possedimenti , rivolger poterono i pensieri e le cure loro a procurare la, felicità dei sudditi, a pro- muovere le scienze e le arti di ogni genere , come vedremo nel decorso di questa Storia, e a render queste belle contrade ognor più oggetto di curiosità, e di ammirazione agli Stranieri. Ma come il secolo XVIII. spuntò accompagnato dagli orrori della guer- ra, cosi egli finì lasciandoci involti in una Iliade di mali, la memoria , e le infauste conseguenze dei qua- li staranno negli animi nostri profondamente impres- se. Né riuscì a noi più propizio 1' incominciar della presente età, perchè ognun sa quante volte avvicendar- si vedemmo brevi giorni di. pace ad anni di guerra , di carestie e di guai fisici e morali, che sconvolsero r opinion pubblica con grave danno dei veri interes- si dei popoli. Faccia il Cielo che la pace donata dai Sovrani Monarchi alF Europa sia durevole, e possano così gli ingegni umani consacrarsi ai buoni studii e al coltivameuto delle scienze che assicurano la prosperi- tà delle Nazioni e ne fissano i destini.

LIBRO I.

Mezzi adoperati a promuovere gli studii.

CAPO I.

Idea generale dello stato d' Italia in questo secolo.

Ristretto di ciò >^

cVie nel corso di j l>fnantunque turbata a quando a quando Y Ita-

questo secolo av- ^-1 T. T.

venne di novità lia sìuo alla mctà del secolo dalle guerre, queste pe-

a diverse parti ^ . ir -i ^^

d'Italia. ro non alterarono m sostanza la lorma dei Ooverni

L I B R o I. 3

già stabiliti. Lo Stato di Milano, e il Regno di Na- poli e Sicilia cambiarono padroni, però, essendo pas- sati il primo sotto il dominio della Casa d' Au- stria 5 e il secondo dopo di aver per varii anni ub- bidito alla medesima fu poi restituito ai Borboni re- gnanti nelle Spagne. Le Repubbliche di Venezia, di Genova e di Lucca continuarono a reggersi sul loro piede , e le altre Provincie Italiane furono governate dai Principi rispettivi che alcuna volta ritirar si do- vettero a motivo delle contese gueiTCscbe dalle lo- ro sedi , ma poi ritornarono ad occupare pacifica- mente gli stati aviti allorché cessarono i tumulti e le guerre. L' estinzione della linea dei Farnesi cam- biò la Dinastia dei Ducati di Parma e Piacenza, i quali furono di comune accordo delle Potenze Euro- pee ceduti alla Corona di Spagna, e lo stesso accad- de alla Toscana che per essersi spenta la Casa de' Medici venne in potere dell' Austria. Sulla fine poi del secolo XVIII. si rovesciò, come già si disse , Por- dine delle successioni stabilito in Italia, si salvaro- no dalla comune rovina i reggimenti delle Repubbli- che.

II. Assunto nel 1 700. al Trono Pontificio il Cardi- "•

naie Albani che prese il nome di Clemente XI. si deiulZdottTxl trovò egli ben tosto m grandi angustie per P immi- J^tefici mtT^ nente guerra della successione di Spagna in cui fu '!'»«'»*<» ««co'*»- involta anche F Italia , e quantunque procurasse il Pontefice , come Padre comune dei Fedeli , di per- suadere il mantenimento della concordia alle grandi Potenze che insieme lottavano per uno scopo così importante , pure non vi riuscì , ma ebbe però il contento di stabiUre con P Imperatore Giuseppe I. la pace avanti che si combinasse quella di Utrecht. Il Suo Pontificato fu distinto da più illustri azioni, e me- nta specialmente di essere ricordata la spedizione da

i in tutto

^ Stori \ f>i

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Il Car.li.»..! 1 del «li'tnnlo Pi. drl prati CUmik di CUMn«n!<» XII. < della sut'«*«'«^ion»* «li 8ai il sovt^rni» di <| proc«"9so tlil i^iUnli vnto Rottosiarr all« lora in Italia. iM se, di vtMlrrr ro ]ire7.zo «laj

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4 Storia della Letteratura Ital.

lui ordinata di Monsig. Carlo Ambrogio Mezzabarba in compagnia di molti Missionari alla China, onde otte- nere le più accurate informazioni sulla difficile que- stione allora agitata dei Riti Cinesi ; mostrò egli poi somma premura per far prosperare le belle arti e le lettere come vedremo altrove . Gli succedette Inno- cenzo XIII. già Cardinal Conti, ma il breve di lui Pontificato non gli diede tempo di spiegare le nobili virtù e le rare doti che lo adornavano , perlocchè rincrebbe assai alli suoi sudditi e particolarmente ai Romani F immatura di lui morte. V insigne Ordine dei Predicatori diede nella persona del Cardinal Vin- cenzo Orsini un nuovo Pontefice alla Cattolica Chie- sa, il quale la resse per sei anni circa assumendo il nome di Benedetto XIII. , e colla celebrazione del Concilio provinciale Lateranense , e con V aver fatto determinare l'Arcivescovo di Parigi, il celebre Car- dinal Noailles ad accettare la Bolla Unigenitus rese | importanti servigi alla Chiesa Universale, e con i rari esempli di umiltà e di sincero distacco dai beni del- la terra lasciò una ben fondata riputazione di santità. | Il Cardinal Lorenzo Corsini venne eletto invece . del defunto Pontefice a succedergli , e in venerazione , del gran Clemente XI. suo promotore prese il nome ! di Clemente XII. Gli affari del Portogallo e quelli della successione di Parma e Piacenza occuparono as- sai il governo di questo Papa , come pure il famoso processo del Cardinal Coscia , e dopo di aver egli do- j vuto sottostare alle vicende della guerra riaccesasi al- | lora in Italia, ebbe la consolazione prima che moris- } se, di vedere ristabilita la pace comprata però a ca- ro prezzo da' suoi sudditi, per la lunga dimora delle truppe straniere negli stati Pontifìcii . Passato a mi- glior vita questo Sovrano con lode di aver governa- | ta la Chiesa e lo stato con prudenza e giustizia , e '

L I B R o I. 5

con zelo , e lasciato avendo gloriosa memoria di se per i magnifici edifizii eretti in Roma, e per T efficace pro- tezione accordata alle belle arti, il mondo Cattolico ebbe nelF anno 1740. la consolazione di vedere as- sunto al Solio Pontificio il gran Benedetto XIV. già Cardinal Prospero Lambertini Arcivescovo di Bologna. Io qui non mi difionderò nel fare V elogio di quest' Uomo veramente sommo, perchè avrò luogo di ram- mentare in molti luoghi di questa Storia le sue glo- Tiose azioni , e di annoverare le molte insigni sue opere che lo rendettero immortale j solo dirò che la sua pietà, il suo bel cuore, la penetrazione grande di mente, e la singoiar sua dottrina lo costituirono uno dei più rinomati Successori di S. Pietro , e li magni- fici stabilimenti dei quali fii arrichita la sua mercè, Roma, le confermarono vieppiù il titolo di Regina di tutte le Città. Dopo un regno di anni 18. circa com- piè la sua mortale carriera questo illustre Pontefice, a cui successe il Cardinal Carlo Rezzonico Vescovo di Padova che denominar si volle Clemente XIII.

Ebbe egli un governo pieno di traversie e di ama- rezze cagionategli specialmente per lo spinoso affare dei Gesuiti , la soppressione de' quali così istantemen- te dalle Potenze principali di Europa richiedevasi; in mezzo però alle continue afflizioni nelle quali passò gli undici anni del suo Pontificato, non mancò di pro- curare i vantaggi temporali de' suoi sudditi, e quel che è più, di promuovere con tutto lo zelo i vantaggi del- la Cliiesa di Dio a lui affidata. Testimonio di quanto io qui asserisco sono , la riedificazione del Porto di Civitavecchia e la costruzione ordinata di altri pub- blici grandiosi edifizii , la profusione dei soccorsi pre- stati ai sudditi in tempo di carestia , la ristampa del Catechismo Romano , e F Enciclica a tutti i superio- ri Ecclesiastici per rimettere in vigore V osservanza

6 Storia della Letteratura Ital.

della regolar disciplina del Clero tanto secolare che regolare. Di carattere dolce ed inclinato alla benefi- cenza siccome era questo Papa, venne in morte com- pianto da' suoi sudditi e venerato sempre dagli stra- nieri ; e se il suo Pontificato fii sparso di triboli e di spine , certamente non fii meno disastroso quello del Successore di lui il Cardinal Ganganelli Clemente XIV. Le varie innovazioni che alcuni Sovrani d' Italia co- minciavano ad introdurre nei loro stati relativi ai Conventi delle diverse Religioni, le reiterate e ognor sempre più vive istanze che alcune delle primarie Corti continuamente facevano a quella di Roma per una definitiva risoluzione sulla sorte della Compagnia di Gesù , non potevano a meno di non amareggiar sommamente l'animo del nuovo Pontefice. La deter- minazione da lui presa in questo affare , se spiacque a molti , da non pochi ancora fìi difesa , per loc- chè difficile assai rendesi nella opposizione dei parti- ti il dare una giusta idea del carattere di questo Pon- tefice , che dopo il breve governo di poco più di un lustro lasciò vacante la Sede Romana. Chi lo depresse sommamente , chi lo esaltò sino alle stelle : i difficili tempi in cui egli regnò; furono senza dubbio il moti- vo di così varii giudizii sulle azioni di questo Sovra- no a cui la posterità però negar non potrà vigore di mente , somma destrezza nel maneggio de' scabro- si affari allora pendenti coi Principi Europei, amore per le arti belle che dimostrò particolarmente con 1' erezione del Museo dementino , e un disinteresse singolare che evitar gli fece la taccia di nepotismo solita a darsi ai regnanti in Roma, disinteresse che caro lo rendette ai poveri di Gesù Cristo. Era riser- bato a Pio VI. che sottentrò al difficile carico di reg- ger la Chiesa e lo Stato dopo la morte di Ganganel- li, il dover trangugiare il calice delle amarezze che

L I B R o I. 7

r universal crisi d' Europa, e lo spirito di vertigine del secolo gli avevano già da gran tempo preparato . Il Cardinal Braschi , che tale era il suo cognome , fii un Principe di animo grande , di mente elevata , e di dottrina non ordinaria fornito ; non mancò egli di adoperare tutti quei mezzi politici e religiosi, che la sua doppia qualità di Regnante , e di Pastore univer- sale dei Fedeli gli somministrava per allontanare quei mali da cui la Cristianità e i popoli tutti erano mi- nacciati. Intraprese viaggi, pubblicò Bolle, procurò di persuadere i Sovrani ad una reciproca e forte allean- za ; ma le sue cure furono dalla malignità dei tempi rendute inutili , e dovette col sacrificio della propria vita in terra straniera pagare V ammirabile costanza da lui dimostrata in mezzo al rovinoso turbine di guai che oppresse la Chiesa di Dio e gli stati Ponti- ficii unitamente all' intiera nostra Penisola. Non ostan- te però che egli lottar dovesse con la più avversa fortuna, lasciò monumenti della sua grandezza che lo renderanno celebre e venerato alla più tarda poste- rità. I lavori delle Paludi Pontine , la fabbrica del Museo Pio dementino cominciata dal suo antecces- sore e da lui terminata, la nuova sagrestia della gran- de Basilica di S. Pietro, F insigne Biblioteca da lui raccolta e la protezione efficace da lui accordata alle scienze ed alle arti, mentre ci danno una luminosa prova delle ottime qualità che distinguevano questo Sovrano , desiderar ci fanno che egli avesse potuto sedere in tempi migliori al Governo di Roma . più felici riuscirono i piimi anni del Pontificato dell* immortai Pio VII. già Cardinale Chiaramonti dell'in- signe Ordine di S. Benedetto, il quale seguendo le orme dell' illustre e sventurato suo Predecessore , non gli è al certo inferiore nelle eccelse virtù da lui spie- gate nel lungo e travaglioso suo Regno , e che la Di-

8 Storia della Letteratura Ital.

villa Provvidenza riserbò a segnare nei fasti della Cat- tolica Chiesa e del mondo una delle epoche le più memorabili per lo ristabilimento della legittima Auto- rità e dell' ordine sociale, in. III. La posizione geografica del Piemonte die sem-

Vicende del . -ri t n

Piemonte e del- P^e motivo a quci oovrani di spiegare una iniluenza iL'defouchYdiP^^^^^^^''^^'^ negli alTari politici, e nelle guerre fra le Savoja. Potenze Europee ; ne mancarono quei paesi di provare

anche nel secolo decorso li sinistri effetti di questa cagione . Al cominciar di esèo regnava colà Vitto- rio Amedeo II. il quale allorché scoppiò la guerra per la successione di Spagna , aderendo alle parti di Lui- gi XIV. credette bene di allontanarsi in appresso da questo alleato per seguir V Austria, Molti sacrifizii, è vero, a lui ed a' suoi popoli costarono gli impegni che assunse e varia fu la sorte delle sue armi , ma alla fine gli riuscì di sollevarsi dall' abbattimento in cui era perciò caduto , e dopo la liberazione di Tori- no operata dal Gran Capitano il Principe Eugenio , non solo conservò ma estese anzi ed ingrandì i prò- | prii dominii . I Sovrani che dopo lui tennero lo scet- tro di quel Regno, ebbero sino alla metà del secolo a sostenere diverse guerre , ma poi respirarono, e Car- lo Emanuele III. dopo la pace di Aquisgrana potè in- tieramente dedicarsi al bene de' suoi sudditi , fortificò le sue piazze , disciplinò le milizie , adornò le Città , animò i talenti e protesse la Religione. Fra le Case Sovrane d' Europa , che ebbero a soffrire dalla rivo- luzione Francese , quella di Savoja dovette più delle altre soccombere al peso delle sciagure , perchè spo- gliata di tutti gli stati di Terra ferma e condotta dai Francesi prigioniera nelF Italia meridionale , altro ri- fugio non ebbe alla fine che la Sardegna , dove si ri- tirò e visse finché gli inaspettati avvenimenti dell'an- no 1814. restituirono il Trono a que' gloriosi e sven-

L I B R o I. 9

turati Principi che estesero con l' aggiunta del Geno- vesato i loro domimi.

IV. Se la Toscana nelle età trascorse formò forse ^ .^^- . , oìr£,etto di invidia adi altri popoli Italiani, che la vi- venuti nella To-

■^ *- ^ •ì r> J 'cana in q^uesto

dero sorgere a tanta grandezza sotto il Lroverno dei secolo. Medici ; la morte dell' ultimo suo Sovrano naturale il Duca Gian Gastone avvenuta nel 1737. con 1' estin- zione della linea maschile di questa Casa , le cagionò necessariamente il cambiamento della Dinastia che è sempre più o meno fatale ai sudditi. Francesco I. di Lo- rena Sposo deir Augusta Imperatrice Maria Teresa ne andò al possesso , ma lontano da questi nuovi suoi Stati 5 dopo di averli visitati in persona , ne affidò il governo al Conte di Richecourt il quale procurò di rendere ai Toscani meno sensibile la perdita fatta, col promuoverne Findustiia ed il commercio, che sono i mezzi i più atti per la prosperità di que' popoli , i quali abitano un suolo fertile ma montuoso , e quindi per se incapace di alimentar tanta gente. Allorché poi la Sovrana sunnominata destinò il Principe Leopoldo suo Figlio a Gran Duca di Toscana, si rianimarono queste Provincie al veder stabilita di bel nuovo fra esse una Casa regnante per governarle. Molte novità si intrapresero per parte del novello Regnante e al- cune di esse produssero del bene , ma però non cor- risposero sempre alle saggie di lui vedute ed alle sue intenzioni gli effetti. Ciò non ostante il governo di Leopoldo fece progredire le arti, le scienze ed il commercio della Toscana , governo che egli poi ce- dette al suo secondogenito il Gran Duca Ferdinan- do , allorché per la morte dell' Imperator Giuseppe II. egli assunse la corona imperiale. Si resse per qual- che tempo contro la piena dei guai che inondò l'Ita- lia nel 1796. il nuovo Gran Duca, ma alla fine do- vette anch' egli cedere , e veder i propri! Stati domi-

IO Storia dflla I.i-ik atira Itai .

nati da altro Principe, v iliveair jiarte del

Grande Impero Francese, tirirlu caduto (fuesto Colos-

so, ritornò Ferdinando in dezza , o comparve, dopo quasi errante, a f^overn.if sudditi.

V. La Sif^noria di \

State tlelU P»»- i . . . t "> »/|

puhbi.ch^d. Ve- adottate da suoi Mn

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colo.

•("^siorie di Sp salvò <la molti mi li n frire lo smendiraiiiento 5Ìone delle armi 'l'uni quietò mai più :, iìv\ nin prudenza del suo povemc» sa soc^getti i vanta^f^i della piata Old i '■o'>- portò '' ca Hrpulildjea, Ir «in I varii anni signore^;;^ ri d' Italia e |H)s<*ia n»i rollo parti' dri Hoti' fitria , allorrli«- si i Non fu cosi traiiq . la Hepuld>lira di Geno una Illuda guerra « (piali più volte HI Hill no ora li si^^noria dei i

d«dr avita gran- ii di una vita direi

i«ivo gii amali suoi

iiendo le ninj(<iime

urihi rruerra dcl- I ueiilralità (die la

,i«TÒ nel 1715. ioi^ li per la iuva- < Ih* non riao » '•colo j>oi la li )K)|K)li ad €9- la guerra sco|>- ' i «pitdr anti- ->err state jmt 1'* (lai Con({ui«tato- Mi Italiano, forma- I ["-rator d'Au- gi 1.1 11 d' Luropa. pcri(Mlo di tempo ilovette. sotftenere I tlfdla Corsica , i I Ueu(ivesi e provaro- , ora di Avventurieri

colà >l).ireali, r. tinidmeiiir 301 sottrattisi al domi-

ni«) di (Genova soggi 1 FraiH-ia. Ne tiiroito «pi riroiio i (Genovesi, poi aspro eonllitto ebbero <pi' striache nel 174^., conflitto ro gloria, ma inlìiie eo<<iò a caro; conservò tuttavia 09sj no tino al tcniùuar del icco

n) a ijucllo dell M.K- agitazioni che so 1.1 ù l>reve si , ma pi litro ramii Ai riin a tornò a mbblica a di goy iV

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inruMlro lina TM{ir ÌAu il Wurla.

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Ir Pro%inrie Milaiir^i rulmriitr tolto il H<»: fiorimno Ir Arti, 1* Affri" VII. Non ti trovo |»an' aiiiii di cui parlo . lo d Hrciìo tirile . ili Na]K}li rontrogli ^\^f •ul principio drl »rcolo t . iir rni Padrone , dai T- Faro, r do{»o la |»ac* d da Filip|K) V. ceduta au

VI , ma gli Spafniuoli uui> [L<* con la forra «ii

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IO Storia della Letteratura Ital. nati da altro Principe, e poscia divenir j»arte del Grande Impero Francese, finché caduto questo Colos- so, ritornò Ferdinando in possesso dell' avita gran- dezza , e comparve, dopo molti anni di una vita direi quasi errante, a governare di nuovo gli amati suoi sudditi. V. V. La Signoria di Venezia seguendo le massime

puhbHche di v^ adottate da' suoi Maggiori, conservò nella guerra del- neziae di Geno-jg succcssione di Spao;na una rigorosa neutralità che la

va in questo se- io o

colo. salvò da molti mali, ma dovette però nel 17 15. sof-

frire lo smembramento de' suoi dominii per la inva- sione delle anni Turche nella Grecia che non riac- quistò mai più. ; nel rimanente di questo secolo poi la prudenza del suo governo fece godere ai popoli ad es- sa soggetti i vantaggi della pace , finche la guerra scop- piata nel 1796. portò F ultimo eccidio a quelF anti- ca Repubblica, le cui Provincie dopo essere state per varii anni signoreggiate e calpestate dai Conquistato- ri d' Italia e poscia riunite al Regno Italiano , forma- rono parte dei Dominii dell' Augusto Imperator d'Au- stria , allorché si riordinarono gli affari d' Europa. Non fu così tranquilla in questo periodo di tempo la Repubblica di Genova, perchè dovette, sostenere una lunga guerra contro gli Isolani della Corsica , i quali più volte si ribellarono ai Genovesi e provaro- no ora la signoria dei Francesi , ora di Avventurieri colà sbarcati, e finalmente poi sottrattisi al domi- nio di Genova soggiacer dovettero a quello della Francia. Ne furono queste le sole agitazioni che sof- rirono i Genovesi , poiché altro più breve , ma più aspro conflitto ebbero quei popoli contro l'armi Au- striache nel 1746- ? conflitto che da prima tornò a lo- ro gloria , ma infine costò a quella Repubblica assai caro; conservò tuttavia essa la sua forma di gover- no fino al terminar del secolo XVIII. alla qual' epe-

Libro I. n

ca incontrò una sorte simile a quella della Repub- blica Veneta.

VI. La Spagna era padrona delle belle Provincie di vi. Lombardia , ma la guerra della successione cagionò statrarLombar- r occupazione loro per parte dei Francesi , che do- *^^*- vettero poi cedere al valore delle truppe Tedesche comandate dal Sommo Capitano il Principe Eugenio,

e la pace di Utrecht ne assicurò all'Austria il posse- dimento . Quantunque nello spazio di tempo trascor- so dal 17 14. al 1746. scendessero varie volte nuova- mente dall'Alpi i Francesi, e uniti alle armate Sarde contendessero all' Imperatore il dominio in Italia , pu- re la vittoria si decise in line a favor di quest' ulti- mo che dal 1 749. al 1 796. restò pacifico signore del- le Provincie Milanesi e Mantovane, nelle quali spe- cialmente sotto il Regno dell' Augusta Maria Teresa fiorirono le Arti , 1' Agricoltura ed il Commercio.

VII. Non si trovò parte d' Italia in questo periodo di Rcffn Jdeiie due anni di cui parlo , più agitata da varie vicende , quan- Sicilie.

to il Regno delle due Sicilie . Dopo la sommossa seguita in Napoli contro gli Spagnuoli a favor degli Austriaci , sul principio del secolo fu tolta al Re di Spagna, che ne era Padrone , dai Tedeschi la Sicilia di qua dal Faro , e dopo la pace di Utrecht quella di venne da Filippo V. ceduta anch' essa all' Imperator Carlo VI ; ma gli Spagnuoli non cessarono di procurare coi maneggi e con la forza di riacquistar così ricchi e deliziosi Paesi, che finalmente verso la metà del seco- lo tornarono stabilmente in loro potere ; e il Re Carlo III. dopo la pace di Aquisgrana procurò la fe- licità de' suoi sudditi colla clemenza da lui esercita- ta , colla retta amministrazione della giustizia , pro- movendo la navigazione e il commercio , e proteg- gendo nobilmente le Belle arti, specialmente con la magnanima impresa delle escavazioni di Ercolano. Che

12 Storia della Letteratura Ital. Che se sul finire del secolo XVIII. e sul cominciare del XIX. dovettero quei Regni provare i funesti ef- fetti del totale sconvol^mento delF ordine accaduto in Europa, ebbero poi il vantaggio di ritornare dopo lo stabilimento della pace sotto il paterno regime di Ferdinando. StatlEs^ten». e V^" ^^^^P^ ^^ cstiuzioue dclk liuca dei Farnesi di Parma. passarono gli Stati di Parma e Piacenza sotto il do-

minio della Corona di Spagna, che vi stabili un ra- mo della propria discendenza, i cui Infanti governa- rono per più di settanta anni quelle Provincie e gio- varono a' buoni studii , ed alle arti liberali. Miglior destino però incontrarono in questo stesso periodo di tempo gli Stati Estensi , perchè vi regnarono sem- pre gli antichi loro Sovrani e fra questi si distin- se Francesco III. di gloriosa memoria, perchè ab- bellì la Capitale Modena , animò con V apertura di nuove strade il commercio, e incoraggiò validamente le scienze e i loro coltivatori. V estinzione della linea Estense portò in queste Provincie dopo il rista- bdimento dell' ordine in Europa quelle variazioni che per r ordinario succedono al cambiar Dinastia ; poi- ché noi abbiamo avuta la sorte che un Figlio dell' Augusta Maria Beatrice nella quale ebbe termine la Principesca Estense prosapia, venga a sedere al reg- gimento di queste Provincie , il quale emulando le vir- tù degli Avi forma la felicità dei popoli al paterno suo Trono soggetti.

i3 LIBRO L

CAPO IL

Favore e munificenza de* Prìncipi e di altri illustri Personaggi verso le Lettere.

I. -L" idea generale dello stato d' Italia da noi pre- sentata nel Capo antecedente ci ha fatto conoscere così di passaggio , quali furono quei Sovrani e quei Pontefici che più degli altri si distinsero nel favorire le scienze e le lettere; ora però dobbiamo più spe- cificamente narrare quanto di interessante eglino ope- rarono a vantaggio delle medesime. Nella prima me- tà del secolo di cui scriviamo , siccome per diverse volte la guerra portò nelle nostre contrade la deso- lazione e i mali tutti che ne sono funesta conseguen- za , così i Principi Italiani non ebbero tempo e mez- zi per animare con efficacia gli ingegni alla coltura dei buoni studii e delle arti belle. Ciò nullameno non omisero di far quanto loro permettevano le circostan- ze , e negli intervalli degli anni pacifici che trascor- sero dalle une alle altre' guerre suscitatesi allora , pro- varono i Letterati più o meno gli effetti della muni- ficenza de' Sovrani. Quando poi con la pace generale ridonossi la quiete all' Italia , risorsero le Accademie già prima stabilite , se ne fondarono delle nuove , si istituirono Licei ed altre pubbliche scuole , si propo- sero premii agli inventori di utifi scoperte , e per ogni maniera si animarono coloro che degli studii scrii ed ameni formar si vollero gradita occupazione.

IL Li cambiamenti di Governo a cui soggiacque il ii.

Regno delle due Sicihe nei primi anni del Secolo poire^Skiiia.*' XVIII. impedirono i progressi delle scienze in quelle Provincie, e finche non vennero esse restituite alla Di-

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IV

(i) UiiiodM.o 4r|l< l •lauai iliutti. £•*••.!.« f\* T I ytf *■<

i4 Storia della Letteratura Ital. nastia Spagnuola che tranquillamente regnò sino ver- so il terminar del secolo, non poterono i sudditi go- dere i benefici influssi della protezione Sovrana in fatto di lettere e di arti. Carlo III. come si disse, più degli altri Principi in ciò si distinse , e gli farà sempre molto onore V impresa d' Ercolano con la quale tan- to avanzò e giovò allo studio dell'antichità, e nell'O- pera in cui descrivonsi i monumenti escavati li suoi Successori lasciarono un perenne testimonio della ge- nerosa loro munificenza. Ma non si ristrinsero agli oggetti di antiquaria e di belle arti le cure Sovrane, e nel 1778. istituita venne un'Accademia scientifica che si prefisse a scopo principale di estendere le co- gnizioni in fatto delle scienze naturali ed esatte ; e siccome poi 1' istruzione della gioventù riguardar si deve in uno Stato ben regolato quale interessantissi- mo oggetto da chi ne siede al governo , così in que- sto stesso anno promulgaronsi varii utili regolamenti per la Regia Università di Napoli, in. III. Fra i Pontefici che si mostrarono splendidi pro-

inan?"J^Cardh)a- tcttori d' ogui utilc disciplina occupa uno dei primi li proiettori del- pQg^j Clemente XI. dell'antica e nobilissima famiglia Albani. Ascritto fin da giovine alle principali Acca- demie di Roma nelle quali più volte lesse erudite dis- sertazioni sacre e profane, non lasciò, mentre era Car- dinale , di promuovere i vantaggi degli Uomini dotti, e allorché nel 1700. salì al Solio Pontificio, fece go- dere gli effetti della sovrana sua munificenza agli scien- ziati, incoraggiò le Accademie esistenti in Roma special- mente quella De Propaganda, e richiamò a nuova vi- ta l'altra del disegno detta di S. Luca (i). Emulo

(i) Notizie degli Arcadi T. IIL Roma 1721. pag. 36i. Chi desideras- se di conoscere estesamente i meriti di questo grande Pontefice , vengane la vita scritta dall' Ab. Pietro Polidori.

L I B R O I. l5

di liii fu il Nipote Cardinale Alessandro Albani che liberalmente protesse i coltivatori delle scienze , e rac- colse nella famosa villa di sua Casa da lui nelle vici- nanze di Roma formata una serie di monumenti che gareggiar poteva con le più scelte di simil genere di studii ai quali egli particolaraiente si consacrò ( i ). Al- lorché parlar dovremo dell'immortale Pontefice Bene- detto XIV. come Autore, vedremo contemporaneamen- te quanto egli operasse a vantaggio de' buoni studii e delle amene discipline; qui basterà il dire, senza ti- more di esagerare, non esservi stata persona inclina- ta alle scienze da Lui conosciuta che in Lui non tro- vasse un valido appoggio e per i lumi che di buon grado comunicava, e per la generosità con cui rimu- nerava, e per gli eccitamenti d'ogni maniera che egli porgeva a coloro , che incamminavansi alle lettere. Le scienze sacre furono , come era suo principal dovere, da Lui protette e la fondazione dell'Accademia Bene- dettina in Bologna di cui altrove si parlerà, fu opera sua , e le molte pubbliche fabbriche innalzate sotto il Regno di questo Pontefice , e i monumenti di antichità ed altri capi preziosi dei quali allora venne arrichito il Campidoglio, lo costituirono uno dei più splendidi Mecenati che vantar possano le scienze e le arti. iv.

IV. Gli studii di Antiquaria furono in ogni tempo ^j^l'^^^jf^'"^"'®"^* cari ai Romani , e forse uno dei principali motivi di ^^ > Pontefici ed questa predilezione lo ebbero nella gran suppellettile di pezzi antichi , di statue e medaglie , di bronzi ed altre simili cose che tutto giorno si scuoprono in quel- la vasta Città , e che esercitarono ed esercitano ogno- ra le penne degli eruditi, i quali colà più che altrove trovar possono abbondante pascolo alla dotta loro cu- riosità. Usarono quindi, i Sovrani di Roma chi più chi

(i) Dizionaijo degli Uomini illustri Eassano 1796. T. I. pag. 270.

i6 Storia della Letteratura Ital. meno dei mezzi che erano in loro potere per favori- re tali scoperte e per conservare i monumenti già dis- sotterrati. Particolar menzione però merita die di lui si faccia Clemente XIV, perchè egli ordinò la erezio- ne del Museo da Lui detto dementino, in cui si col- locarono gii oggetti più rari di Antiquaria che in Ro- ma ed altrove trovavansi. Ma la morte che troncò presto i giorni di questo Papa, non gli permise di a- vanzar molto la grand' opera cominciata, che il suo Successore Pio VI. quantunque regnasse in tempi non meno difficili, condusse a buon termine, e somministrò cosi ampia messe al celebre Ennio Quirino Visconti per farne la descrizione , che onora i Papi i quali pensarono a formare una collezione così immensa e così pregevole , e rese immortale il suo Autore . Ne questa sola memoria di munificenza lasciò il Ponte- fice Braschi , perchè oltre i grandiosi lavori che mi- gliorarono il Porto di Terracina e quelli del riapri- mento della Via x\ppia e dell' asciugamento delle Pa-!- ludi Pontine di suo ordine eseguiti , a lui deve molto l'Architettura e per la fabbrica della sagrestia che mancava al primo Tempio del mondo Cattolico, e per la nuova collocazione dell'Obelisco e dei Cavalli co- lossali a monte Cavallo, e per altri magnifici edifizii 'f che eriger fece. La scultura poi e la pittura non so- no meno dell'Architettura debitrici a Pio VL perchè validamente le protesse e perciò fiorirono mentre egli regnò (i). Oltre i Pontefici concorsero a sostenere il nobile edifizio della Repubblica Letteraria anche non pochi Cardinali. Una ricca e copiosa Biblioteca raccol- ta dal Porporato Genovese Giuseppe Imperiali ven- ne da lui nel 1702. ad uso pubblico destinata, e ne abbiamo per opera di Monsignor Fontanini il Cata-

fi) Compendio della sua Vita e suo elogio storico S."^ Venezia 1799.

L I B R O I. 17

logo alle stampe : altro non men segnalato benefizio rendette alla Chiesa il prelodato Cardinale con F isti- tnire in Roma T Accademia ecclesiastica scopo della quale era 1' educazione della nobile gioventù che al sacerdozio consecravasi. Dotato egli di rari talenti so- stenne luminosi impieghi e si fece universalmente sti- mare per la sua probità e per F amore che portò al- le scienze (i).

V. Non inferiore in sapere alF Imperiali mostrossi ^ -^Cardina- il Cardinal Alessandro Capponi Patrizio Romano il i> Protettori de*

, . ,. . , -,. . -, buoni studii.

quale si distmse per la vasta sua erudizione e per la rara perizia nelF Antiquaria, perlocchè meritò di esse- re da Clemente XII. incaricato di presiedere alla dis- posizione del Museo Capitolino che sommamente so- disfece gli intelligenti. Ben meritò poi egli inoltre del- le buone lettere con il dono fatto alla Vaticana del- la scelta sua Biblioteca abbondante di rare edizioni, e della quale Monsig. Giorgi ci diede nel 1747- nn ca- talogo da erudite note arrichito. Il Fontanini nella sua Biblioteca della Eloquenza Italiana e il Tonelli in quella detta Bibliografica parlano con molta lode del Cardinal Capponi che possedeva inoltre un dovizioso Museo di Medaglie , di Cammei e di altri simili ogget- ti da lui lasciato al Ch. Gesuita Contuccio Contuc- ci (2,). Promotore zelante delle scienze si mostrò pu- re il Cardinale Enrico Enriquez di Campi nel Regno di Napoli- il quale impiegato in varii Governi per lo Stato Pontifìcio riuscì caro ai popoli alle sue cure af- fidati , ravvivò in Ravenna le due Accademie e^à ivi stabilite di Storia Ecclesiastica e di Filosofia, amplian- done i confini, e per sua cura ristampossi con giunte copiose ed annotazioni la Storia di Ravenna opera

(i) Dizion. degli Uom. ili. T. IX. pag. 28. Bassano 1796. (a) Dizion. suddetto T. IV. pag. 81. Tomo I. 2.

i8 Storia della Letteratura Ital. di Girolamo Rossi . A questo Cardinale perciò come a splendido Mecenate molti intitolarono i loro libri , ed allorché morì fu onorato con solenni esequie e con funebre orazione (i). '

VI. VI. La Città di Ferrara ci offre ora nel Cardinal

Cardinal Rimi- _^. .Tr..-iT •■!

naidi. Giovanni Riminaldi un personaggio per ogni titolo

ragguardevole: eletto Cardinale nel 1783. dopo di aver occupato vani dei più cospicui posti nella Corte Ro- mana, r amor della gloria servi di acuto sprone alle sue pubbliche e private azioni sempre ad ottimi fini dirette. Patrocinò egli i dotti, le scienze, le arti e gli artisti, eresse memorie a varii celebri Letterati, procu- rò edizioni di opere utili , e raccolse monumenti dei più rari ed insigni d'Antichità e della migliore scul- tura, e fece ognora spiccare non meno la sua muni- ficenza nel raccoglierli che il suo buon gusto nella loro scelta. Continue e generose beneficenze usò ver- so la Patria, e specialmente in favore di quella Uni- versità di cui era Presidente fin da Prelato, e la qua- le può dirsi dovere a lui la propria esistenza e quel- la fama che si acquistò . Ad un vasto genio ed alle moltiplici cognizioni scientifiche congiunse il Cardinal Riminaldi le più belle cristiane virtù che il sosten- nero in morte. Ferrara lo onorò di solenni funerali a un soggetto così di essa benemerito giustamente do- vuti , e il Signor Annibale Marietti recitò in Perugia F elogio funebre di questo illustre Porporato (a). Cardinali Ot- ^^^' Quautunquc il Cavalicr Tiraboschi nella sua

^f^."*"' ^l^"° ""^ Storia della Italiana Letteratura abbia già fatto men-

Albani Alessan- cj

dro. zione del Cardinal Pietro Ottoboni (3); pure essendo

questi vissuto fino all'anno 1740- del passato secolo,

(i) Zaccaria Padre Francesco Annali Letter. d' Italia T. I. parte II. pag. 234.

(2) Dizion. degli Uom. ili. T. XVII. pag. 67.

(3) T. VIII. Lib. I. Capo IV.

L I B R O I. 19

io non debbo qui ommetterlo. Ebbe per Patria Vene- zia e fu Nipote di Alessandro Vili, che lo creò Car- dinale e Vice cancelliere di S. Chiesa. Suo Padre ec- cellente poeta eli infuse l'amore per la bella lettera- tura che egli coltivò con impegno e promosse ; servi in qualità di Segretario l' Accademia degli Infecondi ed altra ne stabilì nel Palazzo del Cardinal suo zio, e in amendue produsse non pochi leggiadri componimenti tanto in prosa quanto in verso. Ma l'Arcadia più d'ogni altra letteraria adunanza a lui liconobbesi debitrice per il favor speciale con cui la riguardò e la sosten- ne, essendo egli uno dei primi Cardinali che volle es- servi ascritto , intervenendo frequentemente alle ses- sioni della medesima e ben sovente accogliendola nel proprio palazzo. In questo pure aveva il Cardinale Ot- toboni un domestico teatro in cui recitavansi molti suoi drammi condotti con non ordinario artifizio , e tale era la pompa con cui rappresentar li faceva che non sonosi forse mai più vedute macchine così inge- gnose e magnifiche. Proteggeva egli perciò le arti li- berali e meccaniche ed ebbe fra suoi famigliari e pit- tori, e musici ed architetti , ed altri rinomati sogget- ti, fra i quali contansi Monsig. Francesco Bianchini e Monsig. Lodovico Sergardi. A dir breve la sua Corte era un ricovero delle belle lettere ed arti, e molti scrittori si fecero un pregio di dedicargli le loro ope- re e di far di lui onorevole ricordanza. La sua Biblio- teca era doviziosa di libri , e in essa passarono molti preziosi Codici manoscritti della celebre Cristina Regi- na di Svezia, e possedeva pure egli un Museo abbon- dante di medaglie e di pitture eccellenti. Allorché neir anno 1709. soggiornò in Firenze, venne acclamato Accademico della Crusca , e accettò F offerta di un medaglione col suo ritratto da una parte e con em- blema rappresentante la Poesia nel rovescio : abbia-

20 Storia della Letteratura Ital. mo alle stampe quasi tutti li suoi Drammi ed Ora- torii, e molte poesie di lui trovansi sparse in diverse raccolte. Compiansero la sua morte accaduta il 2,0. Febbrajo del 1740. tutti i Letterati e Professori di belle arti che in lui perdettero un valido appoggio, e Roma che per lungo tempo ricordò gli amabilissimi suoi co- stumi e il magnanimo suo genio (i). Allorché il Pon- tefice Clemente XII. fondò il Museo Capitolino, fece in esso collocare la ricca suppellettile di medaglie di piccola , mezzana e di massima grandezza , di marmi , di bronzi e di altri monumenti Greci, Egizi o Roma- ni raccolti dal Cardinale Alessandro Albani altro pro- tettore delle arti, il quale imj)iegò molto tempo e in- signi fatiche a compilare questa preziosa raccolta, e mostrossi amico dei Dotti ma specialmente degli Anti- quarii, giacché la scienza più a lui favorita quella fu dell'antichità (a). /"^Qard Vili. Chiuderà la serie degli illustri Poi^orati che Silvio. in questo secolo coadiuvarono ai progressi dei buoni

studii il Cardinal Silvio Valenti Mantovano Segreta- rio del gran Pontefice Benedetto XIV. Portatosi a Ro- ma si applicò alle scienze più necessarie ad un Pre- lato della Corte Romana , e contemporaneamente si formò un gusto raffinato nelle belle arti, trascurò le scienze naturali e le matematiche. Con questi sus- sidii acquistò quella rettitudine di mente e di giudi- care che richiedesi in un gran Ministro quale egli rie- sci, e si formò uno stile semplice , chiaro e pieno di robustezza. In mezzo agli aftari politici che trattar do- vette continuamente come Segretario di Stato e Ca- merlingo di -S. Chiesa, si ritirava spesso il Valenti ad

(i) Novelle Letter. di Firenze an. 1740 T. l. p. 'i^n. (2) Guarnacci inj Vitae et res gestae Pontificum. T. IL pag. ^CJ^. t: Questo Cardinale viveva anche nel 1761. ed aveva allora 69. anni.

L I B R O I. 2,1

una deliziosa sua Villa, dove tutto sembrava annun- ciare un dotto Liceo, e l'abitazione di un Pomponio Attico. Un giardino Botanico corredato di piante eso- tiche, una scelta Biblioteca ed un sontuoso apparato di tutto ciò che vi ha di più squisito nelle belle ar- ti, formavano il più gradevole trattenimento ai Dotti che colà radunavansi a ragionare secolui di scienze ; nel che fare usava il Cardinale di una somma urba- nità , e cortesia con tutti , a segno che sembrava di- menticare Teminenza del suo grado. Colle quattro Ac- cademie istituite in Roma per trattare tutto ciò che ii£fuarda la scienza Ecclesiastica e la Romana antichi- tà, prestò egli alla Chiesa segnalati servigi j promosse inoltre la spedizione dei Matematici Boscovich e Mai- re per misurare un grado del meridiano negli Stati di Sua Santità , ed efficacemente protesse le belle ar- ti adornando con pitture e statue insigni la sua vil- la ; finalmente per tacer d'altre cose a lui fu debitri- ce F Accademia di pittura detta di S. Luca che da alcuni anni languiva, se venne riaperta e potè ripren- dere le sue operazioni (i).

IX. Non furono però i soli Romani Pontefici e i .in- cardinali quelli che si fecero solleciti di promuovere distinti che pro- in Italia il buon gusto e di procurare l'avanzamento ^uidii. di ogni ramo di sena e di amena Letteratura. Il Chia- rissimo Conte Giammaria Mazzucchelli (2) ricordò il Conte Carlo Archinto Milanese che nel 1702, istituì in patria un' Accademia di Cavalieri i quali coltivar do- vevano le scienze e le arti nobili ; e quantunque le guerre che in quei tempi desolarono le Provincie Ita- liane, non permettessero lunga vita a questo utile sta- bilimento, pure l'Archinto non si scoraggiò, ed oltre

(i) Novelle Letter. di Firenze an 1776. T. VII. pag. 661. (2) ScriUori d'Italia T. I. parte II. pag. 964.

aa Storia della Letteratura Ital. l'aver raccolto una copiosa Biblioteca alla quale ag- giunse i più rari strumenti matematici, ebbe egli il merito di unire la celebre Società Palatina in Milano , mercè della quale si hannoalle stampe molte opere voluminose che forse giacerebbero tuttora inedite , e fra queste contasi la gran Raccolta Muratorìana Scrip- tores Rerum Italicarum.

La ristaurazione delFAccademia dei Trasformati in Milano è dovuta al Conte Giuseppe Imbonati Comasco che le diede con molta dignità ricovero nel suo pa- lazzo e splendidamente favorì i Letterati fra i quali di- stinse Balestrieri Guttierez e Passeroni (i) . Ne deve ommettersi di far menzione del Marchese Antonio Nic- colini Fiorentino dotato di rari talenti alle più cospi- cue virtù cristiane congiunti, perlocchè si conciliò la stima universale, e nei viaggi che più volte intrapre- se alle Corti di Europaottenne V amicizia dei Princi- pi e Signori grandi. Le Accademie della Crusca e de- gli Apatisti in Firenze udirono più volte con plauso le sue composizioni ; fii egli inoltre largo di sua pro- tezione ai Dotti ed ai Letterati con molti dei quali, e fra questi con i più rinomati di Europa ebbe il Nic- colini erudito carteggio (2). ^; X. Quei soggetti dei quali abbiamo finora parlato

ter Ft a ucesco ed rivolsero Ic loro cuic c Ì bcueficii loro a prò delle «i^'i. ""^ "* *" lettere delle scienze e delle arti in generale , come pur fece il Nobile Veneziano Andrea Memmo (3); ma ad uno scopo più determinato ed insiem più nobile ed interessante diresse le sue mire il Senator France- sco Foscari Veneziano grande Ministro di Stato, a pro- muovere cioè in modo speciale gli stiiclii sacri. Quan-

(i) Dizion. degli Uoni. ili. T. IX. pag. 26. Giovio Elogio degli Uomini ili. della Comasca.

(a) Dizion. degli Uom. T. XIII. pag, 126. (3) Gamba Galleria Quaderno XVIII.

Libro II. 2,3

tunqiie occupatissimo per gli affari della sua Repub- blica per la quale andò Ambasciatore alle primarie Corti, trovò tuttavia tempo per attendere alle scienze. Un bel frutto de' suoi travagli e delle sue sollecitu- dini lo abbiamo nella insigne e voluminosa opera in- titolata Tìiesaurus Antiqiiltatum Sacrarum etc, compi- lata con la sua assistenza dal Clùar. D. Biagio Ugolini, e pubblicata a spese del Foscari in trentaquattro Vo- lumi in f.*^ nella quale illustrasi tutto ciò che riguar- da le antichità Ebraiche. Il Padre Galand trovò pure in lui un possente ajuto per la sua impresa della Bi- hliotheca Veter. Patrum Graecorum et Latinorum in XIV. Volumi , la quale senza il soccorso di un Mece- nate non avrebbe potuto vedere la pubblica luce. Chi desiderasse poi di conoscere più estesamente quanto operasse questo illustre Soggetto a vantaggio della Re- ligion nostra Santissima, consulti l'elogio storico di lui dal Marchese Antonio Solari scritto nel 1791. cioè un anno dopo la morte di un tant'Uomo. Sebbene inferio- re di merito al Foscari, pure non deve qui ommettersi il Doge Veneziano Pietro Grimani mancato ai vivi nel 1762; conosceva questi a fondo le scienze ed essendo Riformatore dello studio di Padova, procurò a quella Università il maggior lustro, e la fece con ogni impe- gno rifiorire per modo che gli venne colà eretta una statua con iscrizione corrispondente (i). Protesse egli munificamente le scienze ed i Dotti i quali venivano sempre da lui in ogni maniera distinti ed onorati, ed oltre l'aver raccolto una pregevole Biblioteca, promos- se con ogni mezzo le buone discipline, e cosi tacendo mantenne in Venezia il gusto per le lettere , e per le scienze, e continuò la serie di tanti illustri Senatori che contribuirono al decoro della loro Patria. Meritossi

(i) Dizion. ec. T. VI. p. 247.

i4 Storia della Lt.ti il Giimaiii iin»ltn' por 1(» M^MFotti , ck'l Bcltiuelli. tlcdicarongli i loro scritti tacer non devesi del F:i« < parco lodatore riconosriut - I. jin|,tratr.fi- oa sotto il govcriio deir A

Maria 'IVrrsa. _, , %

Teresa non enne crrtani» Paesi di (fiiella vasta nionan ' firenza Sovrana verso le * Iritcqiretf dri macnaTi - Firmi;... Conic a II iuia t a (|ii(dr 1 111 tiiori i ^"'° iiiian di Trento suo minittro

Ila nroenrò di a»*! < «'iid.ii e stJC^etto lu'iì diotmlo <j peva allf i|iialit.i drll" che fornito era di non ' re a nn(»vn «j>l«Midore le I aprirono la sua niercr t' nuove Aecademie ; 1' \ dute vennero di nuoN- le Arti e V Agricoltura soi rarono assai. Olir- Conte d' Arco «iim

va tenutasi alT or.

nel 1782, il Professore 1 latino la vita, v il suo ma' gli fece coniare una i' un superbo nioinimrn: vanta nel Marclic^r ( '. 7. di Gennaio drl 17^1. uno .1 morendo lasciano un gran \ii"t rio di se lui mondo (3). ^«i-

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2-}. Storia della Letteratura Ital. il Grimani inoltre per lo stesso motivo le lodi dell' Algarotti 5 del Bettinelli , del Rousseau e di altri che dedicarongli i loro scrìtti, e fra li suoi encomiatori tacer non devesi del Facciolati generalmente come parco lodatore riconosciuto (i). La Lombardia Austria- L^mperatriee ca sotto il ffovcmo dcll' Auffusta Imperatrice Maria

Maria Teresa. _ "=* _ . ° , . ^.,. v i

teresa non ebbe certamente da invidiare gli aitn Paesi di quella vasta monarchia riguardo alla muni- ficenza Sovrana verso le scienze ed i loro coltivatori. Interprete dei magnanimi sentimenti dai quali era Firmiaii Conte animata quclF immortale Sovrana, il Conte Carlo Fir- mian di Trento suo ministro plenipotenziario in Ita- lia procurò di assecondare le sagge di lei vedute 5 e soggetto ben distinto qual mostrossi che congiun- geva alle qualità dello spirito quelle del cuore, e che fornito era di non comune dottrina, fece risorge- re a nuovo splendore le Università ed i Ginnasj ^ si aprirono la sua mercè nuove Biblioteche, si fondarono nuove Accademie ; V Astronomia e la Fisica provve- dute vennero di nuove macchine e di Osservatoti, e le Arti e P Agricoltura sotto il suo ministero prospe- rarono assai. Oltre V elogio in sua lode recitato dal Conte d' Arco suo Cugino nelP Accademia di Manto- va tenutasi all' occasione della sua morte avvenuta nel 1782, il Professore Teodoro Villa ne scrisse in latino la vita, e il suo successore il Conte di Wilzeck gli fece coniare una medaglia ed erigere in Milano un superbo monumento sepolcrale (2,). La Toscana vanta nel Marchese Carlo Ginori Fiorentino nato il 7. Gennajo del 1701. uno di quei rari uomini che morendo lasciano un gran vuoto, e un lungo deside- rio di se nel mondo (3). Sostenne egli infatti con

(i) Meschini della letter, Ven, ec. T. IL p. 47. 48.

(a) Dizion. ec. T. VL pag. 173.

(3) Dizion. sudd«tto T, VII. pag. 214.

L I B R O I. 2,5

puLblica soddisfazione le più cospicue cariche , ed impiegò le sue pingui ricchezze a comun benetìzio. Per dar maggior lustro alla sua Patria introdusse nuo- ve arti nel Gran Ducato , e vi allevò nuovi artefici colà chiamati da' suoi generosi stipéndii ; la eccellen- te fabbrica di Porcellana da lui eretta , nella quale alla fina qualità dei pezzi unir seppe la più squisita eleganza nel disegno e nel colorito , lo rendette mol- to benemerito delle arti. La pittura, il disegno e mol- ti lavori di industria si fecero a gara ammirare nei magnifici edifizii da lui innalzati. L'ingegnosa manie- ra di lavorar le pietre dure colle macchine idrauliche le più singolari , il trasporto di non poche rare ed utili piante esotiche, e di varii animali dilettevoli ed utili airUomo dalle più remote parti del globo in Italia furono opera sua. Diede egli novella vita al Marchesato della Cecina , e con la migliorata agricoltura e con la popolazione aumentata e con 1' avere introdotta la pesca dei Coralli in quel mare . Additò ad una so- cietà di mercanti Livornesi la maniera di aprir cor- rispondenza nelle Indie orientali, e sotto la sua dire- zione fece vela per F America la prima nave con bandiera e con equipaggio e Capitano Toscano. Que- st' Uomo insigne e per le cognizioni scientifiche di cui era adorno , e per la soda sua pietà e religione ? e per la sua penetrazione e prudenza nelle ardue im- prese , fu rapito da un colpo apopletico li 1 1 . Aprile dell'anno 1757., ed a lui i Livornesi tributarono l'o- maggio di una raccolta di componimenti nei quali piansero la perdita amarissima da essi fatta, ed esalta- rono le virtù di questo soggetto T elogio del quale leggesi nel Voi. IV. di quelli degli illustri Toscani. Il Padre Zaccaria nella sua Storia Letteraria (i) ri-

(i) T. IX. pag. 478. e seg.

26 Storia della Letteratura Ital. corda con lode Monsignor Alessandro Litta Vesco- vo di Cremona morto nel 1754- il quale promosse ef- ficamente le buone lettere e gli studii Ecclesiastici , per il che fare eresse nel palazzo Vescovile le Catte- dre di do2:mi e di Canoni, e con animo signorile e senza aver riguardo a spesa munificamente protesse le scienze.

LIBRO L

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CAPO III. Università^ scuole pubbliche ed Accademie.

l. il Cav. Tirabosclii nella sua Storia dell' Ita- liana Letteratura (i) dovette restringersi a poche pa- gine nel descrivere lo stato delle Università d' Italia nel secolo XVII. perchè assai decadute dal lustro a cui erano antecedentemente pervenute ; più vasto ar- gomento ci somministreranno tali stabilimenti nel se- colo XVIII. in cui risorsero a migliori destini , e il loro numero fra noi si accrebbe , e in quasi tutte l' inseii^namento si estese ad ofijui ramo di scienza, ed anzi nelle più cospicue si moltiplicarono in una stes- sa facoltà i Professori , onde potessero a un maggior- numero di Uditori comunicare la necessaria istruzio- ne. Seguendo noi V ordine topografico in cui sono disposte le Provincie che compongono la nostra Pe- nisola , comincieremo dal parlar brevemente intorno le scuole del Regno delle Due Sicilie . Sollecito il Re di Napoli Ferdinando IV. di gloriosa memoria della istru- zione de' suoi sudditi , procurò che nella Regia Uni- versità della sua Capitale si insegnassero con tutta

(1) T. VIIL Parte L Gap. IH. sul principio.

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U posahile esosaàime le Scsenze ; perche dal Catalo- go dei Pmfcgioti ^entiineiite tranne- s^-^i da S j^ E«> c^enza il Signor Marcbe*e Carlo di VilZ^rC'ii p-rr- mezzo del CMar. ed emditi^aio Abate Francesco Caiio^lBeTi . Tilexaà che searantatre Cattedre contieBe attuabnente quel Beóo Ardliióiimao, e sai ne ha. la Teoloeia. dleairaTe la Fiàca e la Matematica, nove S4M10 destinate alla Classe Ledale ; Tcratidne ^<er la Medicina e ddniTsia, e sette per le Belle Lettere e la filosofia j fira i dit'erii rami msegnanKSto poi si cootaBO qnelE della Econoinia pdfoiea, ddfe lingae ed AFcbeologia Greca, ed Ebraica, e della K- plomatica , e la &eehk medica è piò. d"" ogni altra estesa, eome Tcdesi anche dal numero d^le aeode ad esea assegnate; fra. le quali liascir deraoo certa- mente per h. Umanità interessanti qaelb dove spie- szé. il Testo di Ippoerate e F altra dorè jz esmofos no i dicrrà sistemi di Mediana. Un T-oliuÙBoeo ite- tnto per ordìiie del Sovrano compilato pii!%eii«e tat- ti i regdbmtaiti ^le oceiHrer possimo tanto per la Ì5tnì7Toge; qmnto per la edneazime <'iiMjij»a nei Repi licei delle Dne SicaEe . dove à è istitmtou co- me fira pieseiitrii-rn:e . nn liceo convitto- E a rend»" pìn e: ' " ' :lie lifriaida la pub-

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26 Storia della Letteratura Ital. corda con lode Monsignor Alessandro Litta Vesco- vo di Cremona morto nel 17 54' il quale promosse ef- ficamente le buone lettere e gli studii Ecclesiastici, per il che fare eresse nel palazzo Vescovile le Catte- dre di dogmi e di Canoni, e con animo signorile e senza aver riguardo a spesa munificamente protesse le scienze.

LIBRO L

CAPO III.

TJniversitày scuole pubbliche ed Accademie.

l. oe il Cav. Tirabosclii nella sua Storia dell' Ita- liana Letteratura (i) dovette restringersi a poche pa- gine nel descrivere lo stato delle Università d' Italia nel secolo XVII. perchè assai decadute dal lustro a cui erano antecedentemente pervenute ; più vasto ar- gomento ci somministreranno tali stabilimenti nel se- colo XVIII. in cui risorsero a migliori destini , e il loro numero fra noi si accrebbe , e in quasi tutte l'insegnamento si estese ad ogni ramo di scienza, ed anzi nelle più cospicue si moltiplicarono in una stes- sa facoltà i Professori , onde potessero a un maggior- numero di Uditori comunicare la necessaria istruzio- ne. Seguendo noi F ordine topografico in cui sono disposte le Provincie che compongono la nostra Pe- nisola , comincieremo dal parlar brevemente intorno le scuole del Regno delle Due Sicilie . Sollecito il Re di Napoli Ferdinando IV. di gloriosa memoria della istru- zione de' suoi sudditi , procurò che nella Regia Uni- versità della sua Capitale si insegnassero con tutta

(1) T. VIIL Parte I. Gap. IIL sul principio.

L I B R O I. 2,7

la possibile estensione le Scienze , perchè dal Catalo- go dei Professori gentilmente trasmessomi da Sua Ec- cellenza il Signor Marchese Carlo di Villarosa per- mezzo del Chiar. ed eruditissimo Abate Francesco Cancellieri , rilevasi che sessantatre Cattedre contiene attualmente quel Regio Archiginnasio , e sei ne ha la Teologia, diecinove la Fisica e la Matematica, nove sono destinate alla Classe Legale , ventidue per la Medicina e Chirurgia , e sette per le belle Lettere e la Filosofia ; fra i diversi rami di insegnamento poi vi si contano quelli della Economia politica , delle lingue ed Archeologia Greca ed Ebraica, e della Di- plomatica , e la facoltà medica è più d' ogni altra estesa , come vedesi anche dal numero delle scuole ad essa assegnate , fra le quali riuscir devono certa- mente per la Umanità interessanti quella dove spie- gasi il Testo di Ippocrate e 1' altra dove si esamina^ no i diversi sistemi di Mediciìia. Un voluminoso sta- tuto per ordine del Sovrano compilato prescrive tut- ti i regolamenti che occorrer possono tanto per la istruzione , quanto per la educazione cristiana nei Regii Licei delle Due Sicilie , dove si è istituito, co- me fra noi presentemente , un Liceo convitto- E a render più completo tutto ciò che riguarda la pub- blica istruzione, si compresero nello statuto stesso le regole ancora per gli educandati delle fanciulle tan- to in Napoli che in tutto il Regno , le norme per le Scuole nautiche e per quelle dei sordi muti , così che si può con ogni fondamento assicurare , che il Re Ferdinando diede a' suoi sudditi un ricco e completo piano di istruzione per ogni classe di sudditi. II. L' Avvocato Renazzi ci diede una diffusa Storia 11.

1 n TT \ 1 T <-i T' 1 11 r> Università di

della Università degli Studu in Roma, e della no- Roma e di Fer- mana Letteratura dal principio del Secolo XIII. si- no al declinare del decimo ottavo , e da questa ap-

rara.

a8 Storia della Letteratura Ital. prendiamo (i) che quel celebre Archiginnasio dopo la decadenza somma a cui era ridotto sul finir del dicia- settesimo Secolo, prese nuovo vigore sotto li Pontifi- cati di Innocenzo XII. e del gran Pontefice Clemen- te XI. , i quali introdussero utili cambiamenti e ri- fi^rme che congiuntamente agli altri mezzi , e special- mente a quello delle Accademie, giovarono a far ri- sorgere il buon gusto neir amena Letteratura non solo in Roma ma in altre Città d' Italia ancora , co- sì che alla metà del passato Secolo incirca dir puos- si sbandita affatto la corrutela dagli Scrittori del sei- cento con tanto danno delle lettere introdotta . Ma allorché sedette sul trono l'immortale Pontefice Be- nedetto XIV. , fra i tanti oggetti scientifici si prese egli una cura particolare della Romana Università, ed oltre una nuova estesa riforma introdusse altri utili stabilimenti , come vedremo parlando di lui , e con somma munificenza congiunta ad una non co- mune avvedutezza protesse ogni maniera d' arti e di buoni studii, il che ci fece con tale e tanta efficacia, che gli immediati suoi successori Clemente XIII. e XIV. ammirando gli stabilimenti magnifici da lui fondati , e le utili opere che ideò e sistemò , un vivo impegno si fecero di conservarle e di accrescerle procurando co- sì di emularne la magnanimità e la grandezza. Con tutti questi sussidii apprestati dai Papi migliorò non poco nel secolo di cui scriviamo la Storia Letteraria , lo stato delle scienze in Roma, ne mancarono per par- te dei successivi Papi nuovi presidii ed ornamenti al- la Romana Letteratura ; e lo stesso Pontefice Pio VI. , quantunque come già si disse , da incredibili sventu- re oppresso , pure dar potè una diversa sistemazione

(i) Lib. V. di detta Storia contenuto nel T. IV. 4."' Roma ap. Pagliari- ni 1806.

L I B R O I. 29

alla Romana Università, la quale dopo di aver pro- vato le avverse vicende dei tempi da cui risorger la fece r immortai Pio VII, ha ricevuto ora dalla sapien- za del Reguante Pontefice Leone XII. una nuova ri- forma, poiché egli ha destinato i Religiosi della Com- pagnia di Gesù ristabiliti come ognun sa dalla Santa Memoria del suUodato Pio VII., a dirigere gli studii ed insegnare nella Università della Sapienza in Ro- ma (i).

Il Pontefice Bonifazio IX. fin dal secolo XIV. istituì Università di

I •! 11 T Ferrara.

in Ferrara un Archiginnasio il quale dopo di aver per lungo tempo fiorito, soffrì assai specialmente dacché gli Estensi abbandonarono quella Città ; e in uno stato di languore si giacque, sino a tanto che il Pontefice Clemente XIV. rivolse le paterne sue cure a rialzar- lo e farlo rivivere . Mentre governava la Ferrarese Provincia il Cardinal Spinola, si compilarono per or- dine del suUodato Papa nuovi statuti per quella Uni- versità (2), e si stabilirono diciotto Cattedre, sei per la facoltà legale , sei per la medicina , due per le scienze sacre , e quattro per la Filosofia e per le bel- le lettere. All' oggetto poi di fare efficacemente ese- guire queste nuove Costituzioni e mantenerle in pie- no vigore , si formò il Collegio de' Riformatori dell' Almo studio di Ferrara composto del Giudice de' Sa- vi e di persone nobili e dotte, indipendente dal gran Consiglio , ad alcun altro magistrato soggetto , perlocchè questa Autorità partecipava , direm così , della Sovranità. Provvisto in questo modo al fonda-

(i) Chi volesse conoscere estesamente le vicende della Romana Univer- sità nel secolo XVIII. può consultare il T. IV. della citata Stori.i quanto mai ampia, nella quale pure troverà un saggio storico della Rcninna lettera- tura sino a tutto il secolo XVIII.

(a) Questi furono stampati nel 1771. a Roma nella tipografia della Rev. Camera Apostolica.

3o Storia della Letteratura Ital. mento dell' edifizio restituì il Pontefice alla Univer- sità una non piccola parte de' suoi redditi in altri usi distratti, mettendola così in istato di poter mantene- re i Lettori primarii , che formano il nerbo principa- le della istruzione , perchè scelti dalle classi degli Uo- mini più dotti e nelle diverse facoltà profondamente versati. Per animar poi vieppiù la gioventù a concor- rere alle scuole Ferraresi, Clemente XIV. non solo ampliò le esenzioni degli antichi scolari , ma destinò premii onde risvegliare fra gli studenti la emulazio- ne , e saviamente determinò che gli impieghi e le ca- riche più luminose conferir non si dovessero se non a coloro, che avessero con lode e profitto frequenta- ta la nuova Università che si aprì il giorno 4- di No- vembre dell'anno 1771. (i), e la quale in appresso do- vette molto alle premure di Monsignor e poscia Car- dinal Riminaldi , come nelF antecedente Capo accen- nai. Chi bramasse di conoscere quali soggetti insegna- rono come Professori in Ferrara sui primi anni del secolo XVIII. , e in quali facoltà istruirono i giovani, può consultare il tomo II. della Storia della Univer- sità Ferrarese che il Borsetti condusse fino all' anno 1735. . ^^^•. . .. III. Allorché parlar dovremo delle Accademie d' I-

Universita di ^ *

Bologna. talia, daremo in breve la Storia della fondazione che

seguì nel principio del secolo passato , del celebre I- stituto di Bologna all' immortale Luigi Ferdinando Marsili Nobile di quella Città interamente dovuta ; ma siccome questo stabilimento giovò non poco ad ampliare lo studio Bolognese , così in questo articolo

(i) Foglio volante stampato a Roma dal Delegato Apostolico Cardinal Girolamo Spinola. Fra i premii destinati ai giovani studenti nelle quattro facoltà Teologica, Medica, Legale ed Idrostatica, eravi quello di 40. scudi da potersi ogni tiennio conseguire da quello che in ognuna di dette classi fosse giudicato il più valoroso.

L I B R o I. 3i

parleremo intanto dei vantaggi dall' Istituto procura- ti alla Università. Sei Professori da prima addetti fu- rono air Istituto, cioè Eustachio Manfredi per l'Astro- nomia , Ercole Corazzi per 1' Architettura militare ; alla Fisica si destinò Bartolommeo Beccari , per la Sto- ria naturale il Canonico Lelio Trionfetti, a cui si af- fidò anche la Cattedra di Filosofia; finalmente a Mar- co Antonio Laurenti si diede da insegnare la Chimi- ca, ed a tutti questi si aggiunse un Bibliotecario col grado di Professore , che fu il Matematico Geminiano Rondelli Modenese (i). Nel 1712. poi si cominciò la gran fabbrica della Specola, che nel 1736. si arrichì di un bel semicerchio meridiano munito di telesco- pio , e nel 1723. si cominciò a costruire il Laboratorio Chimico che giacque però inoperoso fino a che il Bec- cari nel 1734. assunse l'impegno di insegnar questa facoltà. di tutto ciò contenti i Bolognesi, aggiun- sero poco dopo air Istituto la Cattedra di geografia e di nautica, che gli procurò la liberalità di Marco Sbaraglia ricco e colto signore , il quale non s olo fe- ce il necessario assegno per il Professore che nel 1 724. il Senato nominò nella persona di Abondio fratello del suddetto Marco , ma volle questo signore sommi- nistrare inoltre tutti i libri e gli strumenti necessa- rii per ammaestrar bene i giovani in questa scienza. Il Gabinetto Anatomico poi dir puossi fondato da- gli eredi dell'illustre Medico Anton-Maria Valsalva , i quali donarono all' Istituto tutti i pezzi anatomici dallo stesso preparati mentre viveva. Ma si andrebbe troppo in lungo, se volessero qui riferirsi i nomi di tutti coloro specialmente Bolognesi, che si distinse- ro nel proteggere , nell' ampliare e nel fare insignì

(i) De Bononiensi scienti»! um Instituto Commentarii T. I. pag. l3. e seg.

32, Storia della Letteratura Ital. doni all' Istituto 3 che così nel giro di non molti anni divenne uno dei più magnifici Santuarii dell' umano sapere (i). Non tacerò qui tuttavia la munificenza del S. Pontefice Benedetto XIII. che regalò all' Isti- tuto un magnifico assortimento dei ferri chirurgici avuti in dono dal Re di Francia Luigi XV. , e nomi- nò un nuovo Professore di Chirurgia , cioè il celebre Pietro Paolo Molinelli, di cui a suo luogo si parlerà, il quale venne destinato ad insegnare la Chirurgia sui cadaveri , e il maneggio degli strumenti nei due Ospitali della vita e della morte in Bologna (2).

Clemente XII. della Casa Corsini ordinò che la Specola venisse corredata di istrumenti Astronomici lavorati a Londra , i quali giunsero soltanto dopo la sua morte , e diedero poi motivo a rifabbricare più solidamente la sala dove collocar dovevansi. La ge- nerosità di Vittoria Caprara arrichì il laboratorio chi- mico di una suppellettile di vasi e di libri ereditati da' suoi maggiori , e così potè darsi principio ad insegnar praticamente questa facoltà, il che tanto più facilmen- te si ottenne , in quanto che 1' esempio di questa Da- ma fu seguito da altri generosi Cittadini Bolognesi zelanti della gloria patria , e dei quali non mai ha mancato quella Città. Quando scriveremo la Storia dell' Anatomia, daremo le notizie del celebre Erco- le Lelli fabbricatore di pezzi di Anatomia; ma frat- tanto qui lo ricorderemo , siccome quegli che anima- to e protetto da Monsignor Lambertini , cominciò a lavorare i pezzi in cera per il Gabinetto Anatomico appoggiato alla munificenza di Niccolò Aldrovandi ; e siccome quantunque venisse questi presto a morte , 1' opera non rimase sospesa , poiché essendo divenuto

(i) Op. cit. T. L

(2) Op. cit. T. IL pag. 20. 21.

L I B R o I. 33

Papa il sullodato Monsig. Lambertini. ordinò egli nel 1 742. che si stringesse il contratto col nominato Lei- li perchè formasse l'anatomia dei muscoli e delle os- sa, al che questi si prestò usando di tutte le possi- bili facilità, cosicché provvide piuttosto all'onor suo che al guadagno (i). Si amplificò poi nel 1776. il no- minato Gabinetto con i lavori della celebre Anna Mo- randi Manzolini che insegnò anche T anatomia , e maneggiava e preparava i cadaveri con perizia sin- golare , così che maravigliar faceva chi la osserva- va (2). Ma se conoscer si volesse con quali e quanti doni di libri , di macchine e di altri oggetti scienti- liei venisse arricchito per tutto il secolo XVIII. l'Isti- tuto, e quali ampliamenti ricevessero i varii gabinet- ti . annessi, può leggei^i quanto diffusamente ne scris- se il Segretario nei T. VI. e VII. dei citati Comrnen- tarii (3) nei quali incontrasi un fatto all' Istituto ol- tre modo onorevole j che alcuni Principi oltramonta- ni cioè, lo hanno visitato ed accresciuto con doni par- ticolari e specialmente il Museo d'Antiquaria con me- daglie assai rare e di valore intrinseco straordinario. Fra questi poi si distinse il Principe di Gurlandia che nel 1780. venne a Bologna e dopo di aver visitato questo magnifico stabilimento , distribuì agli Accade- mici una medaglia con la sua effigie , accrebbe il me- dagliere con Medaglie coniate ne' suoi Stati e nell'Im- pero Russo, e con un capitale di mille Zecchini fondò un premio annuo per l'Accademia di belle arti. (4)

IV. Sul cominciar del secolo XVIII. regnava in To- iv.

y-^ . ffx .-x I . -i , . Università del-

scana t^osimo 111. il quale gareggiando co suoi in- la Toscana, eliti Maggiori nel favorire le scienze ed i Letterati

(i) Op. cit. T. II. pag. a3. ad 46. (a) Op. cit. T. VI. pac^. i3.

(3) T. VI. pag. 5. 6. T. VII. pag. 14. e seg.

(4) Op. cit. T. VII. p. ac. 21.

Tomo I. 3

34 Storia della Letteratura Ital. mantenne ognora in vigore il Liceo Fiorentino anzi lo migliorò, aumentando le Cattedre di Giurìspruden- za, introducendo quella di lingua Ebraica, promoven- do in modo particolare lo studio della ])uona Filoso- fìa, ed allor quando nel 1712. Monsignor Tommaso Bonaventura della Gherardesca Arcivescovo di Firen- ze istituì il Seminario Diocesano, il sullodato Gran Duca fondò una nuova Cattedra di Teologia scola- stica, e volle clie il Dottor Ippolito Rosselli Profes- sor nominato alla medesima facesse le sue lezioni nel Seminario e non nel Liceo; (i) ed un' altra Scuola si introdusse pure l'anno 1713. nello studio Fioren- tino, quella cioè di Storia Sacra e profana insegnata con plauso dall' A])ate Gio. Battista Casotti.

Conservò F ultimo Gran Duca Gio. Gastone succe- duto al Padre nel 172.3. il Liceo Fiorentino in quel lustro in cui trovollo , onde dir potevasi piuttosto U- niversità, e vi aggiunse due nuove Cattedre quella cioè di Giuspubblico conferita nel 1729. al Dottor Pompeo Neri Badia , e F altra di Botanica , che nel 1737. cominciò ad insegnare in Firenze il celebre Dottor Giovanni Targioni Tozzetti uno dei Fon- datori della Società Botanica (2), e cosi non sbaglia sicuramente chi sostiene che il Governo dei Medici dalla sua origine sino al suo termine riuscì oltre mo- do favorevole ai progressi dei buoni studii. Vicende fieiie Estìuta qucsta Casa Sovrana , il Duca di Lorena

Scuole pubbliche t l tti t t -v

in Firenze dopo poscia Impcrator r rancesco 1. divenne come già si

c«a"Medi^c?^^^* *^^^^^® padrouc della Toscana; nella qual circostanza

i ministri che la governarono in suo nome, non man-

(i) Prezziner Giovanni Storia del pubblico studio e delle società ec. di Firenze ivi 1810. T. II. pag. 107. Questo Seminario dir puossi un vero Liceo in cui oltre le scienze teologiche si insegnano le belle lettere Ita- liane , Latine , Greche ed Ebraiche.

(2) Op. cit. T. II. pag. 128. 140.

L I B R o I. ,35

caroiio di proteggere il Liceo , e col sostituire di mano in mano altri Professori agli attuali che veni- van meno, o passavano ad occupare altri impieghi, e coir aggiungere nuove Cattedre , come fecero nel 1758., creando quella di Ostetricia a cui nominaro- no Raimondo figlio del celebre medico Antonio Coc- chi, e col fondare un'altra Cattedra di Botanica ol- tre quella più sopra nominata , affidandone la dire- zione all' Abate Giovanni Lapi del Borgo a S. Lo- renzo (i). Utili riforme si introdussero nelle Cattedre di Matematica , di Giurisprudenza , di Medicina sotto il famoso governo del Granduca Pietro Leopoldo che nel 1766. venne assoluto Sovrano in Toscana; e ta- le premura ei dimostrò per mantenere ed ampliare il più volte nominato Liceo , che egli stesso dettò le istruzioni da comunicarsi ad alcuni dei nuovi Pro- fessori , perchè nell' ammaestrar la gioventù secondas- sero le filosofiche sue vedute (2). Ma sorse un'epoca luminosa per gli studii medici in Firenze , allorché il sullodato Principe nel 1783. dopo che ristaurar fece ed abbellire lo Spedale di S. Maria nuova, determi- nò che ivi si aprissero costantemente varie Cattedre per l'istruzione dei giovani che lo frequentavano, i quali poterono ivi apprendere la Chirurgia teorica e ])ratica , l'Ostetricia, la Botanica e la Medicina prati- ca, (3) per insegnare le quali facoltà il Gran Duca nominò nuovi abili Soggetti, o confermò quelli che antecedentemente le insegnavano. Altra Cattedra al- la Toscana singolarmente utile si eresse pure, quella cioè di Agricoltura nello stesso anno all' epoca in cui si unirono in una sola F Accademia Botanica e la So-

(l) Op. cit. T. II. pag. 164. if,6. (a) Op. cit. pag. 192. T. II. (3) Ivi pag. 201.

36 Storia della Letteratura Ital. cietà rlei Georgofili, e ne fu nominato Professore il Canonico Andrea Zucchini , che dirigeva anche F or- to dei semplici, e che con pubblica soddisfazione fe- ce per varii anni questa nuova Scuola (i). Ma altri sussidii ancora somministrò Pietro Leopoldo alla pub- blica istruzione nello stesso anno ; poiché fondò a proprie spese un nuovo Ginnasio nel qliartier di Fi- renze detto di S. Spirito, e precisamente nel Con- vento dei soppressi Barnabiti , i quali per lo addietro tenevano scuole pubbliche , continuate perciò sotto il nome di Leopoldine , dove insegnaronsi gli ele- menti sino alla Rettorica , ed inoltre la Filosofia e la Matematica che venne affidata al Sig. Ab. Luigi Fiacchi colto scrittore (2) . Benemerito poi oltre mo- do della scienza fu il celebre Matematico Abate Leo- nardo Ximenes , che a sue spese istituì nella più vol- te nominata Città due nuove Cattedre di Astronomia r una , V altra di Idraulica , e poco prima di morire nominò Professori di esse i due PP. delle Scuole pie Giacomo Del Ricco e Stanislao Canovai Fiorentini Soggetti ben noti alla Repubblica Letteraria. Coniì!!uazione ^ ' Ecco iu succinto quauto iu Fircuzc operò a di (Juan te riguar-vantaffeio della pubblica istruzione il Gran Duca Pie-

da la pubblica ^^ ^ ^^ r^-

istruzione in To- tro Lcopoldo , clic pcr la morte del Fratello Giusep- pe IL chiamato al Trono Imperiale abbandonò la To- scana nel cui governo successe l'anno 1791. il figlio di lui Ferdinando III. A vieppiù dilatare il conosci- mento delle Scienze sacre il nuovo Sovrano per sen- timento del Chiar. Canonico Angelo Maria Bandini Bibliotecario della Laurenziana propose ai Monaci Be- nedettini e Valloinbrosani di aprire nella Capitale una Cattedra di Lingue Orientali, il che essi fecero e nel

(i) Ivi pag. ac6. (2) Ivi paj^'. aoy.

L I B R O I. 37

1793. il Padre Michel' Angelo Luchi Bresciano cominciò ad insegnarle nel Monastero Benedettino della Badia in Firenze ; e Don Francesco Raynal Tolosano stato già Monaco Maurino , fece lo stesso nel Monastero Vallom- brosano di S. Trinità , nel qual' Ordine egli era en- trato . Gonservossi sotto il nuovo Principe lo studio Fiorentino alF incirca nel piede in cui lo lasciò Leo- poldo, ed allorquando nel 1800. dovette il Gran Du- ca Ferdinando abbandonar la Toscana , questa diven- ne Regno d' Etiiiria , e fu governata per due anni soltanto dair Infante di Spagna Lodovico L che man- cato di vita nel i8o3. lasciò la Moglie Maria Luisa Regina Reggente e tutrice del piccolo figlio Infante Carlo Lodovico. Poco durò anche il Regno di questa Principessa poiché l' Imperator Napoleone nel 1807. unì la Toscana all' Impero Francese ; nonostante pe- rò la brevità del Governo di questi due Sovrani pro- curarono essi nuovi ingrandimenti ai pubblici studii in Firenze ; e si vide creata una nuova scuola per le malattie infantili affidata al Dottor Gaetano Palloni , si amplificò r insegnamento all'Accademia di Belle arti con lo stabilirvi un Professore di Geometria, di Mec- canica ed Algebra, che fu il Dottor Francesco Fo- cacci , e vi si aggiunse l' istruzione per la Idrometria, così che gì' Ingegneri ed Architetti potevano in que- sta Accademia compiere il corso necessario dei loro studii (i).

Nello Spedale di S. Maria Nuova la Regina sud- detta sentito il parere del Collegio medico di Firen- ze, eresse nel i8o5. la Cattedra di Storia Filosofica della Medicina , e nominò il Dottor Giuseppe Berti- ni per insegnarla; in altra scuola poi volle che si trattasse delle malattie cutanee e delle perturbazioni

(i) Op. cit. T. II. pag. i'.?.

38 Storia della Letteratura Ital. intellettuali destinandovi il Dottor Vincenzo Chiani- ga; e nel successivo anno i8oó. estese l'istruzione della Ostetricia ordinando che vi fossero due Profes- sori uno per la teorica, e l'altro per la pratica, men- tre per Io addietro mancava questo secondo. Ne qui si limitarono le maijnanime e benefiche viste di que- sta sventurata Regina ora defunta; poiché nel 1807. epoca della sua detronizzazione introdusse nell'Acca- demia di Belle arti lo studio della Storia e della Mi- tologia , affidandone 1' insegnamento al Chiar. Sig. Gio. Battista Niccolini ornamento dell' Accademia Fiorentina; riaprì nello Spedale degli innocenti la Scuola delle malattie de' fanciulli, e seguendo il con- siglio del Sig. Gav. Girolamo Bardi fondò un nuovo Liceo nel Regio Museo di Fisica e Storia naturale . ricchissimo di oggetti spettanti a queste scienze. Sei Professori nominò con suo Motu proprio del 2,0. Feh- brajo 1807. la Regina, i quali insegnar dovevano col sussidio delle preparazioni e delle macchine esistenti in detto stabilimento 1' Anatomia umana e la com- parata , la Chimica , la Mineralogia , la Zoologia e la Botanica; e nel giorno i5. Agosto dell'anno stesso se ne fece nella più imponente maniera 1' apertura , poiché vi intervennero i Principi e tutte le cariche di Corte (i), e recitò l'Orazione inaugurale il Sig. Abate Giovanni Rabbini Professore di Fisica teorico- sperimentale , che nel suo discorso presentò un pro- spetto dell' ingrandimento delle scienze fisiche dai Greci fino ai nostri di (2). Ed era ben giusto, dice il

(i) Ivi pag. 252. alla 260.

(2) Ivi pag. 261. Ecco i nomi dei suddetti Professori. Per 1' Astro- nomia il Sig. Aliate Domenico De Vecchi; il suddetto Sig. Babbini per la Fisica, il Sig. Dott., Giuseppe Gazzeri per la Chimica; l'Anatomia compa- rata toccò al Sig. Dott. Filippo Uccelli ; la Botanica al Sig. Prof. Ottavia- no Targioni Tozzetti , e finalmente la Mineralogia e la Zoologia al Signor Dott. Attilio Zuccagni.

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Sig. Prezziner (i), che le scienze fisiche , le quali con- seguito avevano i maggiori ingrandimenti in Toscana, avessero in Firenze un Ginnasio ad esse consacrato e in un luogo così proprio, tanto maestoso e ricco di collezioni oltre modo scelte in tutti i rami di Sto- ria naturale.

La riunione della Toscana ulF Impero Francese nel 1807. seguita non alterò il sistema di pubblica istru- zione , e si mantennero a Firenze in carica i Profes- sori già dal Governo antecedente nominati , perloc- chè continuarono ad aversi come per lo addietro in detta Città abbondevoli mezzi per istruirsi , sia nelle Scienze , sia nelF amena Letteratura , sia nelle Belle arti; ed anzi due decreti emanarono ai progressi dei buoni studii assai favorevoli ; F uno delF Imperiai regia Giunta straordinaria che nel 1808. riformò FAc- cad ernia Fiorentina , distribuendola in tre Classi ; la prima col titolo di Società del Cimento , che occupar dovevasi della Fisica e della Matematica , la seconda si intitolò Società della Crusca , che aveva per ogget- to la conservazione della purità della nostra Lingua ed i progressi della Letteratura ; la terza classe col nome di Società del disegno coltivar doveva le Belle arti e la Tecnologia . L' altro decreto emanò imme- diatamente da Napoleone allora Imperatore , che sta- bilì un annuo premio di 5oo. Napoleoni d' oro alF Autore di quelV opera di un merito sublime , che a- vesse contribuito a mantenere il nostro idioma in tutta la sua purezza , determinando contemporanea- mente che potesse questo premio dividersi in tre par- ti 5 una per le opere in prosa ; F altre due per quel- le in versi (2). Ma le sopravvenute vicende guerriere

(i) Ivi pag. 266. (3) Ivi pag. 274. e seg.

4o Storia della Letteratura Ital. che rovesciarono l' Impero Francese , non permisero , perquanto io sappia , che questo magnifico premio fosse in seguito distribuito j e soltanto dopo che F Europa si ricompose alla quiete ed all' ordine sociale , il ma- gnanimo Gran Duca Ferdinando III. che la Toscana or piange estinto , rinnuovò la proposizione di un pre- mio simile che alcuni Autori già conseguirono. Università «H Jl Chiarissimo Monsiff. Fahbroni che ci lasciò le

Pi«j.

vite degli Italiani per dottrina illustri, scrisse ancora la Storia dell' antica Università di Pisa , e la pubbli- cò nel 1795. L' esattezza di questo Autore dubitar non ci lascia che se nello scorso secolo quello studio avesse cambiato di forma , o vi si fossero fatte nota- bili giunte e variazioni, egli le avrebbe sicuramente descritte .; perlocchè non vedendosi ciò da lui esegui- to 5 concluder dobbiamo che quella Università si man- tenne air incirca nel sistema in cui era nel preceden- te secolo , se si eccettuino i cambiamenti introdotti nella istruzione dei giovani , cambiamenti richiesti e dalle scoperte fattesi e dal miglioramento del gu- sto. La Storia di Monsig. Fabbroni perciò dir puossi quella dei Professori, i quali fin dopo la metà del se- colo passato insegnarono nell' Archiginnasio Pisano le diverse facoltà scientifiche e 1' amena Letteratura, e non ha certamente mancato l'Autore nel parlare dei più celebri ; talché in quest'opera si rinviene descritta la loro vita letteraria e le principali vicende delle opere che pubblicarono (i).

VI. La Repubblica Veneta seguendo le massime già Padova. (la tempo fissate continuò a mantenere ed anzi ampliò

1' Università di Padova , che sempre gareggiò e per an-

(i) In fine d' ogni Volume di questa Storia trovasi 1' Elenco disposto cronologicamente dei Provveditori, Rettori , Vice-Rettori e dei Professori, il qualo nell' ultimo Tomo termina nell' anno 1737. in cui finì il governo dei Medici.

VI.

Università

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ticliità e per celebrità con quella di Bologna. Generosi stipendii accordava il Senato ai Professori, e munifica- mente glieli accresceva di quando in quando, ed altri premii compartiva loro , allorché pubblicavano opere giovevoli ai progressi delle scienze e delie lettere, per locchè venivano da lontani paesi personaggi per sapere distinti ad insegnare in questa Università, e la loro fa- ma attraeva poi copioso numero di studenti . Nel se- colo di cui scriviamo la Storia, si aggiunsero o si fece- ro rivivere neirArchiginnasio di Padova non pochi in- signi stabilimenti, e avanti tutti nomineremo V Orto Botanico il primo fondato in Europa fin dal secolo XVI. ma poscia trascurato. Dal 1780. al 1740. se ne affidò la direzione al Professor Giulio Pontadera e si ristabilì cosi questa Cattedra (i). Si arrichì in segui- to l'Università di un Museo di Storia naturale, del teatro anatomico in cui tanto figurò Fillustre Profes- sor Leopoldo Marc-Antonio Caldani , di una specola fabbricata nel 1767. nella quale cominciò ad osserva- re il Professor Toaldo padre può dirsi della Meteo- rologia fra noi (2) , del teatro Chimico che diresse per il primo il P. Marco Carburi di Cefalonia, (3) ed a tutti questi stabilimenti si aggiunse la Cat- tedra agraria con tanto vantaggio di quelle Provincie onorevolmente coperta dal Professor Arduino , la Chi- rurgia e la Medicina sperimentale nello Spedale degli infermi, TArchitettura pratica, e finalmente la scuola

(i) Moschini Padre G. Antonio. Della Letteratura Vener^iana T. I- pag. a8. Rotolo dei Professori della Università di Padova gentilmente co- municatomi dal Chiar. Sig. Prof. Floriano Caldani.

(2) La Specola fu collocata nella torre dove il Tiranno Ezzelino an- ticamente aveva le prigioni, il che diede motivo al seguente elegante distico

Quae quondam infernas Turris ducebas ad umhras,

Nunc Vcnetum auspiciis pandes ad astra viam. ,

(3) Rotolo citato 1760. 1761.

4a Storia della Letteratura Ital.

di Ostetricia eretta nell'anno 1 769. per opera del chia- rissimo Professor Luigi Calza Bolognese, che sotto il Doge Foscarini formò a spese della Signoria Veneta vin bel gabinetto di Ostetricia, nella quale epoca an- cora onde animar vieppiù i giovani allo studio, si de- stinarono due medaglie in argento per fregiarne i più valorosi tanto in detta fiicoltà, quanto nelFArchitet- tura Navale (i). Esistevano già in Padova alcuni Col- legi nei quali i giovani forestieri che andavano a quel- la Università, vivevano in comunione, e sotto una re- golar disciplina ; ma siccome questi stabilimenti era- no angusti in confronto della moltitudine degli sco- lari , così gli Eccellentissimi Riformatori di quelF Ar- chiginnasio, e specialmente i No])i}i Francesco Pesaro e Zaccaria Vallaresco rivolsero le loro cure per ac- crescer questi Collegi e per ben regolarli, al qjiale ul- timo oggetto stamparonsi nel 177Ì1. gli Statuti dei due Collegi Greci in Padova ; mentre nelF aimo antece- dente erano stati pubblicati quelli del Collegio di S. Marco in essa Città nuovamente eretto per decreto del Senato Veneto, il quale stese inoltre ottimi prov- vedimenti per alcuni altri di tali Convitti anticamen- te ivi istituiti a comodo della studiosa gioventù. (2) Dopo la soppressione poi della Compagnia di Gesù il Governo Veneto si fece un impegno singolare di fa- vorire in Venezia gli studil d'ogni maniera, e special- mente gli studii sacri, al qual fine elesse nuovi Pro- fessori di Teologia, di Storia ecclesiastica , di critica sa-

(1) Meschini op. cit. p. 29. Le due Medaglie portavano la prima da una parte le parole

Prlncipis munus dall' altra Collegium Zoojatricum Patai^inum . la seconda S. Marcus Venetus in una faccia , e nell' altra S. C. Architect. Pract. Sch, Patao. (a) Ivi.

ma.

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era e di lingue orientali , e compilò gli Statuti delle pubbliche scuole di Venezia stampati nel 1774? affi- dandone poi la direzione ai Riformatori soprannominati i quali vi fecero varii utili cambiamenti in seguito, e vegliarono ancora alla educazione dei giovani chierici studenti (i). vii.

_ , Università di

VII. Il magnanimo Duca di Modena Francesco III Modena e di Par- nell'anno 1772. richiamò a novella vita T Università di Modena, innalzando a tal uopo una magnifica fab- brica, aumentando le Cattedre , e provvedendo questo stabilimento di copiose rendite . Chiamaronsi dotti Professori dall' estero , e si formarono savie Costi- tuzioni che lo fecero fiorire, così che non aveva cer- tamente cosa alcuna da invidiare alle altre Universi- tà Italiane (2), se il tutto guardar si voglia con la do- vuta proporzione. Allorquando poi gli Stati Estensi vennero incorporati nel Regno Italico , si ridusse il no- stro Archiginnasio ad un semplice Liceo, e non riacqui- stò il primiero lustro se non all' epoca felice in cui ascese al Trono il legittimo nostro Sovrano France- sco IV. che nel i8i5. lo riaprì, accordandogli il titolo di Regia Università , e procurando alla gioventù un'ab- hondevole istruzione per mezzo di valenti Professori nei diversi rami scientifici. Parma andò debitrice all' Infante Don Ferdinando se nel 1768. sorger vide fra le sue mura una nuova Università che al dir del Chiar. storico Padre Ireneo Affò nacque e grandeggiò ad un punto (3) . Concepironsi con saviezza le sue Leggi , e concorsero ad insegnare in essa Uomini per dottrina celebri in ogni scienza e facoltà ; come pu- re rispettabili e per sublimità di talenti e per opere

(i) Op. cit. T. I. pag. a5o. e seg. (a) Tiraboschi Bibl. Moden. T. I. pag. 64.

(3) Affò Memorie degli Scrittori Parmigiani T. I. Discorso prelimina- re pag. XLVI.

44 Storia della Letteratura Ital. importanti pubblicate furono quei sog:£:etti che for- marono il Magistrato così detto dei Riformatori il quale vegliava alla buona direzione di questo stabi- limento, vin. Vili. Io non saprei come meglio presentar la Sto-

Scuoie Superiori TiA delle Scuolc supcriori e dell' Università nella Lom- WrtacT.^"'^''' bardia Austriaca per F epoca di cui scrivo la Storia , quanto prevalendomi del quadro fattone dall' illustre Cav. Abate Angelo Cesaris Presidente del Cesareo Regio Istituto in Milano, che gentilmente secondan- do le mie ineliieste mi ha favorito le opportune no- tizie ; ecco le proprie sue parole Nel secolo XVIII. la pubblica istruzione in Lombardia era affidata a' 5, Corpi Religiosi ed Ecclesiastici . Fiorivano in Mila- no gli stabilimenti del grande S. Carlo Borromeo e tra essi il Collegio di Brera dato ai Gesuiti col- le prerogative di Università ; le scuole di S. Ales-r^ Sandro dotate dal Patrizio Giam Battista Arcimbol- di e affidate ai PP. Barnabiti , le quali godevano delle medesime prerogative, i Seminarli ecclesiasti- ,5 ci diretti dalla benemerita Congregazione degli Ob- ,, lati ; le antichissime scuole Palatine, e le aggiunte in 55 seguito Cattedre Canobiane ; il Collegio dei Dotto- 55 ri dell'Ambrosiana Biblioteca, i quali per istituzio- 55 ne del fondatore Cardinal Federico Borromeo do- 55 vevano occuparsi non solo degli studii sacri priva- 55 tamente , ma dovevano esser pronti a soddisfare al- 55 le domande dei Cittadini che chiedessero direzio- 55 ne ed istruzione nella coltura delle scienze diver- 55 se 5 per la quale era a tutti aperta quella celebre 55 Biblioteca, j,

Eran questi i principali Istituti di pubblica istru- zione in Milano , e prescindendo dalla Università di Pavia di cui si dirà a parte5 trovavansi sul medesimo piano e sotto la medesima direzione sistemate gratui-

L I B R O I. 4^

tamente in tutta la Lombardia le pubbliche scuole. Li Seminarii Vescovili inn oltre e diversi Collegi di educazione offrivano il comodo di una privata istru- zione nelle lettere ne' buoni costumi , nelle religiose e sociali virtù. Alle Corporazioni sopra indicate poi aggiunger devesi quella dei Somaschi , i quali non solamente si occupavano }»er istituto della cura dei poveri orfani , ma attendevano ancora ad allevare la civile e nobile gioventù , al quale oggetto verso F an- no 1770. stabilironsi in Milano anche i Religiosi delle Scuole pie. E per quanto spetta allo stato delle scien- ze in quel tempo, a farsene qualche idea giova l'in- dicare alcuni dei dotti che le coltivarono dei quali si parlerà a suo luogo, e le opere da essi pubblicate. Al principio del secolo il Muratori Prefetto della Bi- blioteca Ambrosiana colla cooperazione dell' Argelati formò in Milano la celebre Società Palatina , che for- nita riccamente la mercè di alcuni Signori Milanesi di tutti i mezzi , diede principio e compimento alla collezione in trentun Volumi in f.° degli Scrittori del- le cose d' Italia (i). Al Muratori nella Prefettura dell' Ambrosiana succedette il Sassi , ed al Sassi il Branca uomini per le opere loro quanto mai riputati ; nella erudizione della Storia patria si occupò indefessamente il Conte Ginlini che ne pubblicò dodici volumi ; e nel medesimo argomento dopo lui con viste filosofiche scrisse il Conte Pietro Verri , e con buon criterio an- che il Padre Abate Fumagalli , che in appresso diede in luce le sue istituzioni diplomatiche assai stimate . In diversi rami di scienze politiche ed economiche si distinse il Conte Gian Rinaldo Carli , che riposando dalla presidenza del Magistrato camerale si consacrò

(1) In altro luogo si ragionerà più a lungo di questa celebre Tipo- grafia.

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46 Storia della Letteratura Ital. intieramente ai favoriti suoi studii , e pubblicò la col- lezione delle sue opere in diecinove volumi , e fra queste merita particolar ricordanza la sua grand''opera storico-economica sulle monete. Nella moderna analisi sublime acquistò glorioso nome donna Maria Agnesi , ed in generale nella Matematica pura ed applicata elementare pregiaronsi assai le opere del Re , del Fri- si del Lecchi e di altri che fecero onore agli studii in Lombardia coltivati. Fama non ordinaria si acqui- stò il Gesuita Guido Ferrario co' suoi latini Commen- tarii sulle campagne militari del Principe Eugenio di Savoja, e di altri Generali Austriaci , e con un nuo- vo genere di epigrafia tutto suo , col quale descrisse il Regno militare dell' Imperatrice Maria Teresa , e le imprese guerresche e politiche del Re Carlo Emanue- le di Savoja, come pure altri pubblici e privati argo- menti espose nelle sue eleganti e copiose iscrizioni . Coltivossi innoltre in Lombardia con buon successo r arte poetica ; poiché al falso gusto del seicento si sostituì nelle Scuole la schietta naturalezza ed ele- ganza degli antichi , e se ne vide T effetto nei versi del Ceva e di Mariano Partenio ( i ) in latino , nelle opere volgari del Maggi padre delle grazie e maestro del Milanese dialetto, e in quelle del felice di lui emu- latore Domenico Ballestrieri. In quell'epoca poi fiori- rono in diversi generi di poesia fra gli altri il Passe- roni divenuto Cittadino Lombardo , il Canonico Gut- tierez , F originale Parini , il Bettinelli e molti altri chiari ingegni Veronesi.

Le Scienze filosofiche dopo la metà del secolo più che altrove in Italia , furono in Lombardia portate al grado di uno splendido ed utile insegnamento . Le opere del Genovesi , gli articoli metafisici dell' Enci-

(i) Sotto questo nome nascondesi il Padre Giuseppe Mazzolati Gesuita.

L I B R O I. 4?

clopedia , il saggio del Loke suU' intelletto umano , e le successive analisi del Condillac e di altri moderni vi furono assai ben conosciute , e gli argomenti trat- tati , e dal Bossi e suoi Successori nel Seminario; dal Braghetti e suoi Colleghi Gesuiti nelle scuole di Bre- ra , e dagli allievi del Gerdil nelle scuole di S. Ales- sandro, dal Soave e da altri altrove ; e dovunque ab- bandonaronsi le dottrine dei Peripatetici , ed alla scienza delle parole e delle astrazioni si sostituì quel- la delle cose e della realtà. Il Frisi e la sua scuola , il Boscovick ed i suoi seguaci stabilirono V istruzione sulle sode dottrine del Galileo e del Newton , e sul- le recenti ricerche e scoperte sparse negli atti del- le più celebri Accademie ; e sarà sempre un glorioso monumento jjer le Scuole della Lombardia il prospet- to delle materie trattate nel corso degli studii che vi si facevano , e il numero degli Uomini che si for- marono alle scienze , e si distinsero poi nei diversi rami tlelle medesime. Fra le scuole filosofiche merita poi menzione particolare quella degli Ingegneri in Milano ed in Mantova: il P. Re il Frisi sunnominato, il Lecchi 5 il Mari , il Luini le ebbero fiorentissime , e pubblicarono non solo opere classiche in teoria, ma di immediata pubblica utilità nella Meccanica, nelF Idrostatica, nella Idraulica, nella Geodesia, e nell'Archi- tettura delle costruzioni pubbliche. Vasto argomento università di ci porgerebbe or qui l'Università di Pavia, se il suo-^*^^'*- ingrandimento ai nostri di avvenuto non ci dispen- sasse da entrare in minuti racconti , essendo a tutti note le gloriose sue vicende . Basterà accennare che sotto il materno Impero dell' Augusta Sovrana Ma- ria Teresa , ed il ministero del Conte di Firmian sol- levaronsi quelle scuole alla fama delle più cospicue d' Europa , che vi furon chiamanti da ogni parte Pro- fessori di prim' ordine , che arrichironsi di Biblioteca,

48 Storia della Letteratura Ital. la quale pei Libri anche più moderni di scienze ed anche più dispendiosi non la cede a qualsiasi altra dMtalia, di Orto botanico, di Laboratorio chimico, di Gabinetti di macchine e di prodotti più rari del- la natura (i) e delle preparazioni anatomiche più istruttive delFarte. Tutti questi stabilimenti munifi- camente dotati conservaronsi ognora ed accrebbersi dagli Augusti Successori di quell' inclita Donna; e congiuntamente alla celebre Specola di Milano ed agli altri grandiosi stabilimenti che ammiransi nel palazzo delle Scienze e delle Arti di Brera somministrano tutti i più» ampii mezzi per una completa istruzione della gioventù che in folla accorre a quelle scuole. IX- IX. Fin qui abbiamo veduto quanto si operò in

cuole pubbli- „. . no- i 1-

«he elementari. Italia pcr propagar 1 istruzione nelle ocienze sunlimi ; or ci resterebbe a parlare delle scuole elementari che aprono alla gioventù la strada per incamminarsi nel- lo studio delle varie facoltà che insegnansi nei Licei e nelle Università. Chi però volesse andare in trac- cia delle notizie appartenenti a queste Scuole , incon- trerebbe difficoltà grande per raccoglierle con esat- tezza al che si aggiunge l'altro riflesso fatto anche dal Cav. Tiraboschi (2) ; che la Storia delle vicende di tali scuole interessar non può gran fatto la Letteratura , sebbene esse in se considerate influiscano assai nel mantenere in vigore i buoni studii, perchè se i gio- vanetti non son ben fondati negli elementi , e non hanno idee giuste in principio , difficilmente posso- no progredir oltre con fondata speranza di buon successo. Le scuole elementari come nel secolo XVII. così nel XVIII. furono affidate nella maggior parte delle

(i) Il Gabinetto di Storia naturale di Pavia devesi in gran parte alle cure dell' illustre Professor Lazzaro Spallanzani^ e gareggia coi piA celebri d' Europa.

(2) Stor. della Letter. Ital. T. Vili. Lib. I. Gap. III. §. VII.

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Provincie Italiane ai Chierici Regolari delle Scuole pie , ed ai Religiosi della Compagnia di Gesù , e quan- do questi ultimi soffrir dovettero nell'anno 1773. la fotal soppressione, si fece un gran vuoto in questo ramo d' insegnamento , a cui si procurò di rimedia- re, in alcuni luoghi sostituendo dei Sacerdoti ad am- maestrare i giovanetti, ed in altri chiamandovi Reli- giosi d' altre corporazioni e specialmente di quella delle Scuole pie . Il Gav. Tiraboschi nel luogo sopra- citato trattò brevemente e lasciò indecisa la questio- ne , se ai Gesuiti attribuir si dovesse la corruzione del gusto in letteratura, che regnò nel secolo XVII, Sarebbe forse qui luogo a discutere un' altra questione rapporto a tale Società religiosa, cioè se dopo la sua e- stinzione migliorasse o peggiorasse l'istruzione elemen- tare in Italia. Troppo arduo impegno però sarebbe a parer mio il voler bilanciare con animo disappassionato le ragioni degli opposti partiti , che or più che mai si riscaldan fra loro ; e perciò reputo miglior consiglio quello di seguire il contegno dal mio illustre ante- cessore nella sopramentovata circostanza tenuto. Farò tuttavia osservare che la ripristinazione della illustre Compagnia di Gesù darà dopo. qualche tempo mezzo di stabilire un più esatto confronto fra i risultamen- ti nella pubblica istruzione ottenuti nei tre periodi; prima della estinzione di essa ; da questa al ripristina- mento della Società ; e nelF ultima epoca , cioè dopo l' attuale risorgimento ; e dal confronto istituito fra tali risultamenti spero che si vedrà chiaramente quali van- taggi ne ridondino al Pubblico dopo che P istruzione elementare è stata affidata a così sperimentati Soggetti. Fra li Principi Italiani all' epoca di detta soppres- sione si distinse nel procurar di riparare alla mancan- za di così abili precettori la Repubblica di Venezia , poiché nel 1778. ordinò il Senato alla Conferenza dei Tomo I. 4

So Storia della Letteratura Ital. Riformatori dello studio di Padova congiuntamente ad altri Soggetti , di formare un nuovo piano per la istruzione della gioventù, il quale fu modellato sulF antecedente dei Gesuiti , aggiungendovi poi le Scuo- le di Belle arti, di Nautica , d'Architettura militare , e quella d' Arti e mestieri. Il nobile Abate Bartolom- meo Bevilacqua Asolano sostenne la carica di Rettore di questo che chiameremo Ginnasio, e nel 1774- alli a6. di Aprile si aprirono queste Scuole dette dei Gesuiti con tutta la solennità possibile, avendovi il sullodato Sacerdote recitata TO razione inaugurale latina dal Pa- lese stampata (i). Un altro stabilimento eretto già in Venezia, T Accademia cioè detta dei Nobili, richiamò l'attenzione del Senato, il quale nel 1724- ^^ \q^o la direzione ai Sacerdoti secolari, e F affidò alla Con- gregazione dei Chierici Regolari Somaschi, essendone nominato primo Rettore il Provinciale Stanislao San- tinelli; continuarono poi questi Religiosi a dirigere saviamente V Accademia sino all' anno 1797. in cui essendo caduta la Veneta Aristocrazia, si soppresse questo Collegio, siccome opposto alle massime demo- cratiche le quali rovinarono tutte le piìi savie isti- tuzioni dei nostri Maggiori [%). In Milano si distinse particolarmente come istruttore della gioventù il Pa- dre Guido Ferrari Gesuita di cui altrove si parlerà: occupò egli per oltre a venti anni la Cattedra della Rettorica in Brera, alla quale concorrevano presso a duecento scolari, come mi ha assicurato il sullodato Ab. Cesaris; e nel commentario della sua vita da lui stesso descritta si può vedere come regolasse il P. Ferra- ri quella numerosa gioventù, e sul modello degli anti- chi la formasse al pensare ed al comporre dignitoso ed elegante, e qual ne riportasse abbondante frutto.

(i) Meschini op. cit. T l. pag. 148. e «eg . (a) Ivi.

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Sotteiitrò poi in detta Scuola il Tiraboschi , e perciò non fa maraviglia se colF istruzione data da tali Uomi- ni, e da altri di simil tempra, i quali ognora insinuava- no lo studio dei Glassici e la imitazione Ciceronia- na, siasi riformata in allora la sacra eloquenza, e la Lombardia abbia dato dopo il Segneri i più celebri Oratori all'Italia (i). In detta Provincia sul cader del secolo passato si aggiunse alla istruzione scientifica r elementare nelle Scuole normali del popolo; e il fratto se ne ricavò di toglier dall' ozio e dall' igno- ranza i figli poveri delle classi inferiori, ammaestran- doli nel leggere, nello scrivere e nelF aritmetica, si trascurò di promuovere in generale anche nelle classi dei Cittadini più agiati la calligrafia, F orto- grafia e la lettura fatta a senso (2).

X. Roma fu la prima Città in Italia che approfit- Scnoif dei Sor- tasse della istituzione tanto benefica alla umanità del-'*' * M"*'- le Scuole dei sordi e muti stabilite già da qualche tempo Oltremonti. All' Avvocato Pasquale de Pietro va debitrice la Nazione Italiana di avere introdotto fra noi l'insegnamento di queste infelici classi di perso- ne: si accinse egli a fare un viaggio per F Europa e visitò le Scuole dei sordi e muti istituite in Vienna ed a Parigi, dove ebbe lunghi colloquii coli' illustre Abate de F Epée da lui impegnato ad istruire nel metodo usato in Parigi un Italiano che promise di spedirgli colà. Tenuta poi anche parola di così util progetto col Nunzio Apostolico Monsig. Doria Panfi- li poscia Cardinale, ritornò F Avvocato de Pietro in Italia e spedì a Parigi a sue spese il Sacerdote Tommaso Silvestri nel mese di Marzo dell'anno 1788. Questi

(i) Questo è quanto mi La gentilmente comunicato il Chiariss. Signor Abate Cesaris.

(a) Ivi.

Sa Storia della Letteratura Ital. corrispose cosi efficacemente alF oggetto, che in breve tempo comprese il metodo con cui il D. Epée istruiva i sordi e muti e fa capace di introdurlo in Roma, do- ve nel giorno 5. di Marzo del successivo anno si aprì in casa del sullodato Avvocato la Scuola de' sordi e muti nella quale entrarono da principio otto scolari, ma essendo nel 1789. venuto a mancare il Silvestri, che aveva con i sussidii del Mecenate e con la pro- pria abilità messo in fiore il nuovo stabilimento, que- sto correva pericolo di illanguidirsi , se l'Avvocato de Pietro non vi avesse prontamente sostituito il mae- stro di belle lettere nel Seminario dipendente dal Ca- pitolo della Basilica Vaticana , D. Camillo Mariani che fece prosperare la Scuola suddetta, e la rese famosa in tutta V Italia. Allor quando poi venne a morte il de Pietro, dispose nel suo testamento che li suoi fratelli ed eredi Panfilo e Cardinal Michele mantenessero in vigore questa istituzione , perlocchè il Cardinale la tra- sferì nel proprio palazzo, dove accoglieva tanto i sordi muti Romani, quanto li forestieri e li faceva istruire (1). Si diffuse in seguito in altre Città d' Italia questa isti- tuzione e si introdusse a Napoli come già si disse, a Mi- lano, ed a Genova dove il Ch. Padre Assarotti delle Scuole pie si è sommamente distinto in così impor- tante carriera ; ultimamente poi anche in Modena al- cuni dotti e zelanti Sacerdoti avendo trovato nell'ot- timo nostro Sovrano ogni più valido appoggio, hanno aperta una Scuola di sordi e muti che presto gareg- giar potrà con le più cospicue d' Italia. Accademie ^^' ^^ gi^sto per le scicnzc e per 1' amena lette-

ratura che nel secolo XVIII. si diffuse più che in ad- dietro per tutta la nostra Penisola, fece che fon-

(i) Renazzi Avvocato Filippo Maria^ Storia della Università degli stu- dii di Roma Voi. IV. pag. 3o5. e seg.

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daroìisi molte Accademie, e lunga cosa e difficile sa- rebbe il voler tessere la storia particolare d' ognuna; e ciò tanto più se si rìfletta che non poche di esse ebbero breve vita. Se io quindi mi diffonderò alquan- to nel dar conto delle più insigni , sarò poi breve nel parlare delle altre, e se ne ommetterò qualcuna, pre- go fin d' ora i miei lettori a non voler sinistramente interpretare questa ommissione, ma attribuirla soltan- to air abbondanza della materia, e alla qualità dell' opera presente, che non è un Dizionario particolare di notizie letterarie.

I vantaggi che dalla istituzione dell'Arcadia segui- Arcadi», ta in Roma sul finir del secolo XVII. ne ridondaro- no alle buone lettere, richiamano P attenzion nostra e comincieremo perciò dal ragionare di essa. Allorché dopo la morte della Regina di Svezia la celebre Ma- ria Cristina , mancò ai Poeti e Letterati egregi da Lei protetti il luogo delle loro radunanze, cioè il giar- dino del palazzo della defunta, il Principe Don Livio Odescalchi nipote d' Innocenzo XI. si diede la nobi- le premura di prendere quel palazzo stesso per suo servigio, e vi restituì le primiere adunanze , dalle qua- li poi ne sorse l'Arcadia. di ciò contento, la in- vitò più volte nella sua villa di Montalto a Frasca- ti, dove si fecero bellissime sessioni Accademiche, e favori sempre con la sua protezione gli Arcadi ma spe- cialmente i fondatori. Egli è bensì vero che all'occasio- ne dello scisma nato in Arcadia l'anno 171 1. il sul- lodato Principe si decise per li scismatici, ai quali diede un luogo fuori di Porta Flaminia, ed accettò la carica di Custode della nuova Accademia, ma ciò avvenne perchè fu ingannato e credè così facendo, di favorire il corpo intiero (i). Oj^nuno sa poi quan-

(1) Kctizit degli Arcadi T I. pag. 3o8. Roma 1720.

54 Storia della Letteratura Ital. te Colonie Arcadiche si diramassero in Italia, così che non v' ebbe , può dirsi , Città fra noi in cui non si fondassero consimili stabilimenti e dei più rinoma- ti fra essi faremo parola in appresso. Dopo di aver figurato assai questa Istituzione , andò poi dopo la me- tà del secolo passato languendo, e quantunque sus- sista anche di presente ., tuttavia poco o niun influs- so ha esercitato ed esercita attualmente sulle amene discipline. XII. XII. Mentre l'Arcadia riformava in Italia il gusto

Istituto delle. i-ìt- in -ni

scienze di Bolo- m Letteratura, r Istituto delie scienze m Bologna ^''' prefìggendosi uno scopo più sublime, invitava gli Ita-

liani ad applicarsi con frutto alle scienze naturali, e la celebrità sua da noi richiede che se ne parli con qualche estensione. Fin dall' anno 1690. radunavan- si in casa dell' illustre Eustachio Manfredi (i) alcuni giovani 5 che applicavansi in sua compagnia allo stu- dio della filosofia j il globo della terra col sole e con le stelle unitamente ad una serpe col motto Mens agitai formava l' insegna di questa Accademia che denominossi allora Degli Inquieti. Dopo quattro anni passò essa in casa di Jacopo Sandri medico di som- mo grido, e in appresso l'illustre Gio. Battista Mor- gagni, il sullodato Manfredi e Vittorio Stancari con- cepirono l' idea grandiosa di ridurre gli esercizii de- gli Inquieti sul piede di quelli delle Accademie più rinomate d'Europa. Il Conte Luigi Ferdinando Mar- sigli nome celebre nei fasti letterarii, desiderò di raccogliere questo stabilimento nella propria abita- zione, come difatti avvenne nel 1706. , quantunque il Sandri si inducesse difficilmente a cedere , ma le magnanime offerte del Marsigli lusingarono trop-

(i) Fantuzzi Notizie degli Scrittori Bolognesi T. I. pa^. 5.

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gii Accademici onde si determinarono di accetta- re 1' invito. Generale dell' armi Austriache siccome egli era, nei tanti suoi viaggi (i) raccolse copiosi og- getti di Storia naturale , acquistò macchine ed istru- menti astronomici , spedì tutto a Bologna sua patria, e mentre ei viaggiava, incaricò il fratello Filippo a formare nella sua abitazione la Specola astronomica , che sotto la direzion del Manfredi si fabbricò. Ritor- nato poi a Bologna il Marsigli, trattò col Senato e convenne di donargli tutto quanto aveva fino a quel tempo raccolto che utile riuscir potesse alle scienze , purché i Senatori pensassero a sostener le spese ne- cessarie a fondare e mantenere 1' ideata Accademia. Nel giorno ii. di Gennajo dell' anno 1712. si fece dal Marsigli alla presenza del Pontificio Legato il Car- dinal Lorenzo Gapsoni e del Gonfaloniere con appro- vazion sovrana la solenne donazione dei suindicati oggetti, e così fondessi l'Istituto sul quale ebbero una perpetua podestà sei Senatori a tal uopo destinati; frattanto 1' Ambasciatore dei Bolognesi presso il S. Pontefice Glemente XL Filippo Aldrovandi procura- va ajutato da Pier Jacopo Martelli suo Segretario i fondi necessarii per il mantenimento del nuovo Istitu- to. In esso si raccolse quanto aveva donato il Marsigli , e più anticamente il celebre Ulisse Aldrovandi, e poi tutto il Museo Gospiano. Le belle arti pur esse for- marono F oggetto delle cure del magnanimo Mece- nate, e di queste fece un ramo dell' Istituto sotto il nome di Accademia di pittura, della quale si creò primo Principe il rinomato pittore Garlo Gignani. Il Medico Francesco Simoni poi venne per il primo eletto Presidente dell' Istituto, che fu da lui solennemente

(1) BolJetti D. Gaetano Giuseppe. Dell'origine e dei progressi dell' I- Jtituto delle Scienz*. 8. Bologna 1769.

56 Storia della Letteratura Ital. aperto nel giorno i3. Marzo dell'anno 1714- con Ora- zione inaugurale, essendone Segretario Matteo Baz- zani. Molti doni ha ricevuto in varie epoche dello scorso secolo quest' Accademia da varii Signori spe- cialmente Bolognesi , e da alcuni Sommi Pontefici , fra i quali si distinse Benedetto XIV. che oltre gli insigni beiiefizii ad esso compartiti , fece lavorare a Leyden da Giovanni fratello di Pietro Musschenbroek tutte le macchine del gabinetto fisico. qui si li- mitarono le Pontificie munificenze; istituì egli inoltre ventiquath-o accademici col nome di Benedettini (i), ai quali assegnò un annuo premio di lire cento per ciascheduno, purché recitassero dissertazioni sopra le materie che l'Accademia trattava. Ognuno cono- sce la celebrità dell'Istituto Bolognese, che fin dall' anno i?-?!. cominciò a stampare li suoi Commenta- rii scritti in lingua latina dalla penna incomparabi- le di Francesco Maria Zanotti , e che continuò per tutto lo scorso secolo più o meno a fiorire fino alF epoca del Regno d' Italia , che fondò F Istituto Na- zionale Italiano di cui in Bologna si stabilì una del- le quattro sezioni. XIII. XIII. L'Accademia de'Fisiocritici di Siena fondata

Accademia di ,^ _ . /-^ i n / i tv>

Siena e delia Gru-gia nel 1691. da PuTO Maria Gabrielli (a) e da Pie- '*^' tro Antonio Morozzi di Colle in Toscana, (3) estese

li suoi studii nei secolo passato , e i socii della me- desima rivolgendo 1' ati^enzion loro alla Fisica ed al- la Matematica , pubblicarono ben nove volumi di dotte Memorie, emulando così gli Oltramontani che in questo genere fondarono rinomatissimi stabilimen- ti. Al tempo stesso continuava l'Accademia tanto ri-

(i) Faiituzzi loc. cit.

(2) Tiraboschi Stor. della Letter. Ital. T. Vili, parte I. pag. 67. Edif. a. di Mod.

(3) Notizie degli Arcadi T. II. Roma 1720. pag. 249,

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nomata della Crusca in Firenze i suoi lavori sulla nostra lingua, e nei primi anni di detto secolo occu- pavasi con tutto lo zelo e con ogni premura nel com- pilare la quarta edizione del suo grande Vocabolario che uscì in Firenze dal 1729. al 1788. in sei tomi in f."" e di cui altrove si parlerà (1). Dopo questa ristam- pa illanguidirono gli studii dell' Accademia, e gli Ita- liani si rivolsero con maggior fervore ad altri oggetti scientifici anzi che alla lingua; e solo allorquando salì al trono il Gran Duca Pietro Leopoldo, si rianimò alquanto questa istituzione, ma con regolamento as- sai diverso dalP antecedente. Poiché quel Sovrano abolì le tre Accademie, quella della Crusca cioè^ la Fiorentina , e V altra denominata degli Apatisti con suo decreto del 7. Luglio 1780., e ne creò una nuo- va cui diede il nome di Fiorentina^ assegnandole stan- za nella Biblioteca Magliabechi e nominandone Se- gretario e Vice - segretario perpetuo il Biblioteca- rio ed il sotto Bibliotecario. In questa nuova Acca- demia fra gli altri Professori uno ve ne aveva poi destinato a dar lezioni di lingua Toscana , e contem- poraneamente si nominò una commissione che si oc- cupasse della stessa cosa (2) . Ripigliò questa nuo- va Accademia il progetto di una quinta edizione del Vocabolario, progetto che era stato dall' anteceden- te Accademia ventilato, e il Granduca con suo re- scritto del ai. Settembre 1784. lo approvò; e con

(i) Atti dell' Accademia della Crusca T. I. p. XV- 4" Firenze i8ig. ap. Piatti; dove leggesi una inrportante avvertenza, cioè S che il primo tomo di questo Vocabolario è più imperfetto ( rapporto alle tante correzioni di cui abbisognavano le edizioni precederti ) di quello siano i susseguenti Vo- lumi , perchè gli Accademici incaricati di così vasto , lungo e laborioso la- voro j non avevano da prima ben fissate le massime fondamentali regolatrici di questa letteraria nobilissima impresa, il che poi fecero in appresso, t;

(a) Ivi pag. XVII. e XVIII-

6o Storia della Letteratura Ital. che registravansi dal Cigna in qualità di Segretario. A questi unironsi ben tosto il Chirurgo Bertrand! , V Allioni il Foncenex, ed altri uomini per sapere distinti, e nel 1709. questa piccola società pubblicò un Volume di Miscellanea di Filosofìa e di Matema- tica sotto gli auspicii di Vittorio Amedeo allora Prin- cipe Ereditario, il quale ottenne dall' Augusto suo Genitore che questo Corpo scientifico si intitolasse So- cietà Reale. Accresciutosi in appresso il numero dei socii, fra i quali essa potè contare Eulero, Haller, il Padre Gerdil poscia Cardinale ed altri nomi illu- stri, pubblicò sino al 1770. altri quattro Volumi di memorie interessanti non solo la Fisica e la Mate- matica , ma ben anche la Metafisica , autor delle quali ultime fu il nominato Gerdil che si distinse in questo genere ,, per la erudizione, e la facilità che egli seppe congiungere alla sottilità propria di questa scienza, e per quello spirito di saggez- za che vede nel miglior aspetto tutto ciò che all' ordine ])ubblico ed alla Religione può giovare. Così rapporto a lui si esprime il Segretario dell'Ac- cademia nella Storia della medesima da cui ho trat- to le presenti notizie (i). Saggi così luminosi di dot- trina offerti al Pubblico da un consesso d' Uomini celebri, determinarono il Re Vittorio Amedeo succedu- to nel 1781. al Padre di sollevare all'onore di Reale Accademia delle scienze questa società , come fece con onorevol patente segnata li a5. Luglio 1788. (2) nella quale oltre il titolo accordatole la ricevette sot- to r immediata e special sua protezione , approvò i regolamenti della medesima e le assegnò i fondi ne-

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(i) Memoires de 1' Academie des Sciences de Tuiin an. 1784. 1786 pag. IL e seg.

(2) Mem, cit. pag. XIII.

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58 Storia della Letteratura Ital. altro del 19. Luglio 1785. convalidò la nomina dei sette Deputati scelti dagli Accademici per prepara- re la ristampa di questo Dizionario , che volevasi più copioso e più corretto di quello del 1738. Qual pe- rò si fosse la causa che non si conosce, egli è cer- to che nulla comparve alla luce sebbene l'anno i794* una società tipografica di Livorno pubblicasse il ma- nifesto di quest' opera che uscir doveva sotto gli au- spicii del nuovo Gran Duca Ferdinando IIL Dopo quest'epoca veder puossi nel ^.^ IV. di questo Capo in cui ragionammo delle Università della Toscana, le vicende dell' Accademia della Crusca da noi colà brevemente esposte perchè strettamente congiunte con la Storia dello studio Fiorentino. Aggiungeremo qui solo , che la nuova Accademia fece il pregevo- le acquisto della Biblioteca Riccardi (i) copiosa di Manoscritti di Lingua , distribuì più d' una volta il ricco premio destinato agli Scrittori di nostra lin- gua da essa giudicati i migliori, e nel 181 3. furono coronati il Pindemonti, il Mengotti, ed il Colombo tutti Scrittori Lombardi ; ma le circostanze della.guer- ra impedirono che questi Dotti ottennessero realmente la corona loro destinata. Rivolse poi l'Accademia suUo- data di nuovo le sue cure ed attualmente lavora per mandar ad effetto la vasta e difficile impresa della quin- ta edizione del suo Vocabolario {2.) ; e nel 18 19. formò le sue nuove Costituzioni approvate da S. A. R. F Arci- duca Ferdinando III. di sempre gloriosa memoria (3). E giacche siamo nell' argomento dei lavori della Cru- sca sulla nostra lingua , non taceremo che 1' Impe-

(i) Il Consiglier Neri Corsini trovandosi a Parigi contribuì efficace- mente per ottenere, come vi riuscì dal Governo Francese 1' autorizzazione al Comune di Firenze per far detto acquisto.

(a) Atti citati pag. XXIV.

(3) Queste leggonsi dopo i Documenti uniti ai detti Atti,

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rial R. Istituto di Milano con sua officiosissima let- tera del 6. Luglio 18 16. offrì la sua cooperazione all' Accademia Fiorentina per il lavoro del Diziona- nario ; ma questa nella pulita risposta inviatagli se- gnata li IO. Settembre dell' anno stesso schivò con garbo di entrare in trattative per associarsi nelP in- dicato lavoro 1' Istituto sunnominato (i).

XIV. Fattosi più vivo 1' amor per le scienze si ^i^.

A 1 li-I- TP Accademia

estese ad altre Città Italiane il desiderio di torma- di Torino, re nuove società scientifiche. Torino aveva fin dall' anno 1736. eretta un'Accademia di disegno, di pit- tura 5 scultura ed architettura militare , nella qual' occasione il Chiar. Abate Girolamo Taglìazucchi pub- blicò un' orazione, e varie poesie (2); ma era riser- bata al Re Vittorio Amedeo la gloria di fiDudare un' Accademia di scienze e lettere , che e per la qualità dei personaggi che la componevano e la com- pongono, e per l'importanza degli argomenti da es- sa trattati può gareggiar con le più insigni. Prima però di narrare quanto il suUodato Principe operò a tale oggetto , defraudar non devonsi delle dovute lodi coloro i quali ne concepirono e in gran parte ne mandarono ad effetto la prima idea. Verso la me- tà dell' anno 1757. il Conte Saluzzo, 1' immortale Luigi Lagrange e il celebre medico Gio. Francesco Cigna univansi in casa del primo a conferire sulla Fisica e la Matematica , e ad eseguir varie sperienze

(i) Atti cit. pag. CXVII. e seg. dove leggonsi le due Lettere origi- nali quella dell'Istituto firmata dai Conti Moscati e Stratico defunti; e fjuella dell' Accademia dal Presidente Pietro Matematico Terroni mancato ai vivi nel Novembre del i8a5. e dal Segretario Collini. Dopo questo ri- fiuto il Cav. Vincenzo Monti cominciò a stampare la sua celebre Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca, di cui è a operarsi che gli Accademici Fiorentini opportunamente si vaiTanno nella progettata nuova edizione, (a) In 8. Torino 1736.

6o Storia della Letteratura Ital. che registravansi dal Cigna in qualità di Segretario. A questi unironsi ben tosto il Chirurgo Bertrandi, V Allioni il Foncenex, ed altri uomini per sapere distinti, e nel 1759. questa piccola società pubblicò un Volume di Miscellanea di Filosofia e di Matema- tica sotto gli auspicii di Vittorio Amedeo allora Prin- cipe Ereditario, il quale ottenne dall' Augusto suo Genitore che questo Corpo scientifico si intitolasse So- cietà Reale. Accresciutosi in appresso il numero dei socii, fra i quali essa potè contare Eulero, Haller, il Padre Gerdil poscia Cardinale ed altri nomi illu- stri, pubblicò sino al 1770, altri quattro Volumi di memorie interessanti non solo la Fisica e la Mate- matica, ma ben anche la Metafisica, autor delle quali ultime fu il nominato Gerdil che si distinse in questo genere ,, per la erudizione, e la facilità che egli seppe congiungere alla sottilità propria di questa scienza, e per quello spirito di saggez- za che vede nel miglior aspetto tutto ciò che all' ordine pubblico ed alla Religione può giovare. Così rapporto a lui si esprime il Segretario dell'Ac- cademia nella Storia della medesima da cui ho trat- to le presenti notizie (i). Saggi così luminosi di dot- trina offerti al Pubblico da un consesso d' Uomini celebri, determinarono il Re Vittorio Amedeo succedu- to nel 1781. al Padre di sollevare all' onore di Reale Accademia delle scienze questa società , come fece con onorevol patente segnata li 2,5. Luglio 1788. (2) nella quale oltre il titolo accordatole la ricevette sot- to r immediata e special sua protezione , approvò i regolamenti della medesima e le assegnò i fondi ne-

(i) Memoires de 1' Academie des Sciences de Turin an. 1784. 1785 pag. II. e seg.

(2) Mem. cit, pag. XIU

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cessarli al proprio mantenimento (i). Li due ministri Segretarii di Stato Conte di Peri'on e Conte Corte si interessarono particolarmente a favore di questa istituzione , e giovarono per ottenere da S. Maestà una tal determinazione, che dimostrò quaP era il genio dell' illuminato Sovrano allor regnante, e fu propizia all' avanzamento delle scienze in Italia, co- me lo attestarono e lo attestano i molti Volumi di Dissertazioni e Memorie da quegli Accademici negli anni successivi date in luce.

XV. Pochi anni prima che succedesse la rinnova- soj.i^(^itaiia- zione dell' Accademia Torinese 5 un Cavaliere priva- »* '^e^i^ Scienz». to ebbe il coraggio di ideare una Società scientifica sopra un piano affatto nuovo e di riescir felicemen- te nella concepita idea. Ognun vede che io qui par- lo dell' illustre Cavali er Anton-Mario Lorgna Vero- nese fondatore della Società Italiana delle Scienze, del quale dovremo poi altrove esporre i meriti scien- tifici, e far conoscere la vastità della dottrina,,. Eb- ., he egli per oggetto di unire in un sol corpo accade- mico e di porre in azione come se fossero in una Città stessa, le forze scientifiche di tutta la nostra Penisola, impresa non più tentata,,. Così si esprime lo scrittor degli Annali della Società il Segretario Padre Don Pompilio Pozzetti (2) . Primo Presidente ne fu il Cav. Lorgna, quaranta Dotti Italiani la com- posero col nome di socii attuali, e fra questi con- tarono i più celebri scienziati di quell'epoca, i cjua- fecero oggetto dei loro studii le scienze naturali. L' Abate Agostino Vivono ne tenne la Segreteria dal 1782,. in cui comparve alla luce il primo tomo del-

(1) Ivi pag. XII.

(a) Memorie di Matem. e di Fisica della Soc.Ital. delle Scienze T. IX. p. III.

02, Storia della Letteratura Ital. le Memorie di questa Società, sino all'anno 1796. in cui morì il fondatore che generosamente la dotò e provvide alla fntura sua sussistenza (i). Le disgrazie a cui soggiacque Verona in detto anno, fecero che il nuovo Presidente il Ghiar. Astronomo Antonio Ga- gnoli ne trasportasse la sede a Modena , dove egli ven- ne Professore nella scuola militare , e ne nominasse Segretario F egregio Professor Gio. Battista Venturi. Riuscì a questo- Corpo scientifico vantaggioso il cam- biamento di governo accaduto allora in Italia , perchè il nuovo Presidente e il Segretario gli procurarono stabili e ricchi assegnamenti, che lo posero in istato di pubblicare nel giro di pochi anni molti Volumi di dissertazioni, e di proporre ai Dotti Italiani quesiti fisici e matematici con decorosi premii per quelli che riuscivano a scioglierli . Dopo diciott' anni di Presidenza con sommo decoro e vantaggio della So- cietà sostenuta dal sullodato Gagnoli Veronese ven- ne eletto a Presidente V illustre Medico e Matema- tico Professor Paolo Ruffini Reggiano, che con pari zelo e premura maneggiò in tempi difficili gli affa- ri di questo Corpo scientifico ; ma non potè compie- re il sessennio della sua Reggenza, perchè colto da morte nella buona età di anni 67. Succeduto a que- sto il Ghiar. Sig. Marchese Luigi Rangoni Modenese, dirige egli con pari saviezza e zelo questa Società che sotto gli auspicii faustissimi di S. A. Reale Fran- cesco IV. Duca di Modena prosegue a coltivar con fervore le scienze , avendo già a quest' ora pubblica- to diecinove volumi di Memorie di Matematica e Fi- sica. I cataloghi dei Socii in fronte d' ogni Volume stampati fanno vedere , quali distinti Soggetti siano stati in ogni tempo ascritti a questa Accademia, e

(i) Op. cit. pag. V.

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fra questi quali siano quegli Oltramontani che for- marono e formano tuttora la Classe dei Socii stra- nieri, che la Società stessa si gloria di nominare a far parte del proprio Corpo.

XVI. Queste sono le principali Accademie che fio- ^ ^^dlmì» rirono nel secolo XVIII. in Italia; ma altre non pò- di Napoli, che dobbiamo rammentarne, che quantunque non in- fluissero come le precedenti nel mantenere fra noi r amor alle Scienze ed alle belle Lettere , tuttavia concorsero in qualche maniera più o meno ad ottener questo nobile ed utile scopo. Un' Accademia detta del Buongusto fondata l'anno 1718. in Palermo , resi- dente nel palazzo del Principe di S. Flavia D. Pietro Filingerj, ci addita il diligentissimo Conte Mazzuc- chelli sulla fede del Mongitore (1)56 di questa egli assicurò trovarsi alle stampe molte dissertazioni ; da essa diramossi poi nel 173^. una Colonia che si sta- bilì in Alcamo luogo della Sicilia . Nulla più ci di- ce di queste Accademie il lodato scrittore, di al- cun' altra in quel Regno istituita; ma il Chiar. Pa- dre Francesco-Antonio Zaccaria supplisce al silenzio di lui, facendoci sapere che 1' anno 1752. si vini in Palermo una società di sessanta Soggetti, i quali di- visi in varie classi occupar dovevansi nel coltivar le diverse facoltà scientifiche (2). Più cospicua Acca- demia poi fondossi nel 1756. a Napoli sotto la Pre- sidenza del Marchese Bernardo Tanucci , i membri della quale detta Ercolanense dedicaronsi ad illu- strare le Antichità che dissotterravansi in Ercola- no. Anche Cosenza Città dello stesso Regno ebbe la consolazione di vedere nell' anno medesimo rinno- vata la sua Accademia , Principe e ristoratore della

(i) Mazzucchelli Scrittori d' Italia T. II. part. IV. pag. aSSg. (a) Zaccaria Stor. Lett. T. V .pag. 718.

64 Storia della Letteratura Ital. quale fu il Sig. Abate Gaetano Greco Cosentino (i). xvn. XVII. Oltre F Accademia rinomatissima della Gru-

Firenze/'"'^ * sca di cui abbiamo già parlato, e la quale ebbe l'o- nore di annoverar fra li suoi Segretarii il Cardinale Alamanno Salviati (2) , altri corpi scientifici fiorivano nel secolo XVIII. in Firenze, ed alcuni nuovamente ivi si stabilirono. Prima di qualunque altro nomine- remo qui la Società Colombaria istituita nel i735. dal Cav. Gio. Girolamo Pozzi, che annojato delle tumultuose conversazioni, fin dal 1729. cominciò a radunare in un alto appartamento del proprio pa- lazzo alcuni colti amici, coi quali trattenevasi in eruditi ragionamenti (3). L' oggetto principale che questa istituzione si prefisse, quello fu di colti- var l'Erudizione e l'Antiquaria, non trascurando al tempo stesso le altre scienze, come veder si può dal- le memorie di varia erudizione che essa pubblicò * dedicandole all' Imperator Francesco L Gran Duca

di Toscana (4). Questa Società si considerò sempre come privata , e per tal motivo forse sfuggì essa la riforma che le altre Accademie Fiorentine incontra- rono sotto il governo del Gran Duca Leopoldo, nel- la quaF epoca i socii della medesima continuarono gli eruditi loro esercizii , e specialmente descrisse- ro ed illustrarono non pochi rari ed antichi monu- menti (5). Benemerito questo corpo scientifico mo- stressi in modo particolare il Sig. Francesco Sassi che lo presiedette per diversi anni ; poiché mentre

(i) Zaccaria Annali Lattar. d'Italia T. I. part. II- pag. iga.

(2) Guarnacci Vitaa et res gestae Pontificum T. II. pag. 56i.

(3) Dall'altezza di questo appartamento a cui salivasi per anguste ed incomode scale ne venne il nome di Colombaria a questa Società ( V. Praz- ziner Storia dello studio Fiorentino T. IL pag. i/\j- )

(4) Ivi pag. 172.

(5) Ivi pag. 220. . j

L I B R o I. 65

ne fu Conservatore, fece coniare una quantità rag- guardevole di medaglie d'argento (i) ciascuna del pe- so di 23. denari, che dava costantemente in premio a quelli che leggevano nelle radunanze della Società qualche saggio delle erudite loro fatiche. Ed allor- quando ne divenne egli Presidente, accrebhe la sua munificenza, cominciando a distribuire anche meda- glie d' oro e determinando che il celebre incisore Luigi Sabatelli disegnasse ed incidesse, come fece, una magnifica patente da distribuirsi agli Accademi- ci (2). Riuscì poi cosa oltremodo onorifica per que- sta Società lo stabilimento che essa fece di due Co- lonie, r una in Palermo per opera di otto de' suoi Socii più distinti, e l'altra in Livorno fondata l'an- no iTÓo. dal Chiar. Proposto Filippo Venuti (3).

Al Padre Abate Don Ubaldo Montelatici Fiorenti- no Canonico Lateranense devesi la erezione dell'Acca- demia d'Agricoltura chiamata poi Società dei Georgofili di cui ninna esistevane in Europa (4) -, e che egli eresse r anno 1752. in Firenze adì 4- di Giugno leggendo nel- l'apertura seguitane un ragionamento sui mezzi più ne- cessarii per far rifiorire l'Agricoltura (5). Incontrò egli da principio non pochi ostacoli, ma non si disanimò; e dopo di avere interessato a favore della nuova Società il Conte di Richecourt Capo allora della Reggenza in Toscana , si portò il Padre Montelatici a Vienna, e riuscì ad impegnare il sullodato Imperatore a pro- muovere con questo mezzo gli studii d' agricoltura. Prosperò moltissimo una tal Società in Toscana, al- la cui popolazione rendette e rende importanti, ser-

(i) Ivi pag. 289. (a) Ivi pag. 268.

(3) Zaccaria Stor. Lett. T. IV. Lib. III. pag. i5l.

(4) Prezziner op. cit. T. II. pag. 176.

(5) Zaccaria Stor. Lett. T. Vili. pag. 446.

Tomo I. 5

66 Storia della Letteratura Ital. vigi, divenne celebre anche oltremonti, e la Rea- le Società di Madrid nel 1755. ne domandò rela- zione e la corrispondenza ( i ) . Ed a render viep- più rinomata la Società dei Georgofili vi si aggiun- se nel 1783. la Società Botanica di cui fra poco di- remo , e si instituì nel suo seno una Cattedra di Agraria che affidossi al Canonico Andrea Zuccìiini , come altrove si disse, il quale per diversi anni inse- gnò la scienza, e contemporaneamente diresse il giar- dino Botanico dei semplici (2). Giovò inoltre mirabil- mente a mantenere in vigore questo stabilimento la special protezione accordatagli con suo Reale Diplo- ma dal Granduca Leopoldo più volte ricordato , che gli assegnò una sala per le adunanze nel palazzo vec- chio della Signoria, e fissò un annuo premio di zec- chini 2,5. pagabili sul Regio Erario per la memoria agraria giudicata in (juel dato anno la migliore dall' Accademia stessa (3). xviii. XVIIL Oltre queste due nuove Accademie la Co-

Continua2Ìone , ^ - ^ ii i >-> ri- i ^ i

àicihcheTigasLT- lombaria, cioè e quella dei G^eorgopli ncorderemo qui j Fior^entine!^^""^ ^^ Società Botanica Fiorentina procurata nel 17 16. , dal celebre Pier-Antonio Micheli, la quale ben presto j crebbe , e dal privato giardino coltivato e custodito j dai Socii passò ad aver in custodia quello dei Sem- j plici accordato loro dal Granduca Cosimo III (4). Este- i ae poi essa nel 1734. le sue viste, fece oggetto de' suoi studii la Fisica tutta, e celebrò la riforma della j sua organizzazione con una pubblica adunanza, in cui 1 recitò una elegante orazione il Chiar. Dottor Anto- nio Cocchi (5). Ad accrescer lo splendore e la gloria

(i) Prezziner ivi pag. 178-

(a) Ivi pag. 306.

(3) Ivi pag, aaa.

(4) Ivi pag. ia3. 146.

(5) Ivi pag. 14C.

L I B R O I. 67

di questa Società contribuì efficacemente la special pro- tezione dal Gran Duca Francesco IL poscia Impera- ratore con suo Motu proprio deili 6. Luglio 1739. ac- cordatagli, congiuntamente alla libera amministrazione del giardino dei Semplici ed un annuo assegno di Se. 3oo. Regolata allora da nuove leggi accolse nel suo seno non solo gli Italiani illustri, ma anche non pochi Oltramontani, e fra questi il Buffon il Miller, il Wiin Royen , il Jussieu , accordò premii , e fece viaggiare alcuni de' suoi Socii fra i quali il Chiar. Professor Ottaviano Targioni Tozzetti, che pubblicò V interessante sua Opera intitolata Relazione d' alcu- ni viaggi fatti in diverse parti della Toscane^ per os- ser\?are le produzioni naturali e gli antichi monumen- ti stampata a Firenze nel 1768. (i). Noi abbiam fin qui dato conto delle Accademie Fiorentine che nacquero e crebbero nel secolo XVIII. , ma non dob- biam trascurar quelle che già vi esistevano, voglio dire V Accademia Fiorentina e quella àe^ìì Apatisti. Continuarono ambedue i loro esercizii sotto la pro- tezione dei Principi Signori della Toscana , e nella prima di esse governata da una serie d' uomini il- lustri col titolo di Consoli, leggevansi erudite disser- tazioni ed eloquenti discorsi, ed annoveraronsi sem- pre fra gli Accademici Soggetti per sapere distinti fi- no al 1783 ; nel qual anno il Gran Duca Leopoldo con suo Motu proprio delli 7. Luglio vi unì come già si disse, le due Accademie della Crusca e degli Apatisti (2). Allora fu che queste tre Società insie- me riunite formaronsi anch'esse una nuova costitu- zione , e divisero i loro Socii in due Classi o Depu- tazioni, una incaricata di attendere alla illustrazio-

(i) Ivi pag. 173.

(a) Ivi pag. i4a. 167. ai5.

68 Storia della Letteratura Ital. ne della Storia antica, e specialmente della legisla- zione e della pubblica economia delle varie Nazioni; r altra ebbe l'incouibenza di riformare il Vocabolario della Crusca e di ampliarlo. Continuò in un siste- ma simile a quello dell' Accademia suddescritta P al- tra degli ^t^^/i-^/^^ sino all'epoca suddetta del 1783., e si distinse specialmente introducendo nelle sue ra- dunanze l'esercizio difficile a ben eseguirsi del co- . si detto SibiUone che nel seguente modo si faceva. Saliva sopra una Cattedra un giovanetto di pochi anni, a cui come ad oracolo proponevansi dei dub- bii ai quali ei rispondeva con una parola. Sedeva- no a' suoi fianchi due Accademici interpreti che scio- glier dovevano il proposto quesito, impegnandosi a provare che la parola detta dalla Sibilla nel fan- ciullo rappresentata chiaramente lo spiegava (1). Collegio dei Te- Può considerarsi come un'Accademia Ecclesia- oiogiFiorentini. ^^.^^ ^^^^_^^ -j Collegio dei Tcologi Fiorentini fin da- gli antichi tempi eretto in Firenze, e di cui ci lasciò la Storia ne' suoi Fasti Teologici il Gerrachini ci- tato dal Prezziner (2). Il Gran Duca Cosimo III. ac- cordò a questo Collegio una stanza nelle case del- lo studio Fiorentino per le sue radunanze, e sotto quel Sovrano cominciarono que' Teologi a vestire un abito proprio del loro grado ed ottennero altri pri- vilegj. Molti soggetti di merito straordinario vi fu- , rono ascritti fra^i quali Benedetto XIII. che con de- | creto segnato li 5. Maggio 1725. concesse agli indi- | vidui di esso Collegio F uso nelle funzioni loro del j Galero proprio dei Protonotarii Apostolici (3). Tene- j va questa Ecclesiastica Società pubbliche radunanze |

(i) Ivi pag. 143. (a) Ivi pag. 125. (3) Ivi pag. i53.

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nelle quali leggevansi dissertazioni di teologia e dog- matica , e polemica e morale, si discutevano questio- ni , tenevansi conclusioni relative a tali facoltà e trattavansi argomenti di Storia Sacra e di Gius ca- nonico. Continuò per tutto il secolo XVIII. e sul co- minciar del presente questo Collegio a mantenersi m vigore, ed a fare li consueti suoi esercizii scolastici, così che meritossi dal Sommo Pontelìce T immortai Pio VII. il luminoso privilegio risultante da Breve Pontificio segnato il 14. Luglio 1806. con cui dichia- ravansi Protonotarii Apostolici tutti i Teologi presen- ti e futuri della Università Fiorentina (1).

Alle Accademie della Toscana appartiene l'^^^^/- ^.trallcòrtt ica di Cortona, la quale si eresse nel 1726. all'og-na. getto pi-incipalmente di studiare e spiegare le anti- chità Etrusche delle quali abbonda quel suolo. L'Aba- te Ridolfino dei Marchesi Venuti ne fu uno dei icn- datori e per lungo tempo Segretario; ccminciò essa a pubblicare i saggi delle sue dissertazioni Accade- miche nel 1742. e se ne hanno alle stampe dieci vo- lumi in quarto sino al 1791. L'Abate Onofrio Bal- delli Gentiluomo Cortonese, che aveva già raccolta in Roma una ricca suppellettile di statue , di idoli, iscri- zioni, urne, gemme, ed aveva formata una Biblio- teca di rari libri e manoscritti, come pure ttn gabi- netto di minerali e piante marine, fece dono di tut- to ciò alla sua patria, perlocchè nell'anno 1734.IÌ suoi Concittadini lo onorarono con una pubblica iscrizio- ne. Con questo possente soccorso l'Accademia acqui- stò lena e coraggio , determinò il numero de' suoi Socii, formò le sue leggi, elesse il proprio Presiden- te a cui diede V antico nome Etrusco di hucumo-

(l) Ivi pag. ai5. 241. 271.

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68 Storia della Letteratura Ital. ne della Storia antica, e specialmsate della legisla- zione e della pubblica economia delle varie Nazioni ; r altra ebbe l'ineonibenza di riformare il Vocabolario della Crusca e di ampliarlo. Continuò in un siste- ma simile a quello dell' Accademia suddescritta 1' al- tra degli ^^y^fi^i^i sino all'epoca suddetta del 1783., e si distinse specialmente introducendo nelle sue ra- dunanze l'esercizio difficile a ben eseguirsi del co- sì detto Sibillone che nel seguente modo si faceva. Saliva sopra una Cattedra un giovanetto di pochi anni, a cui come ad oracolo propone v ansi dei dub- bii ai quali ei rispondeva con una parola. Sedeva- no a' suoi fianchi due Accademici interpreti che scio- glier dovevano il proposto quesito, impegnandosi a provare che la parola detta dalla Sibilla nel fan- ciullo rappresentata chiaramente lo spiegava (i). Collegio dei Te- Può cousidcrarsi come un'Accademia Ecclesia- oiogi Fiorentini. ^^.^^ auchc il Collcgio dei Tcologi Fiorentini fin da- gli antichi tempi eretto in Firenze, e di cui ci lasciò la Storia ne' suoi Fasti Teologici il Cerrachini ci- tato ti al Prezziner (2). Il Gran Duca Cosimo III. ac- cordò a questo Collegio una stanza nelle case del- lo studio Fiorentino per le sue radunanze, e sotto quel Sovrano cominciarono que' Teologi a vestire un abito proprio del loro grado ed ottennero altri pri- vilegi- Molti soggetti di merito straordinario vi fu- rono ascritti fra i quali Benedetto XIII. che con de- \ crete segnato li 5. Maggio 1726. concesse agli indi- vidui di esso Collegio 1' uso nelle funzioni loro del Galero proprio dei Protonotarii Apostolici (3). Tene- va questa Ecclesiastica Società pubbliche radunanze

(l) Ivi pag. 143. (a) Ivi pag. 126. (3) Ivi pag. i53.

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nelle quali leggevansi dissertazioni di teologia e dog- matica , e polemica e morale, si discutevano questio- ni 5 tenevansi conclusioni relative a tali facoltà e trattavansi argomenti di Storia Sacra e di Gius ca- nonico. Continuò per tutto il secolo XVIII. e sul co- minciar del presente questo Coile^do a mantenersi in vigore, ed a fare li consueti suoi esercizii scolastici, così che meritossi dal Sommo Ponteiice F immortai Pio VÌI. il luminoso privilegio risultante da Breve Pontiiicio segnato il 14. Luglio 1806. con cui dichia- ravansi Protonotarii Apostolici tutti i Teologi presen- ti e futuri della Università Fiorentina (1).

Alle Accademie della Toscana appartiene V Etru- Accademia E-

^ ^ trusca di Corto-

^ca di Cortona^ la quale si eresse nel 1726. all'og-na. getto principalmente di studiare e spiegare le anti- chità Etnische delle quali abbonda quel suolo. L'Aba- te Ridolfino dei Marchesi Venuti ne fu uno dei lon- datori e per lungo tempo Segretario j ccminciò essa a pubblicare i saggi delle sue dissertazioni Accade- miche nel I7421. e se ne hanno alle stampe dieci vo- lumi in quarto sino al 1791. L'Abate Onofrio Bal- delli Gentiluomo Cortonese, che aveva già raccolta in Roma una ricca suppellettile di statue , di idoli, iscri- zioni, urne, gemme, ed aveva formata una Biblio- teca di rari libri e manoscritti, come pure un gabi- netto di minerali e piante marine, fece dono di tut- to ciò alla sua patria, perlocchè nell'anno 1734.IÌ suoi Concittadini lo onorarono con una pubblica iscrizio- ne. Con questo possente soccorso l'Accademia acqui- stò lena e coraggio , determinò il numero de' suoi Socii, formò le sue leggi, elesse il proprio Presiden- te a cui diede 1' antico nome Etrusco di Lucumo-'

(i) Ivi pag. aaS. 341. 271.

70 Storia della Letteratura Ital. ne e si potè dire allora veramente stabilita, conti- nuò poi essa ad accrescere ognora il suo tesoro an- tiquario e ad estendere le sue ricerche sopra l' eru-. dizione in genere (i). XIX. XIX. Nel ragionare del Sommo Pontefice Clemen-

Accademie del- .^ i i -^ i

lo Stato Ecclesia- te Al. abbiamo già veduto quanto ex proteggesse le Belle arti , ed una prova ben luminosa ne diede fon- dando sul cominciar del secolo XVIII. in Roma l'Ac- cademia di Pittura, Scultura ed Architettura, da lui con Sovrana munificenza dotata di mille annui Zec- chini (a). Quattro Accademie istituì o ravvivò in Roma r immortai Pontefice Benedetto XIV; quella rfei Co/z- cilii che era sommamente decaduta risorse la mercè di lui a nuova vita. Fondò egli V altra di S feria Bc' clesiastica nella Casa Religiosa dei PP. dell' Oratorio dove il Cardinal Baronie aveva già composto i fa- mosi suoi Annali Ecclesiastici ; le altre due Acca- demie ebbero per oggetto 1' una di coltivare lo stu- dio della Liturgia e dei Sacri Riti, l'altra le Antichi- tà. A tutte queste istituzioni destinò il Pontefice e Segretarii e Protettori; e quando tenevano le ordina- rie loro adunanze egli le onorava spesso di sua pre- senza, ed incoraggiava così gli Accademici a vieppiù distinguersi, e promoveva in tal modo le scienze e le buone lettere. (3). L"* Accademia de' Lincei che fiorì già in Roma nel Secolo XVII. era quasi spenta, e non viveva può dirsi che nelle Memorie storico -cri- tiche di essa scritte dal Ch. Sig. D. Baldassare Odes- ealchi Duca di Ceri; ma nell'anno i 795. il Professor di fisica nel Collegio Romano D. Feliciano Scarpel-

(1) Saggi di dissertazioni Accademiche dell' Accademia Etrusca ec. T. I. Roma I743' Prefazione pag. IX. e seg.

(a) Guarnacci Vitae et res gestae Pontificum T. II. pag. 6.

(3) Renazzi Filippo Maria. Storia della Università degli studii in Ro- ma Voi. IV. pag. 277.

L I B R O I. 71

lini di Foligno la ristabilì, provvedendo un comple- to apparato di macchine fisiche per istruire nella par- te sperimentale della scienza gli alunni alla sua cu- ra affidati nel Collegio Umbro Fuccioli. Questa istru- zion risvegliò la curiosità degli scienziati Romani i quali si associarono agli scolari di detto Collegio, e si formò così 1' embrione di un' Accademia che dal suo istitutore denominossi Scarpelliniana. Ed avendo le disgustose sopravvenute vicende ben presto impedi- to i progressi di essa, trovò questa nel Duca di Ser- moneta Sig. D. Francesco Gaetani uno splendido Me- cenate, che l'accolse nel suo palazzo, e fece ivi for- mare un laboratorio fisico e collocarvi le macchine dello Scarpellini. Il Chiar. matematico Abate Gioac- chino Pessuti recitò 1' orazione nell' aprimento se- guito nel 1801. alli 16. di Aprile di detta Accademia, che assunse 1' antico nome de'Lmcej, e che l' immor- tai Pio VII. efficacemente protesse onde ha potuto proseguire le sue radunanze scientifiche , e le sue sperienze (i). Ma non solo in Roma si eressero simi- li stabilimenti a vantaggio delle arti e delle scien- ze ; altre Città dello stato Ecclesiastico parteciparo- no di questo benefizio . Il Padre Don Andrea Bina dell' Ordine di S. Benedetto , il Marchese Cammillo della Penna unitamente ai due Gesuiti Teofilo Du- tremoul e Melchiore Cozze formarono l'anno lySi. un' Accademia poetica e scientifica in Perugia , che ebbe per Segretario il Bina suddetto. Dopo di aver questa tenuta la sua prima radunanza nella sala del palazzo Eugeni , il Pubblico di Perugia amò che si radunasse nella sua residenza, gli accordò il proprio stemma, e volle che si denominasse Augusta. (2) Una

(i) Op. cit. T. IV. pag. 3io, (a) Zaccaria Stor. Lett. T. V. pag. 717.

72 Storia della Letteratura Ital.

Società Letteraria di dodici eruditi si stabilì in Ra- venna l'anno lySa. all'oggetto di illustare le anti- chità Ravennati di cui abbonda quel suolo, e per cooperare a diffondere i lumi della più utile Filoso- fia. L' Abate Giuseppe Luigi Amadesi ne fu eletto a primo Segretario e in tre classi distribuironsi le materie da trattare; Storia Ecclesiastica cioè, Storia Civile e Filosofia, (i) Chi desiderasse di avere poi ulteriori notizie sopra questa istituzione, le troverà nella Storia Letter. citata del Padre Zaccaria in cui leggesi anche P elenco delle persone a questa Acca- demia ascritte. Monsignor Pompeo Compagnoni Ve- scovo di Osimo per far rivivere nella sua Diocesi lo studio della Erudizion Sacra e il buon gusto, eresse in quella Città 1' anno 1747- un' Accademia Eccle- siastica a cui nell' anno successivo si prescrissero le leggi per un buon regolamento , e con sommo impe- gno ed ardore adempierono i socii tanto ecclesiasti- ci che secolari il loro dovere, perlocchè notabil van- taggio ne trasse la letteratura Osimana per tutto il tempo che visse quel dotto Prelato, il quale assiste- va alle radunanze accademiche, e leggeva di quan- do in quando qualche erudita dissertazione dal più giusto criterio dettata. Ascrisse quest'Accademia fra li suoi collaboratori varii Letterati Italiani, che pub- blicarono le dissertazioni in essa lette, e nel 1795. fioriva sotto la protezione del nuovo Vescovo l'Emi- nentissimo Cardinal Guido Calcagnini (2). Anche Fer- mo aver volle nel 1755. la sua Accademia di bella letteratura sotto la tutela di Giove Cretense, e il più volte citato Padre Zaccaria ci ha dato nella sua Sto-

(i) Zaccaria Stor. Lett. T. VIL Lib. IIL pag. 677. e seg. (a) Vecchietti BibL Picena T. IV. pag. agS.

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1-ìa letteraria (i) lo statuto con cui regolavansi que- gli Accademici.

XX. Il diligentissimo Conte Fantuzzi nella sua Acca^LieBo- opera di cui più volte mi varrò nel corso di questa lognesi. Storia (2), novera fino a dodici Accademie in Bolo- gna nel secolo XVIII. oltre quella dell' Istituto di €ui già si disse , il che dimostra quanto grande sia sempre stato il fervore dei Nobili Bolognesi per man- tenere il buon gusto e per far avanzare le scienze. Siccome però alcune di tali Accademie ebbero breve vita, e non si impegnarono che rare volte a pro- dursi al Pubblico, così per aver notizia di queste rimanderò i miei lettori all'opera citata, e mi limi- terò a parlar di quelle che più delle altre si distin- sero in letterarie e scientifiche imprese . E qui da- remo il primo luogo alla Colonia che gli Arcadi Ro- mani fin dal 1696. traspiantarono in Bologna: contava questa nel decorso secolo fra li suoi socii i più eruditi Letterati e Poeti Bolognesi, ed accolse nel suo seno l'an- no 171 3. quella detta degli Indivisi (3). Quantunque l'altra Accademia denominata degli ^r6?ewfi diretta dai PP. Somaschi ai quali era affidato un Collegio di gio- ventù, nel 1760. cessasse , pure non deve qui ommet- tersi di ricordare , se non per altro , perchè da essa sortì 1' immortale Pontefice Bendetto XIV. già Car- dinal Lambertini (4) . Maggior rinomanza delle pre- cedenti si acquistò quella dei Gelati fin dall' anno i588. fondata dal Dottor Melchior Zoppio e da lui nel suo testamento dotata . Fiorì essa sempre e fio- riva al tempo del lodato Conte Fantuzzi che la riab- bellì e riordinò assai. Venerava essa a particolar sua

(i) T. XIV. pag. 4.

(2) Notizie degli Scrittori Bolognesi T. I. pag. 5. e se».

(3) Fantuzzi op. e tom. cit. pag. 5. e s^g.

(4) Ivi pag. 6.

74 Storia della Letteratura Ital. Protettrice Maria Vergine Immacolata , e teneva un' annua Accademia in suo onore. Oltre le radunanze in cui gli Accademici Gelati o recitavan componi- menti o davano rappresentazioni sceniche , questa Accademia fu sempre in Bologna celebratissima e frequentata dalla più insigne Nobiltà, e dai più di- stinti Letterati , come rilevasi dal Catalogo di quel- li che la componevano più volte stampato , e me- glio poi dalle loro produzioni (i). Altra istituzione che passar non devesi sotto silenzio, si eresse in Bo- logna r anno 1754. cioè l'Accademia detta Marche- siniana, perchè il Dottor Ferdinando Marchesini fu quegli che gentilmente offrì la sua casa ad alcuni medici , i quali in certi determinati giorni ivi si ra- dunavano e proponevano quistioni fisiologiche ; al che in seguito aggiunsero l'esercizio più utile, quel- lo cioè di ragionar sulla pratica delP arte salutare. Nella sua origine si compose questo corpo scientifi- co della maggior parte degli scolari del famoso Dot- tor Beccari, i quali avendo acquistato dagli eredi di lui li suoi manoscritti, nell' anno 1777. e nei suc- cessivi li pubblicarono (2). XXI. XXI. Quantunque la Città di Modena non sia da

Accademie di ' (, i f '

Modena e di Par- porre a couirouto con Bologna, pure nonrono in essa varie private Accademie nel secolo decorso, ol- tre quella detta dei Dissonanti che era Colonia d'Ar- cadia. Il Cavalier Tiraboschi nella sua Biblioteca degli Scrittori Modenesi (3) fa menzione di quattro stabilimenti di simil natura. Il Dottor Gio. Battista Davini alli 5. di Aprile dell' anno 1699. aprì nella propria casa un' Accademia medica , e il Dottor An-

(i) Ivi pag. II.

(2) Ivi pag. 18.

(3) T. I. pag. a8. e seg.

ma.

L I B R O I. 75

tonio Montorsi vi lesse una sua memoria sulla Chi- lificazione , ma questa scientifica istituzione, alla qua- le furono ascritti i nostri medici più in allora rino- mati , si spense con la morte del fondatore. Due altre se ne formarono una nel 1714- dal Conte Carlo Cassio, fra gli Accademici della quale si noverò il Chiar. Girolamo Tagliazucchi, e l'altra denominata Modene- se aperta 1' anno 1734. nella propria casa dal Conte Regolo Fontana, scopo della quale fu di coltivar le bel- le arti e la poesia. Ma una più celebre di queste che in breve cessarono,ne sorse detta dei Congetturanti idea- ta dal Dottore Morando Morandi medico Modenese elettone a Principe, e confermato nella Presidenza con Ducale Chirografo del 5. Aprile 1751.; dopo la mor- te di lui divenne Principe della stessa il famoso Jano Fianco di Rimini di cui altrove avremo occasion di par- lare. Non si limitò questo corpo scientifico a leggere in private adunanze alcune dissertazioni , ma nel 1756. pubblicò in Carpi un primo Tomo di saggi di medicina del Morandi, del Dottor Leporati, e del Dottor Giuseppe Ramazzini ; e nel 1759. uscirono altre produzioni di questi Accademici nella Raccol- ta di opuscoli fisiologici che stampavansi a Venezia. Tutte le nominate Accademie cessarono, e si resse soltanto quella dei Dissonanti , che sotto gli auspi- cii di Ercole III. estese i suoi studii , e mentre col- tivavano gli Accademici da prima soltanto la bella Letteratura, venne essa elevata al rango di Accademia scientifica nell' anno 1790. in cui tenne la sua pri- ma radunanza di scienze, nella quale lessero V illu- stre Cav. Tiraboschi e il Chiar. Professor Giambat- tista Venturi. Ma le funeste vicende a cui soggiac- que poco dopo l'Italia, non permisero agli Accade- demici di continuare con quel fervore con cui ave- vano cominciato , a promuovere le scienze fra noi , e

76 Storia della Letteratura Ital. languì questa istituzione per più anni, fincliè restituiti questi dominii ai legittimi Successori degli Estensi, provò i henefìci influssi del . nuovo Sovrano France- sco IV. Monumento cospicuo della Storia Letteraria Modenese ed Italica ( cosi si esprime il Gav. Prof. Gio. Battista Venturi (i) ) fu la privata Accademia di scienze istituita l'anno 1788. nel proprio palaz- zo dal Marchese Gherardo Rangone nome caro alla patria ed ai huoni studii. Di soli dodici Soggetti era essa composta, ed un annuo premio di una medaglia d' oro del valore di Zecchini So. aveva fissato 1' il- lustre Mecenate che ogni anno toccar dovesse in sor- te ad uno dei collaboratori; al quale oggetto fece lavorare a sue spese un magnifico conio a Firenze, e nel breve giro d' anni dal 1784. al 1792,. varie vol- te distribuì questo nobile e magnifico donativo. Le sperienze eseguite a spese del Marchese Rangone Fanno 1783. dal Gavalier Michele Rosa Professore nel- la Università di Modena, rinomato Fisiologo intorno ai vasi animali ed al sangue, furono come il prodro- mo dei lavori di questa Accademia, ed eccitarono al- tri valenti Fisiologi a indagar più oltre questi mara- vigliosi fenomeni, per spiegare i quali ideò il Rosa un suo particolare sistema (2,).

Ne mancarono di Accademie nel Secolo XVIIl. le altre Città di questi Serenissimi Stati, e il Tira- boschi (3) fa menzione di quella dei Muti in Reg- gio unita nel 1 703. alla Colonia Arcadica detta Cro- stoUa e nel 1746. all'altra degli Ipocondriaci. Ci istruisce lo stesso autore che in Carpi sorsero al prin-

(i) Memorie intorno alla Vita del Marchese Gherardo Rangone. Mo- dena 1818. pag. 6.

(2) Ivi. In fine di questo opuscolo Yedesi il disegno della indicata medaglia.

(3) Op. cit. pag. Sa. T. I.

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cipiar del secolo le Accademie degli Occupati, dei Cessanti, At^\ì Apparenti, e che nel 1726. ivi si fon- dò la Colonia Arcadica detta Gabelia (i). Una simi- le istituzione ebbe la Città di Correggio dove si stabi- lì altra Colonia nel 1724. a cui unironsi i Teopneu- sii eretti nel 1708., ed allorché quasi affatto si spen- se questa Accademia, nel 1762. la ravvivò il Padre Bernardo Santi delle Scuole pie in modo che pro- seguì per molti anni a prosperare (2) . Chi poi co- noscer volesse i Corpi Accademici istituiti nel seco- lo XVIII. alla Mirandola, al Finale, a Castelnuovo di Garfagnana e nelle Città di Massa e Carrara, non ha che a consultare la citata Biblioteca; intanto pas- seremo a dire delle Accademie di Parma. Almorò Al- brizzi stampator Veneto fattosi emulo della Roma- na Arcadia, dopo di aver eretto in patria la Società Letteraria Universale da lui denominata Alhrizzia- na sotto la protezione del Doge Mocenigo, spinse le sue Colonie in altre Città d' Italia e fra queste in Parma (3), dove la eresse il Padre Francesco Andrea- si Gesuita Bibliotecario Ducale unitamente ad altri distinti soggetti, dei quali il Chiar. Padre Affò ci ha dato il Catalogo. Il Conte Antonio Bajardi prestò alla nuova Accademia il proprio palazzo in cui si ra- dunarono alli 22. Maggio del 1728. i prefati Signo- ri per celebrare la solennità dell' istituzione. Altra Colonia poi dall' Arcadia Romana immediatamente staccata si stabilì in Parma per opera del Conte Ja- copo San vitali. L'Abate Innocenzo Frugoni poeta

(i) V. sopra pag. 34.

(a) Ivi pag. 38.

(3) Affò Memorie de' Scrittori Parmigiani T. IV. Discorso prelimin. pag. XXIX.

Memorie da continuarsi per la Storia cronologica della letteraria Società Albrizziana.

78 Storia della Letteratura Ital. rinomato in conseguenza della lettera scrittagli dal- l' Abate Francesco Lorenzini Custode in allora d'Ar- cadia, radunò il giorno i5. di Giugno dell'anno 1739. nella sala del palazzo Sanvitali li nuovi pastori (i), ed usando le solite formalità eresse la Colonia che pros- però e fiorì per lungo tempo . I Reali Sovrani di Par- ma all' occasione del fausto loro Imeneo assistettero nel 1769. ad una gentil festa campestre delle Pasto- relle d' Arcadia, entro amenissimo boschetto dai Sov- rani stessi a quest' uopo aperto nei Reali Giardini . Otto Dame ed altrettanti Cavalieri col loro canto die- dero in quella circostanza uno dei più vaghi spet- tacoli che uman pensiero immaginar si possa. Altra Colonia detta dei Pastori Emonii si formò 1' anno 1757. in Busséto luogo del Parmigiano per opera del Dottor Buonafede e suo fratello Fabio Vitali; ed in Guastalla Città soggetta al Dominio suddetto F Abate Giuseppe Negri Guastallese unitamente al Conte Alessandro Pegolotti eresse l'Accademia det- ta degli Sconosciuti , e si distinse nella Poesia ma più ancora nell' Oratoria. (2). , ™-- XXII. Il Conte Mazzucchelli (3) ci addita un'

Accademie Lue- _ _ _ * '

ciiesi , Genovesi Accademia degli Occupati eretta l'anno 1703. dal neto. Professor di Teologia Sigismondo Alberti in Sospel-

lo Città della Liguria Savojarda sua patria, ed il Pa- dre Zaccaria (4) ci informa che nell'anno 1751. si stabilì in Genova un'Accademia di pittura, scultura ed architettura militare, alla quale diedero mano ge- nerosa alcuni illustri Genovesi e specialmente i Col- legi, i quali accordarono l'alta lor protezione a quel nuovo stabilimento.

(1) Affò op. cit. pag. XXXV-

(2) Dizion. degli Uom. iU. Ba5sano 1796. T. XIIL pag.

(3) Scrittori d' Iralia T- I. part. I. pag. Sij.

(4) Stor. Lett. T. V. pag. 706.

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Il celebre Padre Gian Domenico Mansi apri in Lucca 1' anno 1753. un' Accademia di storia eccle- siastica composta di ventiquattro Socii ordinarii, e di un numero illimitato di Socii Onorevoli fra i qua- li si annoverarono tosto il Cardinal Quirini , il Maf- fei ed il Gori. (i) La Città di Venezia dovette al Senator Gio. Carlo Grimani il corpo Accademico det- to degli Animosi al quale la mercè ancora dell' illu- stre Apostolo Zeno che il fondò nel 1691. (2) si uni una Colonia d'Arcadi, che fiori unitamente all'Ac- cademia, iinchè visse il Mecenate Grimani. Ma dopo l'anno 1714. in cui egli morì, languirono questi stabi- limenti, ed alla fine cessarono (3). Lo stesso accadde alla Società Albrizzi-ana Letteraria Filarmonica e del disegno nel 1724- eretta da Almorò Albrizzi starrpa- tor Veneziano poco sopra rammentato ed annullata per decreto del Senato nel i^/SfO. (4). Nel periodo di tempo che fiorì quest' Accademia, stampò ogni sorta di ope^-e , o di Accademici, o inedite e tratte da pre- gevoli Manoscritti, o ripubblicò edizioni divenute ra- re. Riunivasi essa in Venezia nel luogo chiamato Ca- vallerizza, oppure ad Arquà nella casa stessa del Pe- trarca ; gli utili che ritraeva dallo smercio delle ope- re, impiegavansi dagli Accademici che furono in gran numero e molti Personaggi di gran qualità, ad ali- mentare una privata Biblioteca per loro uso, o a get- tar medaglie rappresentanti i più famosi di loro fra i quali vi fu il Muratori, che avendo ricevuto la pro- pria medaglia, ringraziò la Società, o finalmente

(1) Zaccaria T. VII. Lib. III. pag. 58i.

(2) Moschini Letteratura Veneziana T. I. pag. 285. Questa istituzione contribuì a sbandire il cattivo gusto poetico.

(3) Notizie degli Arcadi T. III. pag. ai4- Roma 1721.

(4) Mazzucchelli Scrittori d' Italia T. I. part. I. p. 347.

8o Storia della Letteratura Ital. a premiare i lavori letterari! più esimii degli Acca- demici, (i).

Daniele Farsetti Nobile Veneto scrisse una Me- moria storica suir Accademia dei Granelleschi, che fondata nel 1745. per la bizzarria di burlare il prete Giuseppe Sacchellari pessimo poeta , si dedicò poi con successo a coltivar la poesia bernesca , e i componenti la medesima recitarono in Venezia più volte scelte composizioni di questo genere, ora appresso l'Abate Bartolonmieo Fantoni che ne era il Segretario, ora in casa del Farsetti che la proteggeva come Mecena- te, finche nel 1761. per mancanza di Accademici venne meno questa istituzione letteraria. In fine della citata Memoria Storica leggonsi composizioni di questi poeti, i quali ne inserirono anche nel T.*^ XII. della Nuova Raccolta di operette Italiane in prosa e in verso stampata a Trevigi (2). Un' Accademia di Fisica spe- rimentale promosse 1' anno 1754. in Venezia il Pa- dre Paolo Margini Gesuita , che in compagnia di va- ri! preclari Soggetti frequentava V Osservatorio della Società di Gesù. Li due Monaci Don Fortunato Man- delli Camaldolese e Gian -Agostino Gradenigo Bene- dettini figurarono assai nelP Accademia F anno 1760. istituita nella Libreria dei Religiosi Osservanti di S. Francesco della Vigna in Venezia, e denominata dei Concordi, alle adunanze della quale intervenivano ì lettori delle Comunità Religiose di detta Città per trattare argomenti di Storia Ecclesiastica; ma allor- quando il Gradenigo che ne era il Segretario , passò al Vescovado di Chioggia, terminò questa istituzione (3).

(i) Meschini Op. e Tom. cit. pag. 287. a88.

(a) Meschini ivi pag. aSg. Anche il Conte Gasparo Goz,ì scrisse uni lettera intorno a questa Accademia ; ma essa non ne contiene veramente la Storia, piuttosto è un ameno discorso su tale argomento.

(3) Meschini ec. T. L -pag. 291.

L I B R o I. 8i

Altri simili stabilimenti ricorda il Meschini eretti in Venezia, i quali però in breve si spensero; come fu r Accademia Giustinianea che comparve nel 1766. destinata per coltivar l'eloquenza, e quella di Me- dicina e Chirurgia per opera del Chiar. Medico Gio- vanni Menini aperta nel 1770. con l'intervento del Magistrato di Sanità, la quale poi continuò gli eser- cizii che si era prefissi intorno all' arte saluta-

Li Signori Veneti favorirono sempre le Belle arti, e la famiglia Farsetti teneva nel proprio palazzo una specie d'Accademia di pittura, e il Nobile Almorò Pisani una ne aprì del disegno per secondare il ge- nio di suo figlio ; ma più d' ogn' altra cosa giovarono a propagare il buon gusto in quella maravigliosa Cit- tà le premure del Senato, il quale dopo di aver nel 1734. decretato la erezione di una pubblica Accademia d' arti , decreto confermato con altro del 24. Dicem- bre del 1750. la stabilì poi realmente nel 1766. magni- ficamente, poiché in essa si ammaestravano i giovani ! nella Pittura, nell' Architettura, e nella Scultura; \ e formò e forma anche al presente uno degli orna- j menti principali di Venezia sia per la quantità e per il pregio delle pitture che vi si ammirano, sia per i r istruzione scelta che gli alunni ivi ricevono in tut- jti i rami delle tre Belle arti sorelle.

Allo zelo per gli studii agrarii ed alle profonde ! cognizioni nella scienza del Chiar. Professor Giovan- ni Arduino dovettero gli Stati della Repubblica Vene- ta r inestimabile beneficio delle Accademie d' Agri- coltura. Assecondarono i Veneti Senatori le sa°:2:e di lui insinuazioni , e scrissero lettere circolari ai Pre-

( I) Ivi pag. 2(ja. i:(j3.

Tomo L

8 a Storia della Letteratura Ita.l.

sideriti delle Provincie loro soggette, nelle quali li persuadevano ad istituire nelle rispettive Città simili stabilimenti. Da questi ne ritrasse notabile giovamen- to l'Agricoltura Veneta, e tali Accademie stampando i loro atti , diffusero in Italia ed altrove P amore del- l'arte , e la gloria della nazione Veneta, (i). Altro- ve poi vedremo quanto operasse il lodato Arduino onde promuovere e con V istruzione che in qualità di Professore dava nella Università di Padova , e con la pratica , quest' arte così necessaria al genere uma- no, per ottenere il quale importantissimo scopo di- resse per lungo tempo e con frutto corrispondente, le due opere periodiche la prima intitolata Giornale d'Italia spettante alla scienza naturale ec. e l'altro Raccolta di Memorie delle pubbliche Accademie di agricoltura arti e commercio (a). Bassano e Brescia eb- bero pure le loro Accademie e di una stabilita nella prima di queste Città ne parla il Mazzucchelli(3) , il quale un' altra ne fondò nella seconda l'anno 1738., ed essendo poi questa decaduta assai , venne dal Pa- dre Locatelli Domenicano rianimata nel 1753. (4). Fioriva già in Verona sul finir del secolo scorso l'Ac- cademia d' agricoltura , d' arti e di commercio , la quale per un anno circa unita rimase alla Società Italiana delle Scienze, e giovò assai a promuovere nel- la Veronese provincia e nelle limitrofe i progressi dell'agricoltura. Ad ottener più efficacemente uno scopo cosi utile al ben pubblico cominciò essa nelP anno 1807. a stampare le memorie e le osservazioni

(i) Ivi pag. 3oo .

(a) Mcchini nell' op. cit. alla pag. 294. T. I. ci da conto brevemen- te di un' Accademia poetica musicale formata dalle Nobili Dame Veneziane e di quella dei Filareti sorta nel i8o5.

(3) Op rit. T. II. part. IV. pag. aSSg.

(4) Zaccaria T. VIII. Lib. IH. pag. 447.

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de' suoi Socii, ed a quest' ora ne abbiamo dieci volu- mi in r ultimo dei quali porta la data dell' an- no 1824. (i).

XXIII. Al Conte Palatino Giuseppe Antonio Ca- xxiii. stidioni andò debitore Milano della Colonia Arcadica di MihmT* ivi fondata, di cui egli fu secondo Vice-Custode, e in essa si fece più volte sentir con plauso come stu- dioso imitatore del Petrarca, e se non fosse stato da morte rapito nella florida età di soli anni 45. nel 1715., avrebbe potuto giovar molto alle scienze (2). Nel Capitolo antecedente abbiam già veduto cbe il Conte Imbonato fondò e protesse nella stessa Città r Accademia dei Trasformati, onde non occorre qui di farne ulteriore discorso. Oltre di queste conta- vansi in Milano altre simili istituzioni, e in quella della rispettabile Contessa Clelia Borromeo formarono soggetto di istruzione le scienze tutte e principal- mente le naturali, e nella celebre società del Caffè coltivavansi anche le scienze politiche , del che ne ab- biamo una luminosa prova nel sapersi che nelle ra" dunanze di questa si maturò il rinomatissimo tratta- to sopra i delitti e le pene del Marchese Cesare Bec" caria. La gioventù Milanese e la Mantovana trovò e trova abbondevoli mezzi di istruzione nelle Acca- demie e nelle moltiplici Scuole di Belle arti dalla So- vrana munificenza erette, nelle quali a più centinaja concorrono gli amanti della pittura , scultura ed ar- chittetura non solo , ma ben anche quelli che alle arti meccaniche si addestrano, ed ivi imparano il dise- gno e si formano alla regolarità, al buon gusto, alla eleganza e perfezione dei lavori ; così che al presente la

(i) Il titolo di questa collezione è ;::: Memorie dell' Accademia d'a- gricoltura commercio ed arti di Verona ivi 1807- 1824. (a) Notizie degli Arcadi T. II. pag. 37. «n, 173».

84 Storia della Letteratura Ital. Città di Milano può gareggiare per questa parte con le più cospicue d'Oltremonti. A tutto ciò aggiungere- mo r istituzione privata in Bergamo con le benefi- cenze della famiglia Carrara fondata in cui si am- maestrano nelle arti più che nelle scienze i giovani Bergamaschi (i) . In Roveredo per opera del Cavalier Giuseppe Valeriano Vanetti, della Chiar. Donna La- vra Saibanti, e di alcuni virtuosi giovani si aprì nel 1750. un'Accademia di eloquenza e di poesia, la quale radunavasi nel palazzo Saibanti dove il 27. Dicembre dell' anno 1751. gli Accademici tenne- ro la prima radunanza. L'Augusta Maria Teresa Im- peratrice concorse a far prosperare questo corpo ac- cademico, a cui erano ascritti molti dei più insigni Letterati, accogliendolo sotto la sua clientela, ed ac- cordandogli con decreto del 29. Settembre 1763. tut- te le prerogative e gli indulti, che godevano le altre persone di lettere da così magnanima e munificen- tissima Sovrana protette. XXIV. Acca- XXIV. Anche Mantova nel secolo scorso sotto il Re-

demie di Man- ^ , . . .

tova gno della sullodata Augusta istituì Accademie scienti-

fiche e letterarie, ed abbiamo alle stampe varie dis- sertazioni da esse coronate, e un Tomo di Memorie da quella di scienze pubblicato. Il Conte Girolamo Mu- rari Dalla Corte ci ha lasciata la storia di queste istituzioni , e da lui ho ricavato in succinto quan- to son per dire in questo argomento (2). Nel 1747. sorse la Colonia Virgiliana fondata dall'Imperatri- ce sunnominata, che gli assegnò luogo nel palazzo della Corte di Mantova sotto la direzione del Mar- chese Valenti Gonzaga primo Vicecustode di det-

(i) Tutte queste notizie mi sono state gentilmente comunicate dal Sig. Cavalier Ab. Angelo Cesaris più sopra da me lodato.

(a) Memorie della Feale Accademia di Scienze ec. di Mantova T. I. ivi 1795. pag. VI.

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ta Colonia . Le Belle arti trovarono nelP Accademia Teresiana eretta con Dispaccio del 2. Ottobre i75a. tutti i mezzi più efficaci pel loro incremento, al che poi giovò non poco il Direttore di essa Giovanni Cadioli e con la sua abilità come Professore, e col suo zelo per spianare le difficoltà incontrate in que- sto affare, e con la sua generosità avendo allorché morì, lasciato erede questo stabilimento di tutti i li- bri, e gessi, e delle stampe che possedeva (i). Sussiste- va già fin dal secolo XVII. in Mantova F Accademia dei Timidi consecrata all'amena Letteratura, la qua- le diresse in seguito a più alte mire li suoi studii, e con r ajiito e la protezione del Conte Carlo di Firmian , del Barone Giuseppe De Sperges e del Prin- cipe di Kaunitz tutti Mecenati distinti , ottenne dal- l' Augusta Regnante con Dispaccio del 29. Aprile dell'anno 1765. il permesso di costruire un nuovo teatro in luogo del vecchio già cadente, e di poter umiliare al Trono il progetto di formarsi in Accade- mia di scienze e lettere sotto nuove leggi. Il Conte Carlo Ottavio di Colloredo e il Chiar. Abate Pelle- grino Salandri Poeta esimio hanno il merito di aver con prospero successo maneggiato presso il Pleni- potenziario Austriaco Conte di Firmian magnanimo proteggitore de' buoni studii V affare della erezione dell' Accademia di scienze e lettere suddetta, in cui cambiossi la sunnominata dei Timidi, mutazione che venne approvata con dispaccio del 20. Luglio 1767. dal Correggente dell'Impero l'Augusto Giuseppe II., e che ottenne la suprema sanzione dall'Imperatrice con altro Chirografo del 9. Novembre successivo.

(1) Il Marchese Gio. Tommaso Arrigoni succeduto al Cadioli istituì a proprie spese la Scuola dei gessi e quella di Geometria, e distribuiva meda- glie d' argento ai giovani alunni che si distinguevano nei rispettivi lavori.

86 Storia della Letteratura Ital. nel quale rimise alla nascente Accademia il Codi- ce rifuso dell' antico stabilimento inculcandoglie- ne 1' esatta osservanza ( i ) . si limitarono le So- vrane cure a quanto fin qui si è detto 3 poiché nell'anno successivo 1768. si aggiunse il titolo di Accademia d'arti a quello di Scienze e Lettere , con- fermaronsi a questo novello Corpo Accademico i privilegi già concessi allo stesso , e vi si unì V Ac- demia Teresiana . La solenne apertura del teatro scientifico di nuovo edificato seguì nel 1769., nella qual fausta circostanza il Prefetto Conte Murari re- citò un' Orazione , il Segretario perpetuo Salandri alcune poesie, e premiaronsi tre Memorie del Lor- gna cioè del Zeviani e del Bina. Prosperò in seguito questo scientifico stabilimento, e la mercè di alcuni Signori oltre il Colloredo sullodato e il Segretario, venne esso provveduto dalla Sovrana munificenza di Gabinetto Fisico, di Orto dei Semplici, di Museo di di Antichità (2) e Storia naturale ; e a dir tutto in breve , quest' Accademia riunì nel suo seno quan- to desiderar puossi per una compita istruzione nel- le scienze nelle lettere e nelle belle arti (3), ma al- lorché scoppiò il turbine rivoluzionario, e Mantova, come ognun sa, provò più d'ogni altra Città d'Ita- lia inaudite sciagure , cessar dovette una così utile istituzione che attende di nuovo la regia beneficenza per risorgere a novella vita, letit^to Nazio- XXV. Quautunquc avesse breve vita l' Istituto Na- naie Italiano, zionalc Italiano 5 tuttavia non debbo qui per ultimo lasciar di esporne in breve le vicende. Allorché nel-

(i) Meni. cit. pag. IX. A queste nuove Accademie si uni la privata Società letteraria che radunavasi prima presso il Padre Paolo Baroni , e poscia presso il Questore Don Emanuele Carrera.

(a) D. Girolamo Carli successor del Salandri fu quegli che procurò I9 formazione del Museo di Antiquaria.

(3) Ivi pag. II.

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Panno 1797. si eresse la Repubblica Cisalpina si de- terminò la formazione di questo Istituto (i), che ven- ne poi messo in attività soltanto nel i8oa. con de- creto del Corpo Legislativo in Milano del 17. Ago- sto, e Bonaparte in allora Primo Console della Re- pubblica Francese nominò con due separati decreti li sessanta membri divisi in tre classi, che compor- re lo dovevano , trenta pensionati e trenta onorarii. Cambiò poi dopo alcuni anni nome questo Corpo Ac- cademico , e con altro decreto segnato li ^5. Dicem- bre itho. dello stesso Bonaparte divenuto Imperator de' Francesi e Re d' Italia, denominossi Istituto di Scienze, Lettere ed Arti, e fu diviso in quattro sezio- ni stabilite nelle Città di Venezia, Bologna, Padova e Verona, le quali sezioni però corrisponder doveva- no col centro, direm così, residente a Milano (a). For- mò quest' Accademia li suoi Statuti nell' anno 1804. e nel 18 io. li riformò per adattarsi alla nuova siste- mazione voluta dal succitato Imperiai decreto ; frat- tanto coTuinciò a pubblicare nel 1806. le sue Me- morie in Bologna, e se ne hanno alle stampe sei vo- lumi in 4-^5 quattro dei quali contengono i lavori di